Paolo De Biasi / Giuliano Sale | Little Circus – Dario Maglionico

Informazioni Evento

Luogo
ANTONIO COLOMBO ARTE CONTEMPORANEA
Via Solferino, 44 20121 , Milano, Italia
Date
Dal al

martedì > venerdì:
ore 10.00 > 13.00 e ore 15.00 > 19.00

sabato:
ore 15.00 > 19.00

Vernissage
16/02/2017

ore 18,30

Artisti
Giuliano Sale, Paolo De Biasi, Dario Maglionico
Curatori
Ivan Quaroni
Generi
arte contemporanea, personale, doppia personale
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Qualcuno, da qualche parte, doppia personale di Giuliano Sale e Paolo De Biasi. Mentre all’interno di Little Circus, lo spazio della galleria dedicato ai progetti speciali, Everything at Once, è visibile la prima personale milanese dell’artista Dario Maglionico

Comunicato stampa

Antonio Colombo Arte Contemporanea è lieta di presentare Qualcuno, da qualche parte, doppia personale di Giuliano Sale e Paolo De Biasi, a cura di Ivan Quaroni. La mostra raccoglie opere recenti dei due artisti, realizzate appositamente per l’occasione.

Il titolo della mostra, parziale traduzione di una celebre canzone del gruppo scozzese dei Simple Minds (Someone, Somewhere, in Summertime, 1982), allude precisamente alle due differenti ossessioni iconografiche che animano le ricerche di Sale e De Biasi, ossia il ritratto e lo spazio.
Infatti, mentre Giuliano Sale rilegge iconoclasticamente il volto e il corpo umano, inserendolo in una dimensione virtuale frammentata e scomposta, pura proiezione mentale dei differenti stati d’animo dell’artista, Paolo De Biasi tradisce la sua formazione di architetto concentrandosi sullo spazio fisico e sugli oggetti che lo abitano, allestendo un personale teatro della memoria, prospetticamente riveduto e corretto, che è anche una partecipe rilettura dello spirito innovativo del Novecento italiano.

Entrambi rileggono la storia dell’arte adattandola alle urgenze e agli umori della sensibilità odierna. Giuliano Sale, ad esempio, recupera pretestuosamente brandelli dell’immaginario pittorico di Ingres, Matisse, Caravaggio e altri maestri, filtrandoli con una grammatica pittorica composita, che alterna precisione e gestualità, costruzione e scomposizione, ferocia ed eleganza in un linguaggio originale e unico. Sale non solo prende spunto dalla realtà circostante, da persone e fatti reali, ma appunto anche da dipinti storici che egli “brutalizza” tramite un processo di decontestualizzazione e riadattamento a una nuova gamma espressiva, lontana dal concetto classico di bellezza.
Per Paolo De Biasi la pittura è fatta di composizione, narrazione, colore, elementi che si possono comporre in una gamma infinita di variazioni, come accade nel rock, dove gli stessi accordi, diversamente combinati, sono usati da musicisti molto diversi tra loro. Cosi, ad esempio, Picasso non è Hockney, esattamente come i Beatles non sono gli Smiths. De Biasi recupera lo spirito figurativo del primo Novecento, cui guarda peraltro molta pittura contemporanea europea, mescolando il gusto costruttivo e ornamentale di architetti come Giò Ponti, Aldo Rossi e Gigiotti Zanini, con la tradizione dei Valori Plastici di Carlo Carrà e della Metafisica di De Chirico ma anche, trasversalmente, con la grande arte del Medioevo e del Rinascimento italiani.

GIULIANO SALE è nato a Cagliari nel 1977. Vive e lavora a Milano. Dopo il liceo artistico inizia a partecipare a varie mostre in gallerie e musei del territorio, facendosi conoscere per la sua pittura dissacrante e conteporaneamente collabora come scenografo con il Teatro Il Crogiuolo di Cagliari. Nel 2006 è finalista al Premio Celeste. Inizia un rapporto di collaborazione con il critico Ivan Quaroni che lo invita a diverse mostre a Milano. Nel 2008 partecipa alla mostra pubblica Arrivi e partenze alla Mole Vanvitelliana di Ancona, curata da Alberto Fiz e Walter Gasperoni. Nello stesso anno prende parte a Allarmi 4 alla Caserma De Cristoforis di Como. Nel 2007 viene inserito nel libro Laboratorio Italia di Ivan Quaroni, pubblicato da Johan & Levi editore. La sua pittura di puro stampo figurativo, vicina alla “nuova oggettività”, entra di diritto nel progetto Italian Newbrow di Ivan Quaroni. Insieme al gruppo del critico milanese partecipa alla quarta Biennale di Praga nel 2009. Nello stesso anno espone le sue tele alla Biennale Giovani del Serrone di Villa Reale a Monza. Nel 2009 esce il secondo numero della rivista monografica Or Not, edita dall’Associazione Culturale Arsprima, dedicato al suo lavoro. Nel 2010 inizia la collaborazione con galleria milanese Antonio Colombo Arte Contemporanea che ospita una sua mini personale dal titolo L'Oblio. In seguito, partecipa ad una collettiva alla Promenade Gallery a Vlore in Albania, curata da Artan Shabani & Simone Mazzeto. Nel 2011 espone nella galleria Antonio Colombo Arte Contemporanea con la personale intitolata Biedermaier, l'umanità al crepuscolo curata da Ivan Quaroni. Sempre nel 2011 espone nei padiglioni regionali della 54° Biennale di Venezia ed è selezionato tra i finalisti del 12° Premio Cairo al Museo della Permanente di Milano. Nel 2015 espone con una mostra personale nella galleria irlandese Mother's Tankstation in occasione di Artissima, Torino. Lo stesso anno gli viene dedicato un numero della rivista monografica Solo, presentata da AmC Collezione Coppola. La Galleria Antonio Colombo Arte Contemporanea lo promuove nelle principali fiere italiane e all’estero, inserendolo, tra le altre, nel progetto espositivo di PULSE-New York (2016).

