Orietta Masin – E vedo lenzuola gonfiarsi al vento
In mostra una installazione site specific di Orietta Masin nata passeggiando lungo il Lemene da esperienze sensoriali dell’autrice e che rimanda al profumo del sapone di Marsiglia, all’odore d’erba, alla trasparenza bianca delle lenzuola, al sole del pomeriggio in campagna.
Comunicato stampa
Si inaugura il 21 marzo 2015 alle ore 17 presso la galleria d’arte PAB di Portogruaro, con introduzione a cura di Renzo Cevro-Vukovic, la mostra E vedo lenzuola gonfiarsi al vento, una installazione site specific di Orietta Masin nata passeggiando lungo il Lemene da esperienze sensoriali dell’autrice e che rimanda al profumo del sapone di Marsiglia, all'odore d'erba, alla trasparenza bianca delle lenzuola, al sole del pomeriggio in campagna. Un rito che all’artista evoca immagini femminili, famigliari e, nella sensualità che racchiude, richiama nel suo immaginario la magnifica sequenza di Sofia Loren e Marcello Mastroianni nel film Una giornata particolare di Ettore Scola. Nel film i due protagonisti si incontrano in una terrazza romana tra lenzuola e biancheria, panni tolti dalle strade della capitale su ordine del Duce durante la visita di Hitler del 1938: in quel giorno Mussolini “abolì” canottiere e mutande stese per non correre il rischio di turbare la sensibilità estetica del suo ospite. Pare che oggi per le stesse ragioni dal nord al sud, dai piccoli centri alle grandi città, sempre più amministrazioni comunali emanino dei regolamenti per vietare di stendere i panni fuori dalle finestre. È come negare la stessa bellezza che colora Napoli, e di certo i panni stesi sono anche a Venezia (come raccontano le tele del Canaletto) a Roma, Bari e in molte altre città perché parte iconografica dei nostri centri storici e rappresentazione di una grande verità umana nelle zone rurali. I panni puliti fanno parte della storia per immagini della nostra cultura e interi libri di fotografie dei maggiori artisti del mondo lo testimoniano. È una immagine che si ritrova anche in Panni al sole, uno dei capolavori di Giuseppe Pellizza da Volpedo e in molti altri dipinti, nelle commedie di Eduardo De Filippo e in tanti film del Neorealismo.
I panni in strada sono il simbolo dello scambio fra spazio pubblico e privato. Sono l’unione fra l’interno e l’esterno e in questo gioco dove l’esterno diventa interno, le lenzuola che Orietta Masin espone in galleria (lenzuola che facevano parte del corredo dei suoi genitori) e che lascia protendere verso i portici esterni, fanno da sfondo per parole, segni e tracce del passaggio di altre vite. Ai visitatori, infatti, verrà chiesto di scrivere un pensiero gentile, una parola dolce, una poesia d’amore, su dei lembi di stoffa bianca e di fissarli con delle spillette ai panni stesi. Finita l’esposizione le stoffe saranno cucite a formare una o più lenzuola che con il loro prezioso carico affettivo faranno parte per sempre della vita personale e artistica dell’autrice ed esposte in una successiva esposizione.
Il giorno dell’inaugurazione l’azione collettiva di scrittura sarà eccezionalmente accompagnata dalla fisarmonica del Maestro Gianni Fassetta.
Dal Duemila il 21 marzo si celebra la Giornata mondiale della poesia e per questa occasione l’azione sarà preceduta dalla lettura di alcuni brani tratti da Un paese di temporali e di primule di Pier Paolo Pasolini a cura di Giorgio Monte.