not too far not too close

Informazioni Evento

Luogo
ANDREA FESTA FINE ART
Lungotevere degli Altoviti, 1, 00186 , Roma, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
19/09/2025

ore 18

Generi
arte contemporanea, collettiva

La mostra riunisce sei artisti internazionali le cui pratiche indagano le intersezioni tra vita quotidiana, mito, immaginazione, genere e crescita personale.

Comunicato stampa

not too far, not too close

Elias Njima, Lisa Ivory, Mary DeVincentis Herzog, Ṣọlá Olúlòde, Valdrin Thaqi, and Zhang Shangfeng

Curated by Zhimin Zhang × Willow Art Space Andrea Festa Fine Art è lieta di presentare la mostra collettiva Not too far, not too close, a cura di Zhimin Zhang, fondatrice di Willow Art Space. La mostra riunisce sei artisti internazionali — Elias Njima, Lisa Ivory, Mary DeVincentis Herzog, Ṣọlá Olúlòde, Valdrin Thaqi e Zhang Shangfeng — le cui pratiche indagano le intersezioni tra vita quotidiana, mito, immaginazione, genere e crescita personale. Ogni opera costruisce una distanza fisica e psicologica che è abbastanza vicina da coglierne le sfumature, ma sufficientemente lontana da preservarne l’autonomia.

Saranno esposti due dipinti a olio ciascuno di Elias Njima, Lisa Ivory, Mary DeVincentis Herzog e Zhang Shangfeng, insieme a un dipinto ciascuno di Ṣọlá Olúlòde e Valdrin Thaqi.

L’opening si terrà venerdì 19 settembre dalle 18 alle 21, e la mostra sarà visitabile fino al 30 ottobre 2025 presso Andrea Festa Fine Art, Lungotevere degli Altoviti 1, Roma.

not too far, not too close si ispira al principio di Riccioli d’Oro: l’idea secondo cui i risultati ottimali emergono da uno stato di equilibrio preciso. Il principio risuona in diversi campi del sapere — dall’astrobiologia all’economia, fino alla psicologia dello sviluppo. Stare di fronte a un dipinto non è diverso: ogni scena appare sospesa sull’orlo di una rivelazione, come se qualcosa stesse per accadere, eppure il tempo dovesse ancora passare. Diventa così un modo di percepire e attraversare il tempo — da dove siamo stati, a dove siamo ora, a dove stiamo andando. È un invito a soffermarsi, a sentire, a comprendere, a vivere i momenti silenziosi dell’esistenza, sospesi nella grazia della distanza misurata. Not too far, not too close — sempre sul punto di accadere.

Artisti

Mary DeVincentis Herzog (1951, USA)
La pittrice Mary DeVincentis Herzog utilizza un’iconografia profondamente personale per indagare i dilemmi universali e i misteri dell’esistenza. Influenzati dal buddhismo e dalla psicoterapia, i suoi dipinti si fondano anche sulla tradizione del modernismo e del postmodernismo occidentale, così come su decenni di studio dell’arte classica dell’Asia meridionale e tibetana. Attualmente lavora a Dark Matters, una serie che esplora il lato oscuro dell’esperienza umana, e a Sin Eaters, dedicata a santi, martiri, capri espiatori ed emarginati. Le sue opere sono state esposte al Life on Mars Gallery, International Print Center, New York Public Library, White Columns e Brooklyn Museum, e sono presenti in numerose collezioni pubbliche e private. Ha conseguito il BFA presso il Maryland Institute College of Art e un Postgraduate Diploma in Advanced Printmaking presso la St. Martins College of Art di Londra. Vive e lavora a Brooklyn, NY.

Ṣọlá Olúlòde (1996, Regno Unito)
Ṣọlá Olúlòde vive e lavora a Londra e ha conseguito un BA in Fine Art Painting presso la University of Brighton nel 2018. Le sue visioni oniriche e queer esplorano le incarnazioni di donne nere britanniche e persone non binarie. Lavorando con tinture naturali, batik, cera, inchiostro, pastelli, oil bar e impasto, realizza tele testurizzate che indagano le fluidità identitarie. Ispirandosi a esperienze personali, amici e riferimenti culturali, mette al centro le donne queer nere, sottolineando l’importanza della rappresentazione e della celebrazione delle intimità queer.

