Patrizia Molinari – Memoria della materia
La Fondazione Filiberto e Bianca Menna, il Lavatoio Contumaciale, la FUIS-Federazione Unitaria Italiana Scrittori e l’Associazione FigurAzioni, sono liete di annunciare Memoria della materia, un’importante antologica di Patrizia Molinari che si terrà nella sede romana della Fondazione, già Archivio Tomaso Binga.

Informazioni
- Luogo: ARCHIVIO MENNA/BINGA
- Indirizzo: via dei Monti di Pietralata 16 - Roma - Lazio
- Quando: dal 29/01/2022 - al 30/03/2022
- Vernissage: 29/01/2022 ore 17,30
- Autori: Patrizia Molinari
- Curatori: Stefania Zuliani, Antonello Tolve
- Generi: arte contemporanea, personale
Comunicato stampa
Partendo da una serie di chine e di tele realizzate tra il 1975 e il 1976 per giungere via via alle più articolare atmosfere pittoriche degli anni Ottanta e a tutta una serie di progetti – alcune Isole (1996), la Costellazione (1997), una serie di Sassi segreti (2002), il trittico Oltre lo specchio (2014) – in cui la luce regna sovrana, la mostra mira a restituire l’ampio spettro creativo di un’artista che assume la materia luminosa come sostanza primaria del pensiero
Nella muta complicità che Patrizia Molinari stabilisce liricamente con la materia luminosa, è possibile avvertire un’idea dell’arte in cui le cose sono astrazioni che si materializzano per delineare un sistema oggettuale dove ogni singolo corpo è da intendersi come un concetto, come un atto mentale, come un principio di attività dinamiche che nella loro plasticità conservano (palesano) sempre un movimento governato da matrici artificiali o naturali.
Nell’alternarsi di pigmenti cromatici, di vetro e cristallo e silicone, di specchi e fotografie, di ferro e fibre ottiche, di spazi argentati e di biancori che equivalgono a silenzi oltre i quali è possibile individuare un nostalgico sentimento del tempo, i lavori proposti dall’artista in questa sua antologica curata da Antonello Tolve e Stefania Zuliani, sono tutti legati a un pensiero che siede accanto alla luce, a una progettualità il cui volto scava tra gli arcani della memoria per tornare origini silenziose, a forme fetali o geografiche, atavicamente legate alla mente come materia e alla materia come memoria d’infinito.