PAOLO DE BIASI è nato a Feltre nel 1966. Vive e lavora a Treviso.
Architetto, allievo di Arduino Cantafora all’Università di Venezia, con lo studio UP3 di Mogliano Veneto di cui è associato, espone alla Biennale di Architettura di Venezia nel 2012.
Inizia relativamente tardi la carriera di pittore; a seguito della finale al Premio Celeste entra in contatto con Ivan Quaroni che lo inserisce nel nucleo originale dello scenario Italian Newbrow, di lì parte una serie di mostre e pubblicazioni che lo vedono sempre presente con dipinti e collage. Nel 2011 il movimento Italian Newbrow e Paolo De Biasi sono citati esplicitamente nel film I soliti idioti, interpretato dagli attori comici Fabrizio Biggio e Francesco Mandelli e diretto da Enrico Lando (2011). Partecipa a mostre nazionali e internazionali tra le quali, per brevità, si ricordano: la Biennale di Praga (2009), il Premio Maretti al Museo Pecci di Prato (2011), Impresa Pittura al CIAC di Genazzano (2010), Italian Newbrow alla Pinacoteca di Como (2012) e al Fortino di Forte dei Marmi (2012), la Biennale Italia-Cina alla Villa Reale di Monza (2012) e la prima edizione di Dolomiti Contemporanee (2011). Nel 2011 vince il premio nazionale di pittura Paolo Parati (2012). È stato finalista anche al Premio Terna, al Premio Celeste (2007) e al Premio Arte Laguna (2007) oltre che artista selezionato alla London International Creative Competition (2012).
Ha esposto con diverse gallerie in Italia: Area/B di Milano, Carini e Donatini di San Giovanni Valdarno, Andrea Arte di Vicenza, Galleria Flavio Stocco di Castelfranco Veneto, Antonio Colombo Arte Contemporanea di Milano e con CCA&A Gallery di Amburgo in Germania e Ungheria.

Antonio Colombo Arte Contemporanea è lieta di presentare all’interno di Little Circus, lo spazio della galleria dedicato ai progetti speciali, Everything at Once, la prima personale milanese dell’artista Dario Maglionico, che per l’occasione espone una decina di nuovi lavori.
Dario Maglionico opera una destabilizzazione del linguaggio figurativo attraverso la rappresentazione sincronica di elementi che frammentano la continuità della narrazione visiva. La simultanea sovrapposizione di persone, luoghi e oggetti all’interno delle mura domestiche assume, infatti, il valore di una registrazione parziale e dinamica di momenti diversi, i quali si fissano sulla tela, come residui di un racconto diacronico.
Il titolo Everything at Once testimonia questa attenzione verso il tema della sincronicità, che Maglionico recupera attraverso la lettura di Jung, lo psicanalista svizzero che per primo affronta tale concetto, poi approfondito nella formulazione del Principio dei nessi acausali, considerandolo come “una coincidenza, non infrequente, tra stati soggettivi e fatti oggettivi”.
Dominata da un senso di straniamento e di sospensione, la pittura di Maglionico rappresenta in termini figurativi - cioè senza mai ricorrere all’espediente della sintesi astratta - una dimensione liminare in cui la realtà interiore degli stati d’animo incrocia quella esteriore delle forme concrete, una specie di terra di mezzo che fa pensare alle teorie della fisica sui mondi paralleli e al Multiverso di David Deutsch.

DARIO MAGLIONICO è nato a Napoli nel 1986. Laureatosi in Ingegneria Biomedica presso il Politecnico di Milano, dal 2014 vive e lavora a Milano, dedicandosi esclusivamente alla pittura. È stato recentemente finalista del Premio Bugatti-Segantini per la categoria Under-35 e della nona edizione del Premio Arte Laguna a Venezia. Nel 2016 tiene la mostra personale intitolata Sincronie, realizzata in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Legnano presso la Pinacoteca del Castello, a cura di Claudia Contu. Nel 2015 inaugura la mostra personale Claustrophilia alla Galleria RivaArtecontemporanea di Lecce e la collettiva Painting as a Mindfield alla galleria Area/B di Milano, curata da Ivan Quaroni. Ha inoltre partecipato a numerose mostre collettive in diverse città tra cui Milano, Varese, Venezia, e Verona. Nel 2015 è stato finalista al Como Contemporary Contest. Nel 2016, Einaudi inserisce un dettaglio di “Reificazione #9” sulla copertina di “Scherzetto”, di Domenico Starnone con cui collabora per la realizzazione di alcune illustrazioni presenti all’interno del libro. Nel 2017 è selezionato tra gli artisti emergenti dalla redazione di Hi Fructose e pubblicato sul volume n°42 di gennaio.