Ottobre 1968. arte povera più azioni povere agli Arsenali di Amalfi

Informazioni Evento

Luogo
CASTELLO DI RIVOLI - MUSEO D'ARTE CONTEMPORANEA
Piazza Mafalda Di Savoia , Rivoli, Italia
Date
Dal al
Vernissage
13/10/2018

ore 11

Generi
documentaria, fotografia
Loading…

Una mostra di documentazione fotografica proveniente dall’archivio di Lia e Marcello Rumma organizzata dal CRRI – Castello di Rivoli Research Institute.

Comunicato stampa

In occasione della Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI e del cinquantenario della rassegna arte povera più azioni povere (Antichi Arsenali della Repubblica, Amalfi, 4-6 ottobre 1968), il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea dedica una mostra documentaria a questo fondamentale momento dell’arte del dopoguerra.

arte povera più azioni povere venne organizzata nel 1968 dal Centro Studi Colautti di Salerno promosso da Marcello Rumma, illuminato collezionista, editore e mecenate, e curata da Germano Celant (che aveva già allestito la prima mostra di Arte povera Arte Povera-IM spazio, Galleria La Bertesca, Genova, settembre-ottobre 1967, e pubblicato il manifesto teorico “Arte povera. Appunti per una guerriglia”, novembre 1967, Flash Art). La mostra costituì il primo importante momento di internazionalizzazione degli artisti degli anni sessanta in cui protagonisti dell’arte concettuale, del postminimalismo e della Land Art si incontrarono, anticipando mostre di fama quali When Attitudes Become Form (Kunsthalle Bern, Berna; Institute of Contemporary Art, Londra, 1969), Op Losse Schroeven: Situaties and Cryptostructuren (Stedelijk Museum, Amsterdam, 1969) e documenta 5 (Kassel, 1972). La rassegna di Amalfi può essere considerata la prima mostra di Arte povera tenutasi in uno spazio pubblico. Insieme a Giovanni Anselmo (1934), Alighiero Boetti (1940-1994), Luciano Fabro (1936-2007), Jannis Kounellis (1936-2017), Mario Merz (1925-2003), Marisa Merz (1926), Giulio Paolini (1940), Pino Pascali (1935-1968), Michelangelo Pistoletto (1933), Emilio Prini (1943-2016), Gilberto Zorio (1944), (l’artista Piero Gilardi -1942- partecipò al convegno), la rassegna di Amalfi incluse anche altri artisti quali Ableo (1944-2017), Paolo Icaro (1936), Pietro Lista (1941) Gino Marotta (1935-2012), Gianni Piacentino (1945), e artisti europei come l’inglese Richard Long (1945) e gli olandesi Jan Dibbets (1941) e Ger van Elk (1941-2014).

Allestita negli spazi degli antichi Arsenali della cittadina di Amalfi, la mostra presentò una serie di opere di natura processuale, insieme ad azioni, happening e performance: Long stringeva le mani ai passanti, Icaro restaurava un angolo di un palazzo, Anne Marie Boetti affidava alle onde del mare una zattera in polistirolo, Dibbets collocava una linea bianca in mare, Lista seppelliva la luce di un neon sotto la sabbia accompagnato da un concertino a flauto di Anne Marie Boetti, Pistoletto faceva un concerto di fischietto a due con Ableo e metteva in scena lo spettacolo L’uomo ammaestrato insieme al gruppo I Guitti, oltre ad esporre opere fisiche con stracci, candele e bollitori. Alighiero Boetti realizzò per l’occasione l’istallazione Shaman-Showman, la sua opera più effimera e performativa.

Nelle giornate di Amalfi la dimensione performativa e laboratoriale si estese anche al dibattito critico. Alcune delle figure più importanti del momento si riunirono a discutere le nuove forme e possibilità dell’arte e del suo sistema: con Marcello Rumma e Germano Celant, Achille Bonito Oliva, Gillo Dorfles, Piero Gilardi, Filiberto Menna, Angelo Trimarco e Tommaso Trini animarono un’assemblea che rifletteva sul ruolo della critica in un contesto artistico in rapida mutazione.

