Opera Viva Barriera di Milano – Alessandro Bulgini

Informazioni Evento

Luogo
PIAZZA BOTTESINI
Piazza Bottesini, Torino, Italia
Date
Dal al
Vernissage
30/10/2020

ore 18,30

Artisti
Alessandro Bulgini
Curatori
Christian Caliandro
Generi
arte contemporanea
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In diretta Facebook – @flashbackfair – da Piazza Bottesini a Torino si svela Opera Viva, 13 verticale: Che? il manifesto di Alessandro Bulgini ideatore di Opera Viva Barriera di Milano, progetto curato da Christian Caliandro e sostenuto da Flashback.

Comunicato stampa

Il 30 ottobre alle ore 18.30 in diretta Facebook - @flashbackfair – da Piazza Bottesini a Torino si svela Opera Viva, 13 verticale: Che? il manifesto di Alessandro Bulgini ideatore di Opera Viva Barriera di Milano, progetto curato da Christian Caliandro e sostenuto da Flashback.

Il tema scelto quest’anno da Flashback (3-8 novembre, Torino) è Ludens, ispirato al racconto di fantascienza La variante dell’Unicorno di Roger Zelazny e all’opera di Johan Huizinga: il gioco dunque inteso come fondamento della vita umana e della creatività, come approccio fondamentale per la ricostruzione continua del mondo.

Il manifesto di Bulgini riassume in qualche modo il racconto composto in questi mesi dagli altri artisti coinvolti e lo trasferisce su un altro piano - sostiene Christian Caliandro, curatore del progetto. Un vecchio uomo che fa le parole crociate, seduto mollemente su una sdraio, in una pineta vicino Livorno l’estate scorsa. L’inquadratura dell’immagine lo priva della testa: lo decapita. Sulla gamba, esibisce un tatuaggio con Ernesto Che Guevara. Il titolo dell’opera,13 verticale: Che?, è volutamente ambiguo, ambivalente: le lotte del passato, il sogno della rivoluzione, il volto del Che come simbolo di ribellione, sono ormai dimensioni relegate nel ricordo, come frullate insieme nella post-storia. Così, la condizione attuale non è tanto quella della resa ma piuttosto del riposo, della fine di tutte le battaglie che trascolorano – forse definitivamente – nell’oblìo. Il rimando, in questo caso, è alla celebre fotografia Man Without Head (1993) di Joel Peter Witkin, immagine che l’autore considerava una delle più tristi che avesse mai composto: un uomo che ha ancora ai piedi i calzini (simbolo di quotidianità e di normalità) è seduto senza testa, privo cioè di identità. Anche e soprattutto per questo, il fotografo intende onorare l’uomo, e ciò che di insostenibile la sua condizione rappresenta.

Il vecchio con il ventre gonfio di birra che si dedica sulla sdraio alle parole crociate è il simbolo di uno spirito guerriero che si è ormai definitivamente assopito, in un presente in cui la dimensione prevalente non è in fondo, forse, quella del fallimento, ma quella di una serena e dimessa disperazione.

Nobile, nonostante tutto.

Un’analisi lucida ma critica sulla condizione dell’uomo contemporaneo sempre in bilico tra azione e inerzia, tra simulazione e realtà, tra rivoluzione e conservazione.