Özlem Sorlu Thompson e Zhao Wenliang – Cosa Vedi

Informazioni Evento

Luogo
EGO PROJECTS
Via Zebedia, 7, Milano, MI, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Dal 15 Settembre al 15 Ottobre 2025.
Dal Lunedì al Sabato dalle ore 10:00 alle ore 19:30, su appuntamento.

Vernissage
15/09/2025

ore 19

Artisti
Özlem Sorlu Thompson, Zhao Wenliang
Generi
arte contemporanea, personale

“Cosa Vedi”, mostra a due voci con opere di Özlem Sorlu Thompson e Zhao Wenliang, con testo e curatela di Filippo Zagarese.

Comunicato stampa

EGO projects è lieta di presentare “Cosa Vedi”, mostra a due voci con opere di Özlem Sorlu Thompson e Zhao Wenliang, con testo e curatela di Filippo Zagarese. Un dialogo tra luce e ombra, tra tradizione e sperimentazione, che interroga il nostro modo di guardare e di interpretare il mondo.

Guardare non è mai un gesto neutro.
Ogni sguardo è una scelta: selezioniamo senza accorgercene, filtrando il mondo attraverso desi- deri, esperienze e paure. Non vediamo mai “la realtà”, ma la sua rifrazione dentro di noi.
Walter Benjamin, già nel 1935, notava come lo sguardo moderno fosse mediato dalla tecnica: nell’epoca della riproducibilità infinita, guardare significa consumare immagini. John Berger, negli anni ’70, aggiungeva che vedere è sempre un atto creativo, interpretativo: non esiste sguardo innocente.
È su questa consapevolezza che si apre la mostra. Due artisti, apparentemente distanti, finiscono per incontrarsi nello spazio sottile tra intimità e universalità.
Zhao Wenliang ci conduce nell’ombra: la sua pittura vibra tra astrazione e figurazione. Da lontano i lavori sembrano tessiture frammentate; avvicinandosi, diventano soglie e varchi da attraversare. Paesaggi enigmatici, guardiani, animali mitologici: mondi che si svelano poco a poco, radicati nella tradizione cinese ma aperti a chi guarda.
Özlem Sorlu Thompson, al contrario, accende la luce. I suoi paesaggi sono in metamorfosi con- tinua: pennellate audaci, colori brillanti, prospettive che sfidano la convenzione. Elementi naturali e motivi floreali, quasi klimtiani, si intrecciano in visioni caleidoscopiche che oscillano tra post-im- pressionismo e pittura a campi di colore.
Due linguaggi diversi, un punto in comune: il paesaggio non è mai puro. È sempre memoria, se- gno umano, stratificazione di storie e conflitti.
Qui la filosofia fa da bussola. Platone, con il mito della caverna, ci avverte che vediamo solo om- bre. Nietzsche ci ricorda che non esistono fatti, ma interpretazioni.
Dunque, da quale prospettiva guardiamo? Verso l’oscurità enigmatica di Zhao, o verso la luce limpida di Özlem? O forse nell’intervallo tra i due, dove nasce un nuovo modo di vedere?
Qui il visitatore diventa parte della mostra: accanto alle opere troverete un quaderno dei “di-se- gni”, pensato per accogliere i vostri gesti grafici, segni minimi e tracce personali. Ogni gesto sarà un modo per dare forma alla vostra interpretazione dei mondi immaginari che prendono vita nella mente di chi osserva. Alla fine, diventeranno un paesaggio collettivo, specchio degli sguardi che hanno attraversato la sala.
Guardare un’opera, allora, non è contemplare qualcosa di esterno, ma specchiarsi in essa. Ogni
prospettiva diversa ci arricchisce, per sempre.

Filippo Zagarese

Zhao Wenliang

L’Artista inserisce nei suoi dipinti elementi nascosti e significati sottili: le sue opere vanno oltre il paesaggio, cercando di rendere visibile ciò che è invisibile e impercettibile, una presenza che nel tempo sembra fondersi con la natura stessa. Per l’artista, la pittura è il mezzo privilegiato di espressione: le parole non bastano a trasmettere ciò che sente, mentre il gesto pittorico comu- nica pienamente le sue impressioni. Nei suoi lavori, memorie, emozioni e suggestioni si intreccia- no in paesaggi complessi, dove ciò che è celato dialoga profondamente con il suo mondo interio- re.