La mostra al Castello di Rivoli Ottobre 1968. “arte povera più azioni povere” agli Arsenali di Amalfi è incentrata sulle fotografie scattate ad Amalfi nel 1968 da Bruno Manconi, provenienti dall’archivio di Lia Rumma e di cui una copia è stata donata all’archivio del Museo in questa occasione. Il corpus di immagini è di altissimo valore, in quanto in alcuni casi si tratta dell’unico documento esistente capace di raccontare opere e azioni del tutto effimere. Al tempo stesso, esso testimonia l’eccezionale momento storico che vide riunite le creatività di alcuni tra i maggiori artisti e intellettuali che hanno rivoluzionato l’arte contemporanea a livello internazionale. Oggi la critica è concorde nel riconoscere arte povera più azioni povere come una tra le mostre collettive più importanti tenutesi in Europa a partire dagli anni Sessanta.

Questa mostra documentaria anticipa una serie di celebrazioni per il cinquantenario dell’evento di Amalfi e dedicate alla figura di Marcello Rumma. Morto prematuramente nel 1970, Rumma fu l’animatore fondamentale della scena artistica campana con una serie di progetti espositivi a Salerno e agli antichi Arsenali di Amalfi affidati a curatori e critici tra i più attivi negli anni ‘60 sulla scena italiana. In ordine cronologico i progetti inclusero:

1966, Ritorno alle cose stesse, a cura di Renato Barilli

1967, L’impatto percettivo, a cura di Alberto Boatto e Filiberto Menna

1968, Ricognizione cinque, a cura di Angelo Trimarco

1968, arte povera più azioni povere, a cura di Germano Celant

Il Philadelphia Museum of Art aprirà il 27 ottobre 2018 (fino al 7 luglio 2019) la rassegna Arte Povera: Homage to Amalfi ’68, curata da Carlos Basualdo e Erica Battle, mentre nell’ottobre 2019 il Museo Madre di Napoli presenterà una mostra su Marcello Rumma a cura di Andrea Viliani e Gabriele Guercio.

Programma attività del CRRI

Organizzata dal CRRI – Castello di Rivoli Research Institute e dal Dipartimento Curatoriale del Museo, Ottobre 1968. “arte povera più azioni povere” agli Arsenali di Amalfi costituisce il primo di una serie di appuntamenti relativi alle attività espositive del CRRI secondo le seguenti linee guida: analisi delle grandi mostre storiche (filone al quale questo primo progetto appartiene), mostre dedicate a importanti curatori (che vedrà approfondire la figura di Harald Szeemann nel 2019 attraverso una prima collaborazione con il Getty Research Institute, Los Angeles) e, infine, approfondimenti relativi a progetti di artisti presenti nelle collezioni del Castello (Giuseppe Penone, gennaio 2019). Creato all’interno del Museo quale estensione della sua Biblioteca, il CRRI è un dipartimento volto alla ricerca, raccolta e valorizzazione dei materiali d’archivio di artisti, curatori, critici, galleristi e collezionisti attivi tra gli anni sessanta e i giorni nostri. Gli archivi raccolti e catalogati diventano così non solo materiale di studio e di ricerca da parte di studiosi italiani e internazionali, ma anche materia viva aperta all’utilizzo creativo e interdisciplinare. Il CRRI si adopera inoltre nella formazione di figure professionali, come dimostrano i workshop, tra cui quello per la formazione di archivisti, tenutosi nel 2017, e quello per Registrar, che si è svolto tra giugno e settembre 2018, in collaborazione con il Family Office Tosetti Value.

Le attività del CRRI sono sostenute dalla Regione Piemonte e dalla Compagnia di San Paolo.

Si ringrazia l’Archivio Lia Rumma.