Osservazione della natura in stato di quiete

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO MARINO MARINI
Piazza Di San Pancrazio , Firenze, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

10:00 - 17:00, chiuso il martedì, la domenica e i giorni festivi

Vernissage
28/09/2012

ore 18

Biglietti

intero: € 4, ridotto € 2

Curatori
Paola Bortolotti
Uffici stampa
DAVIS & CO
Generi
arte contemporanea, collettiva

Una collettiva a cura di Paola Bortolotti che vuole offrire un approfondimento sulla maniera in cui gli artisti affrontano – nel nostro tempo, che è quello di Internet – la sfida della rappresentazione del reale, in un mondo sempre più saturo di immagini.

Comunicato stampa

OSSERVAZIONE DELLA NATURA IN STATO DI QUIETE

Michele Chiossi, Rolando Deval, Piero Gilardi, Luciana Majoni, Giovanni Ozzola, Cristiana Palandri, Daniela Perego, Caterina Sbrana,Virgilio Sieni, Deva Wolfram.

a cura di Paola Bortolotti

28 settembre / 3 novembre 2012

Inaugurazione: venerdì 28 settembre, ore 18.00
Presentazione alla stampa: mercoledì 26 settembre, ore 12.00

Comunicato stampa

Il 28 settembre 2012, alle ore 18,00, al Museo Marino Marini di Firenze si inaugura la mostra OSSERVAZIONE DELLA NATURA IN STATO DI QUIETE. L’opera tra aura e condivisione, una collettiva a cura di Paola Bortolotti che vuole offrire un approfondimento sulla maniera in cui gli artisti affrontano - nel nostro tempo, che è quello di Internet - la sfida della rappresentazione del reale, in un mondo sempre più saturo di immagini. Attraverso le opere di Michele Chiossi, Rolando Deval, Piero Gilardi, Luciana Majoni, Giovanni Ozzola, Cristiana Palandri, Daniela Perego, Caterina Sbrana, Virgilio Sieni e Deva Wolfram, la mostra illustrerà come la natura sia interpretata oggi nella produzione artistica, indagando sull’intenzione rappresentativa e rendendo omaggio sia al lavoro artistico, sia all’impegno sociale di Piero Gilardi e di Virgilio Sieni.
Attraverso un confronto tra varie opere, e differenti media, l’esposizione riproporrà l’interrogativo su cosa sia oggi quella caratteristica di unicità, se persiste, quell’alone dell’opera “originale” cui si riferiva Walter Benjamin (Das Kunstwerk im Zeitalter seiner technischen Reproduzierbarkeit, 1936), e ne suggerisca una interpretazione attualizzata. Secondo il pensiero di Benjamin, tecniche come il cinema e la fotografia invalidavano la concezione tradizionale di autenticità dell'opera d'arte. A distanza di oltre settant’anni, nell’epoca della Rete e della post produzione, il problema si pone ancora? E in quale maniera? L’artista crea una realtà a se stante, non più una rappresentazione dell’oggetto reale, e non è incline a dare un significato definitivo alle immagini. L’arte non copia la natura e il concetto tende a coincidere con la realtà. Ma anche se questo processo del pensare per immagini artificiali si è profondamente radicato nell’idea di estetica, cosa rende oggi plausibilità ad un’opera per chiamarla arte?
La società stessa è un repertorio di forme e di immagini, suggerisce Nicolas Bourriaud (Post production. La culture comme scénario: comment l’art reprogramme le monde contemporain, 2004). In un passaggio di questo saggio lo studioso scrive: “Sta a noi (...) giudicare le opere d’arte in funzione dei rapporti che producono all’interno del contesto specifico nel quale si manifestano. Perché l’arte è un’attività che consiste nel produrre rapporti con il mondo, e nel materializzare - in una forma o nell’altra - le sue relazioni con lo spazio e col tempo”.
Bourriaud vuole suggerire che ogni vero artista è a conoscenza delle esperienze e delle scelte iconografiche precedenti alle proprie, quindi è predisposto a usare e rielaborare forme e linguaggi noti, non necessariamente deve inventarne dei nuovi, anche quando ha a disposizione materiali e macchinari innovativi. E’ l’opera, quindi, che fa rete e resta mezzo di comunicazione, link tra passato e presente, portando un valore aggiunto di indicazioni sul futuro. E’ quanto sarà palese osservando le opere proposte al Museo Marini.
La mostra collettiva OSSERVAZIONE DELLA NATURA IN STATO DI QUIETE. L’opera tra aura e condivisione analizzerà attraverso media diversi - dalla fotografia analogica alla digitale, dal video alla performance, dalla pittura al disegno, alla scultura e l’installazione - come l’arte oggi produce e rielabora questo rapporto con il mondo contemporaneo, come si relaziona con questo e quindi con la natura delle cose, e infine cosa ha sostituito il concetto di aura nel XXI secolo.