(P)Arerga & (P)Aralipomena Della (P)Ittura

Informazioni Evento

Luogo
BONELLI LAB
Via Camillo Benso Conte Di Cavour 29, Canneto sull'Oglio, Italia
Date
Dal al

da lunedì a venerdì 9.30-12.30 e 14.30-19.00; sabato 15.00-18.30

Vernissage
13/04/2013

ore 18

Artisti
Giorgio Morandi, Giorgio de Chirico, Nicola Bolla, Fulvio Di Piazza, Luigi Ontani, Gino De Dominicis, Mario Sironi, Aldo Mondino, A.R. Penck, Andrea Mastrovito, Igor Eskinja
Curatori
Alberto Zanchetta
Uffici stampa
NORA COMUNICAZIONE
Generi
arte contemporanea, collettiva, disegno e grafica, new media
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La mostra (P), curata da Alberto Zanchetta, presenta un’ampia riflessione sul linguaggio pittorico attraverso dipinti, libri d’arte, cataloghi, video, litografie, cartoline, dischi.

Comunicato stampa

Lo spazio post-industriale del BonelliLAB a Canneto sull’Oglio si fa nuovamente contenitore ideale per la pittura. Dal 13 aprile al 22 giugno 2013 la mostra (P), curata da Alberto Zanchetta, presenta un’ampia riflessione sul linguaggio pittorico attraverso dipinti, libri d’arte, cataloghi, video, litografie, cartoline, dischi.
Il visitatore viene condotto per mano in un percorso sulla pittura figurativa contemporanea che affianca circa settanta opere di 37 artisti: alcuni dei nomi più amati del Novecento -come De Chirico, Morandi, Sironi- compaiono accanto a quelli più contemporanei e accattivanti di Nicola Bolla, Fulvio Di Piazza, Igor Eskinja, passando, tra gli altri, per Mondino, Ontani, De Dominicis, A.R. Penck.
Un’esposizione corredata di documenti visivi, sonori, testuali che la rendono accessibile anche al grande pubblico in un progetto che si snoda in 6 sezioni tematiche.

Artisti in mostra: Gabriele Arruzzo, Mattia Barbieri, Emanuele Becheri, Nicola Bolla, James Lee Byars, Juan Carlos Ceci, Marco Cingolani, Daniele D’Acquisto, Giorgio De Chirico, Gino De Dominicis, Lorenzo Di Lucido, Gabriele Di Matteo, Fulvio Di Piazza, Igor Eskinja, Andrea Facco, Matteo Fato, Angelo Filomeno, Giovanni Frangi, Giuseppe Gonella, Paolo Grassino, Dacia Manto, Carlo Maria Mariani, Andrea Mastrovito, Aldo Mondino, Giorgio Morandi, Luigi Ontani, Robert Pan, Simone Pellegrini, A.R. Penck, Massimo Pulini, Max Rohr, David Salle, Mario Sironi, Giovanni Termini, Wainer Vaccari, Nicola Verlato, Dany Vescovi.

#1. FUNZIONE, FINZIONE E DEFINIZIONE DELLA PITTURA. Scriveva Tom Wolfe nel 1975: «Io desidero fare una predizione: nell’anno duemila […] i tre artisti che saranno messi in primo piano […] non saranno Pollock, de Kooning e Johns, ma Greenberg, Rosenberg e Steinberg. Alle pareti vi saranno dei testi esplicativi di grandi dimensioni, 2,60x3,30, che presenteranno le frasi proteiformi di quel periodo […]. A fianco vi saranno delle piccole riproduzioni dei più importanti illustratori della Parola di quell’epoca, come Johns, Louis, Noland, Stella e Olitski». In apertura della mostra la predizione di Wolfe trova finalmente la sua attuazione: alcune celebri frasi sono infatti accompagnate dalle riproduzioni di dipinti dell’epoca.