Biografia

Zhao Wenliang è nato a Xuzhou in Cina nel 2003 e attualmente studia pittura All’Accademia di Belle Arti di Venezia.
Nel 2023 e 2024 ha partecipato al Workshop Extra Ordinario con mostra finale curata da Carlo di Raco, Daniele Capra, Nico Covre. Ha esposto al Padiglione Antares a Marghera e ai Magazzini del Sale a Venezia.
Nel 2025 ha partecipato ad una collettiva ad Altro Mondo Creative Space a Makati nelle Filippine e ha debuttato con la sua prima mostra personale “Solve et Coagula” da Rumi Art Space a Dongo.

Özlem Sorlu Thompson

Grazie ai suoi studi in biologia e botanica, la sua arte rappresenta una fusione dinamica tra scien- za e narrazione visiva. Lavorando principalmente con l’acrilico, le sue grandi tele esplorano la bellezza e la complessità della natura attraverso colori vibranti, forme fluide e texture stratificate. Il suo background scientifico alimenta una pratica che indaga i ritmi, i pattern e la resilienza del mondo naturale. Sia attraverso forme botaniche intime che paesaggi astratti e ampi, il lavoro di Özlem invita a riflettere sul nostro posto all’interno dei sistemi viventi.
La sua pratica continua si radica nell’impegno a costruire un ponte tra arte ed ecologia catturando non solo ciò che la natura appare, ma soprattutto la sensazione di viverci dentro.

Biografia

Özlem Sorlu Thompson nasce a Istanbul nel 1983 e consegue una formazione accademica in biologia (BSc) e botanica (MA). Dal 2015 vive e lavora a Belsize Park, Londra, nella stessa casa che in passato ha ospitato artisti di fama come Piet Mondrian e Ben Nicholson.
È stata una dei sette artisti selezionati da Elephant Family (Royal Foundation) per realizzare mo- numentali uova in vetroresina per Eggs of an Era (2022) e The Big Egg Hunt (2025), prestigiose esposizioni pubbliche a Londra presentate anche dalla BBC News. Il suo dipinto Reflections of Existence – Oasis (2023) è attualmente in mostra su Artsy.
Özlem ha esposto a livello internazionale con mostre personali a Hampstead ed esposizioni col- lettive a New York, Parigi, Venezia e Toronto. Le sue opere sono state premiate in Texas, Tokyo e Hong Kong, e pubblicate su riviste e testate come The Art Newspaper, Daily Mail e Sustainable Art Haus. Ha inoltre partecipato due volte alle mostre di Elephant Family (Royal Foundation) e di re- cente ha ricevuto un nuovo riconoscimento dal Prestige Awards UK dove è stata nominata l’artista contemporanea dell’anno a Londra e nel sud-est del Regno Unito.
Un articolo del Prof. Dr. Wolfgang Ullrich, dedicato al suo lavoro, ha sottolineato come la sua ricer- ca artistica possa essere accostata a quella di David Hockney, mettendo in luce la forza visiva e concettuale della sua pittura.

EGO Projects è uno spazio espositivo artisticamente diretto da Filippo Zagarese e situato nel
cuore di Milano, nato dalla collaborazione tra studenti dell’Accademia di Architettura di Mendrisio. Lo spazio si propone come punto di incontro e scambio di idee tra arte, architettura e pensiero critico, promuovendo il lavoro di artisti emergenti e talenti internazionali. Con una
visione che supera la conservazione dell’arte tradizionale, EGO Projects promuove la cultura visi- va offrendo spunti critici per la lettura del contemporaneo.

Filippo Zagarese è un architetto ed exhibition designer italiano con base a Milano. Ha conseguito un Bachelor of Science e un Master of Science in Architettura presso l’Accademia di Architettura di Mendrisio in Svizzera, con un focus sulla Storia e la Teoria dell’Arte e dell’Architettura. La sua pratica si muove tra architettura, allestimento espositivo e progetti curatoriali, esplorando l’intersezione tra spazio, narrazione e cultura visiva.
Zagarese ha lavorato come architetto presso Studio Lausanne in Svizzera e Ambra Piccin a
Cortina d’Ampezzo, e ha svolto tirocini presso Clavien&Associes a Ginevra e Krill a Rotterdam. Nell’ambito artistico, ha collaborato con la Mucciaccia Gallery a Roma come catalogatore e exhibition designer, contribuendo alla progettazione e all’allestimento di mostre di arte contemporanea.
La sua formazione multidisciplinare è arricchita da workshop e seminari su Arti Visive, Museologia e Scenografia, tra cui collaborazioni con Régis Michel (curatore del Museo Louvre) e Boris Hars-Tschachotin (regista). Zagarese combina abilità tecniche e un approccio concettuale, creando esperienze spaziali che dialogano con le dimensioni materiali e immateriali della cultura contemporanea.