Parlami d’amore Mariù
La mostra espone 14 degli 85 piani a cilindro, quasi tutti di fabbricazione italiana, della Collezione Marino Marini, la più grande collezione italiana di questo genere e una delle più grandi nel mondo.
Comunicato stampa
Da venerdì 20 gennaio a domenica 5 febbraio Palazzo Fava ospita la
mostra “Parlami d’amore Mariù. I piani a cilindro della Collezione Marino Marini”, a cura di Luigi Gerli a Anna Zareba.
La mostra espone 14 degli 85 piani a cilindro, quasi tutti di fabbricazione italiana, della Collezione Marino Marini, la più grande collezione italiana di questo genere e una delle più grandi nel mondo.
La costruzione dei primi piani a cilindro viene solitamente attribuita alla famiglia inglese Hicks di Bristol (inizio del XIX secolo). È stato però ormai accertato che negli anni in cui Hicks iniziava a costruire i suoi piani a cilindro, strumenti di questo genere venivano costruiti anche in Italia: ne è prova il piccolo piano a cilindro “a spalla” costruito all’inizio dell’Ottocento da Pietro Volonté (cembalaro e inventore in Como), presente nella Collezione Marini ed esposto in occasione di Art City 2017.
“Incominciai a raccogliere piani a cilindro perché i miei anni più belli sono legati all’epoca della massima diffusione e successo di questo strumento, espressione di una così umile umanità. La pianola infatti è per i grandi e per i piccoli qualcosa di indefinibile: è affetto, dolcezza, ricordo.
Il piano a cilindro: sotto il pomposo nome questo strumento tipico italiano è stato poco conosciuto; da regione a regione prendeva il nome di organetto di Barberia, verticale, organo, viola, pianino.
Rallegrava i giri delle giostre spinte a mano, gli intervalli nelle sale cinematografiche, si trovava nelle sale da ballo, nei ristoranti ed osterie, nei locali pubblici e soprattutto per strada, su un carrettino spinto dal suonatore ambulante o trainato da un somarello.
Un particolare interessante è ricordare come il piano meccanico sia stato legato alla storia d’Italia quando, al tempo della Carboneria, contribuì a rendere popolari melodie come “Va, pensiero, sull’ali dorate”, “Ai nostri monti ritorneremo”, “Oh Patria che dal tetto natio”. Il canto, con il suo invito alla rivolta, fu valido aiuto alla liberazione del Lombardo Veneto.”
Marino Marini