#2. TRADIZIONE, TRADUZIONE E TRADIMENTO DELLA PITTURA. Nella prima sala lo spettatore è circondato da romanzi, manuali e trattati sulla pittura, oltre che dalle parole incise da Georg Baselitz sul disco in vinile Das Rüstzeug der Maler. Spetta a Gabriele di Matteo e Andrea Facco il compito di “tradurre” in pittura le immagini pubblicate su cataloghi e riviste d’arte, mentre un video di Wainer Vaccari fa da raccordo a una natura morta di Giorgio Morandi. Nella seconda sala viene invece affrontato il tema del “tradimento”, metaforizzato in un piccolo dipinto su legno, realizzato tra la fine del ‘700 e l’inizio dell’800, raffigurante il suicidio di Giuda Iscariota. In apposite bacheche verranno presentati il racconto “Le parole” di Vercors (in cui vengono narrate le gesta di un pittore nazista) e il catalogo dei dipinti di Adolf Hitler. Il Führer è il protagonista di uno dei due dipinti di Gabriele Arruzzo, l’altro raffigura Jack lo Squartatore: figure emblematiche che inducono a riflettere sul luogo comune della “morte della pittura”. Chiude la sezione un’opera di David Salle, che i critici d’arte avevano etichettato come l’assassino della pittura.

#3. EUFORIE, DISFORIE E DISTONIE DELLA PITTURA. Introdotte da vignette satiriche e da ironiche litografie, le “euforie” e “disforie” del titolo si rifanno a quegli artisti che negli anni Ottanta non si ponevano limiti, misure o confini. Nella sala sono esposte opere realizzate su supporti anomali, come il linoleum di Aldo Mondino e le radiografie di Massimo Pulini, insieme alla pittura selvaggia di A.R. Penck e al manierismo di Carlo Maria Mariani.

#4. PITTURA POSSIBILE, PROBABILE, PLAUSIBILE (IL POSTMODERNO, PRATICAMENTE). James Lee Byars e Gino De Dominicis dialogano in questa quarta sala, pensata come una “capsula del tempo” che riconnette l’attualità con l’antichità. Appartenenti agli eroici anni del Postmoderno e del Ritorno alla pittura, i due artisti hanno saputo riscoprire l’aura magica e primigenia della pittura.

#5. CONTIGUITÀ, CONFLUENZE E COINCIDENZE DELLA PITTURA. Questa sezione espositiva raccoglie le derivazioni e diversificazioni del linguaggio pittorico, così come le sue differenze e diffidenze. Le opere di Giovanni Termini e Daniele D’Acquisto sono la dimostrazione di come gli scultori interpretino la pittura; Igor Eskinja ricorre invece all’anamorfosi per realizzare un cromatico tableau vivant, Matteo Fato si interroga sul concetto e la forma della pittura espansa, mentre Emanuele Becheri ricorre alla pittoricità degli elementi naturali.

#6. MUSURGIA: MUSEO E MONDO DELLA PITTURA. L’idea della pittura – intesa come “rifondazione del mondo” – instaura qui un rapporto tra l’opera e il museo. Quest’ultima sezione sfrutta da un lato un piccolo caveau della galleria, allestito sull’esempio delle quadrerie sei e settecentesche, e dall’altro un ampio salone che ricorda un cabinet de curiosités. Nel caveau trovano posto i quadri di Barbieri, Ceci, Di Lucido, Di Piazza, Frangi, Gonella, Manto, Sironi, Vescovi, che hanno per soggetto la natura, o più precisamente la metapittura. All’ingresso del salone sono collocati un enorme corallo rosso di Grassino e un cavalletto che Nicola Bolla ha intarsiato con degli Swarovski; i quadri alle pareti sublimano invece la pittura in una Musurgia – che letteralmente significa “l’opera delle Muse” – ove le nove Muse saranno associate ad altrettanti artisti, che risponderanno alle varie inclinazioni dell’ispirazione pittorica: De Chirico (Clio, musa della storia), Ontani (Tersicore, musa della danza e del canto), Pellegrini (Calliope), Mastrovito (Polinnia, musa degli inni eroici), Verlato (Melpomene, musa della tragedia), Pan (Urania, musa dell’astronomia), Filomeno (Euterpe, musa della musica e della poesia lirica), Rohr (Erato, musa della poesia amorosa), Cingolani (Talia, musa della commedia e della poesia pastorale). Infine, una grande composizione con immagini e riproduzioni di dipinti ripercorrerà la millenaria storia della pittura, nella quale trovano posto anche gli artisti di questa mostra.