Pablo Balbontin – Vida extrema: Rio Tinto
In mostra un’avvincente ed inedita ricerca fotografica realizzata nel 2014 nelle famose ed antiche miniere del Rio Tinto, nel sud della Spagna.
Comunicato stampa
Photo&Contemporary è lieta di presentare la personale “VIDA EXTREMA:RIO TINTO” dell’autore di origine spagnola Pablo BALBONTIN (1965) un’avvincente ed inedita ricerca fotografica realizzata nel 2014 nelle famose ed antiche miniere del Rio Tinto, nel sud della Spagna. I giacimenti minerari del Rio Tinto si formarono nel periodo Carbonifero (300-350 milioni di anni fa) ed essendo uno dei maggiori depositi di minerali pregiati al mondo l’attività mineraria ebbe inizio già 5000 anni fa. Gli Iberi prima, i Fenici poi ed infine i Romani sfruttarono nell’antichità questi giacimenti e nel XIX secolo gli Inglesi li ampliarono, ottenendo una immensa miniera a cielo aperto di ferro, cobalto e magnesio. Lo sfruttamento continuò fino al 1990 quando la produzione di cobalto iniziò a scarseggiare e poco dopo anche quella d’oro ed argento. Con la fine dell’estrazione mineraria ci si propose di decontaminare e ricuperare il fiume ed analizzando le acque si fece una scoperta straordinaria : esistevano forme di vita sconosciute, come ci racconta l’autore. “Scoprire questo paesaggio lascia attonito qualsiasi spettatore, principalmente per quanto riguarda la vista, ma anche per ciò che concerne l’olfatto. In questo ambiente simile alla superficie di Marte, si realizza un viaggio sospesi nel tempo e nello spazio. A prima vista può apparire un luogo inospitale, ostile e sterile. Ma al di là delle apparenze, ci troviamo in una delle zone più interessanti del nostro pianeta, dal momento che in questo sottosuolo ha origine il fiume più acido della Terra (ph 1,7 -2,5). Il Rio Tinto sgorga infatti dal sottosuolo dopo essersi arricchito di pirite, cobalto, magnesio, argento, rame, zinco, arsenico e di molti altri composti metallici. Si suppone che questo sia un fiume morto, ma come sempre, nulla è ciò che sembra essere, ed infatti nelle sue acque si trovano microrganismi estremofili, che si adattano agli ambienti più inospitali e letali per la maggior parte delle altre forme di vita. Questi batteri procarioti ed eucarioti, che si nutrono del ferro contenuto nelle acque, ci indicano probabilmente come ebbe inizio la vita sul nostro pianeta e probabilmente ciò che fu o che forse è ancor oggi il Pianeta Rosso, come confermano le ricerche della NASA e del Centro de Astrobiologia de España. Dunque questa mia serie di fotografie è una riflessione su quanto ciò che è sterile sia in realtà fecondo, una metafora di quanto l’apparenza della morte possa nascondere forme di vita latenti. Pablo Balbontin, laureato in Giornalismo all’Università Complutense di Madrid ha esposto in numerose personali e collettive in tutta Europa; collabora regolarmente con importanti testate giornalistiche italiane ed estere ed è docente all’ Istituto Europeo di Design.