Paolo Zero-T Capezzuoli – The price we pay for Lunacy

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA PATRICIA ARMOCIDA
via Argelati 24 20143, Milano, Italia
Date
Dal al
Vernissage
30/11/2023

ore 19

Artisti
Paolo Zero-T Capezzuoli
Generi
arte contemporanea, personale
Loading…

Per l’occasione saranno esposte 13 fotografie, 8 sculture in ceramica, 3 anelli d’argento, 5 impressioni su tavole in legno, 4 tempere su carta e tessuto.

Comunicato stampa

La galleria Patricia Armocida è lieta di annunciare The price we pay for Lunacy, mostra personale di
Paolo Zero-T Capezzuoli, inaugurazione giovedì 30 novembre 2023.
Per l’occasione saranno esposte 13 fotografie, 8 sculture in ceramica, 3 anelli d’argento, 5
impressioni su tavole in legno, 4 tempere su carta e tessuto.
T.S. Eliot nel saggio Tradizione e talento individuale, scrive: “Tanto più perfetto sarà l’artista, tanto
più compiutamente separati saranno in lui l’uomo che soffre e la mente che crea; tanto più
perfettamente la mente digerirà e trasformerà le passioni che sono il suo materiale”.
Così come l‘ostrica crea la perla dal fastidio causato dal granello di sabbia, la manifestazione
creativa non sempre ha origine da una bella esperienza. Lunacy è la follia, il “difetto” di cui l’artista
si fa carico per creare.
“Nella realtà che si osserva c’è sempre un lato nascosto e non necessariamente la parte oscura è
negativa”, dichiara Zero-T.
Da questa riflessione sono nate le sue ceramiche che obbligano lo spettatore a non fermarsi alla
superficie. Per capire ogni scultura, in tutta la sua profondità, ci si deve muovere, interagire coi
volumi; le forme mutevoli di ciascuna dipendono dal punto di osservazione.
Esse sono unità formate dall’equilibrio tra gli opposti: positivo/negativo, pieno/vuoto, in rapporto di
corrispondenza e ogni lato ha un po' dell’uno e dell’altro.
Le sculture in ceramica bianca, ossido di ferro, argilla e graffiate da scalfitture ispirate alle incisioni
rupestri, necessitano di diverse fasi di lavorazione.
“La cottura delle ceramiche ha un lato inaspettato, la reazione chimica che avviene nei vari passaggi
non si può controllare completamente. Il tempo, nel forno, cambierà le cose e, così come nella realtà
la casualità da un contributo al suo risultato finale”.
L’imprevedibilità è la caratteristica che Paolo esplora anche nell’uso delle Polaroid. La luce reagisce
sulle istantanee, alterando i colori dopo lo scatto e l’esito è inaspettato.
Zero-T durante i suoi viaggi, utilizza questa tecnica fotografica per catturare informazioni: a volte ne
estrae pattern, volumi, geometrie e composizioni, altre ne ricava atmosfere e palette cromatiche che
trasferisce nei suoi gouaches e nelle sue opere.
Sulla cornice bassa delle Polaroid spesso annota idee e intuizioni del suo processo creativo che fa
da legante a tutto il suo lavoro.
Queste istantanee fotografate a loro volta col banco ottico in un formato più grande, dando un
maggiore impatto visivo, evidenziano dettagli e difetti prima impercettibili come parte determinante
della composizione. Ciò porta a una nuova percezione del soggetto, a una dimensione più profonda
di lettura, stratificata a più livelli.
L’uso della luce e le geometrizzazioni migrano costantemente nell’eterogenea ma contigua
produzione artistica di Zero-T.
Il tema luce/oscurità - movimento/staticità si traduce anche nella scelta di Paolo della tecnica a
impressione, in camera oscura, per trasferire i suoi disegni grafici su tavole in legno multistrato,
trattate con l’emulsione di gelatina ai sali d’argento.
L’impressione è molto vicina al modo in cui ricordiamo le nostre esperienze, attraverso la luce
riceviamo informazioni che si proiettano, fissandosi nella nostra mente.
Appunti visivi, associazioni e intuizioni sono registrati da Paolo nei suoi Black Books, ovvero
quei carnets de voyage che l’artista porta da sempre con sé. Il processo di creazione, cifra stilistica
di Zero-T, assume un valore pari all’opera finale.
Per l’occasione, estratti dei suoi progetti sono raccolti in un volume inedito: un atlante visivo di
riferimento contenente frammenti, appunti grafici, schizzi, nessi e ispirazioni, idee e visioni che
l’artista ha sviluppato attorno al concept della mostra.
Lo spettatore può ripercorrere, così, le fasi di progettazione delle opere in esposizione e ne vive,
scoprendole, una conoscenza tangibile, utile alla comprensione dell’articolato universo artistico di
Zero-T.
BIO
Paolo Zero-T Capezzuoli nasce a Poggibonsi in Toscana nel 1968. Visual artist e designer, la sua
creatività si esprime attraverso pittura, fotografia, scultura, tipografia e interazioni tra forme e materiali.
Il suo percorso artistico comincia a metà degli anni Ottanta nella crew italiana CMC (Color Melodiez
Combo) diventando uno dei pionieri del graffiti writing, disciplina per cui verrà riconosciuto come parte
del collettivo internazionale TDS (The Death Squad), storica crew originaria di New York e attiva fin dagli
anni Settanta.
È con la collaborazione con Slam Jam, azienda leader nella comunicazione e distribuzione di brand
internazionali legati ai movimenti underground, cominciata nel 1989, che il talento e l’attitudine di Paolo
Zero-T diventano importanti elementi di connessione tra moda e street culture.
L’artista ha infatti affiancato e coadiuvato fin da subito la visione di Luca Benini in quella che è stata la
nascita di Slam Jam, sviluppando Combo, uno dei primi brand italiani di streetwear, fino a diventare l’art
director del venticinquesimo anniversario dell’azienda, disegnandone in particolare il logo che ha siglato
le produzioni di brand come Stussy, Carhartt, Head Porter, per nominarne alcuni.
In continuo movimento tra New York, Parigi e Tokyo, la sua produzione artistica vanta acquisizioni nella
collezione permanente della Fondazione De Mitri e la presenza nella mostra collettivaThe Bridges of
Graffiti durante la Biennale dell’Arte di Venezia nel 2015