Paola Di Bello – Home Less Home

Informazioni Evento

Luogo
CASA DELLA MEMORIA
Via Confalonieri, 14 , Milano, Italia
Date
Dal al

martedì - domenica 10.00 -17.30

Vernissage
04/09/2021

ore 17,30

Artisti
Paola di Bello
Curatori
Maria Fratelli
Generi
video
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Video installazione site – specific.

Comunicato stampa

La video-installazione site-specific di Paola Di Bello propone, con le immagini dei nuovi spazi dell’abitare dei senzatetto milanesi di questi ultimi anni, un percorso artistico che ipostatizza l’ordinario, dove “l’arte è il punto di partenza di un processo di conoscenza”.

Nella mostra Home Less Home Paola Di Bello descrive le storie dei senzatetto cercandole dentro le loro case precarie, negli oggetti che le compongono, nelle cose eccezionali che le rendono uniche. Si tratta di misere possibilità e di grandi ambizioni: materassi, libri, santi e rosari, memorie domestiche, una scatola di cartone che diventa un monolocale di un metro cubo, una coperta tesa sopra un soffione di aria calda che esala da una grata in una strada del centro pronta a volare, a staccarsi dalla realtà.

L’occasione del Salone del mobile diventa un pretesto per un ripensamento ormai necessario e stringente, l’occhio fotografico sposta l’accento dall’essere, allo stare e infine all’avere. Vede e immortala la povertà contemporanea, vite che si muovono in trincee urbane stese su linee di combattimento che si spostano ogni giorno secondo il calendario delle aperture dei negozi. Il centro della città diventa il luogo prediletto dei senzatetto perché nell’indifferenza della moltitudine trova ristoro la paura di essere bersaglio della cattiveria gratuita di qualcuno.

Il progetto di Paola Di Bello trova un precedente fotografico autorevole nelle immagini di Alberto Lattuada di “Occhio Quadrato” la descrizione neorealista della povertà ai tempi del Fascismo. Pubblicato nel 1941, ideato dal regista sceneggiatore, architetto per formazione, e intellettuale vicino al movimento di Corrente, questo quaderno fotografico è una sfida. Raccoglie 26 scatti di vita quotidiana, scene di una marginalità urbana e sociale, tra senzatetto e mercatini di cose vecchie. La stessa relazione tra la solitudine delle persone e degli oggetti riciclati lega Lattuada a Di Bello nella ricerca dell’umanità invisibile.

L’allestimento, solo proiettori che riproducono le immagini sulle pareti, è volutamente effimero e quasi trasparente come lo è la presenza di queste persone nella solidità della metropoli. Questo consente un dialogo tra quelle immagini e lo spazio, quasi che i senzatetto trovassero accoglienza in Casa della Memoria, e ancora con altre immagini, proiettate in contemporanea sullo schermo di un televisore, che parlano dei barboni milanesi del 1946 nel documentario di Dino Risi intitolato appunto “Barboni”.

La differenza con il film di Risi è lampante, i suoi barboni camminavano ininterrottamente in una città distrutta, gli attuali concittadini senza fissa dimora sono stanziali, i primi erano affamati e leggeri, quelli di oggi si fanno scudo con stracci e cartoni e si nutrono di indifferenza. Le fotografie di Paola Di Bello raccontano un panorama urbano radicalmente mutato dal dopoguerra che ha deluso le aspettative di una città plurale, capace di garantire una casa per tutti, diversa per dimensioni e pregio, ma concreta e sicura, non trasportabile in qualche sacchetto di plastica da un sottoportico all’altro.

Quale sia stato l’errore che a distanza di decenni ha lasciato aperte queste derive non è compito dell’arte spiegarlo in una mostra, suo dovere è aprire gli occhi e liberare lo sguardo, convincere che sia ancora doveroso costruire una città di persone uguali che vivono insieme e risolvono nella solidarietà le differenze.