Paola Angelini – Regio
In mostra una serie di opere che la pittrice marchigiana ha realizzato durante un progetto di residenza in Norvegia, in cui il paesaggio nelle sue diverse interpretazioni è protagonista assoluto.
Comunicato stampa
La personale di Paola Angelini alla Galleria Massimodeluca è il risultato dell'intenso lavoro quotidiano realizzato dall'artista durante la residenza svolta tra aprile e giugno 2014 al centro Nordic Artists' Centre Dale (NKD) di Sunnfjord, sui fiordi norvegesi. Durante questo periodo di residenza Angelini ha sviluppato la sua ricerca pittorica immersa nella solitudine della foresta del Nord, i cui risultati sono protagonisti di Regio (parola latina usata per indicare, genericamente, una vasta area sulla superficie di un pianeta).
L'esposizione presenta una serie di tele, sia di grande che di piccolo formato, in cui tutti i soggetti rimandano a una memoria antica, a un tempo che in pittura fa porre sullo stesso piano presente e passato. L’esposizione prenderà in considerazione il paesaggio secondo due punti di vista: dal vero - “vero in quanto proposizione di una contemplazione naturale che esclude la narrazione”- e dal falso, “una natura archeologica che discende dall’antico, popolata di santi ed eroi e che affida la propria rappresentabilità a elementi di un paesaggio che intersecano l’architettura classica con le vedute di paesi e campagne contemporanei”, secondo le definizioni di Marco Goldin in Storia del Paesaggio.
La mostra sarà curata da Arild H. Eriksen, direttore della residenza, con il quale l’artista ha avuto un dialogo costante, sviluppando un confronto che l'ha aiutata a percepire i lati positivi e negativi del rapporto con il suo paese di provenienza.
Il paesaggio norvegese, spiega Angelini, “mi ha completamente spaesato per la mancanza totale di sacralità legata all'uomo, ai suoi riti e alle sue religioni. Qui vedo solo una pace e un luogo silenzioso inesplorato, vedo quello che non ho mai visto e la mia immaginazione non sa dove collocarsi. Tutto quello che non riesco a vedere è coperto da un verde, da un verde mai veduto prima”.
Il periodo di residenza si è concluso con il dipinto Landskapet che rappresenta un punto centrale della ricerca di Angelini, realizzato completamente nella foresta in cui l'artista si è immersa per una settimana in una pittura dal vero fatta di stratificazioni e di difficoltà legati al luogo fisico del bosco.
Come racconta lo stesso Eriksen, “la residenza di Paola all'NKD è culminata in un grandioso dipinto di paesaggio, una foresta interiore, la chiameremmo in Norvegia. Non è solo il risultato fruttuoso di numerose settimane di intenso lavoro in un ambiente estraneo, con questo dipinto l'artista ha toccato una delle tradizioni dominanti dell'arte norvegese, il dipinto di paesaggio”.
In occasione di questa mostra Angelini ha inoltre realizzato una grande scultura in cartapesta, nata dopo un periodo di lavoro trascorso in un’antica bottega di artigiani di Nola, con cui l’artista ha lavorato a stretto contatto apprendendo la tecnica della cartapesta tradizionalmente utilizzata per la festa dei Gigli.
La scultura è un rimando ad una sacralità sommersa e stratificata, e il chiarore della carta spezzettata richiama la luce dei paesaggi del Nord. Oggetto barocco a tema religioso, in mostra perde la sua funzione di sacro e diventa rovina di una cultura di appartenenza, feticcio di un credo.
Nel catalogo sarà presente il testo di Arild H. Eriksen, insieme agli interventi di Antonio Grulli, Alice Ginaldi ed Eva Comuzzi, con i quali l’artista ha impostato un epistolario costante durante la preparazione del progetto.