Valdrin Thaqi (1994, Kosovo)
Valdrin Thaqi vive e lavora tra Prishtina e Berlino. Diplomato presso l’Accademia di Belle Arti di Prishtina, la sua pratica multidisciplinare si concentra principalmente su pittura e installazione. Tra le sue recenti mostre personali: Short Poems and Other Tales / A Play by Valdrin Thaqi (Hajde Foundation / Grand Hotel, Prishtina, 2024); I think I see it now(Bazament Art Space, Tirana, 2024); You do realize, there is a place where the sidewalk ends (East Contemporary Gallery, Milano, 2023); It’s been a while since I saw a cloud in the sky (Motrat Gallery, Prishtina, 2019). Tra le collettive: Silent Threads (Galleria Continua, Parigi, 2025); Artists of Tomorrow (Stacion – Center for Contemporary Art, Prishtina, 2022); Kosovo Art Collection (Galleria Nazionale d’Arte del Kosovo, 2022); Manifesta 14 (2022); Nothing Like Home (LambdaLambdaLambda Gallery, Prishtina, 2021). Ha ricevuto il Muslim Mulliqi Award (2018) e il Young Artists Award (2019) dalla Galleria Nazionale d’Arte del Kosovo ed è stato nominato per lo Stacion Centre for Contemporary Art Award (2022).

Elias Njima (1994, Svizzera)
Elias Njima vive e lavora a Ginevra. Dopo essersi formato come graphic designer al CFPA di Ginevra, si trasferisce ad Amsterdam nel 2014, dove consegue un BA in Fine Arts presso la Gerrit Rietveld Academie nel 2018. Nei Paesi Bassi sviluppa un linguaggio pittorico che unisce influenze contemporanee e locali a riferimenti provenienti dai paesi di origine. Dal suo ritorno in Svizzera nel 2020 ha esteso la propria ricerca artistica anche all’incisione e alla scultura, in particolare la ceramica.

Lisa Ivory (1966, Regno Unito)
Lisa Ivory vive e lavora a Londra. Si è laureata in Fine Art Painting presso la St. Martin's School of Art nel 1988. La sua pratica esplora l’alterità e la sua duplice natura di paura e attrazione. Crea mondi fantastici popolati da creature mitiche — uomini selvaggi, chimere, ibridi, spettri — attingendo da archetipi narrativi classici. Tra le recenti mostre: Yusto/Giner (Madrid), Veta (Madrid), Fabian Lang Gallery (Zurigo), e personali presso Nino Mier Gallery (Bruxelles), CZA (Milano), Charlie Smith London e Pamela Salisbury (New York).

Zhang Shangfeng (1998, Cina)
Zhang Shangfeng vive e lavora a Xi’an. I suoi dipinti raffigurano il momento più oscuro dell’avventura: la trance, l’impassibilità prima di una scelta. Spesso maschili, le figure incarnano l’archetipo dell’avventuriero, al contempo mito e solitario, potente ma sospeso tra vittoria e sconfitta. Zhang valorizza lo spirito dell’avventura, pur mettendone in luce la solitudine: un’indifferenza prima dell’azione.

Ralf Kokke (n. 1989, Paesi Bassi)
Ralf Kokke vive e lavora a Dordrecht. Diplomato alla Royal Academy of Fine Arts di Anversa, Kokke realizza dipinti che intrecciano memoria e narrazione, utilizzando texture stratificate e pigmenti artigianali per evocare storie intime e al tempo stesso universali, ispirate ai sogni d’infanzia, all’arte naïf e popolare e ai maestri del primo Rinascimento. Ha presentato mostre personali presso la Kristin Hjellegjerde Gallery (Londra, Berlino) e la Hans Alf Gallery (Copenaghen), ed è stato incluso in importanti collettive come Where the Wild Roses Grow (Kristin Hjellegjerde Gallery, Londra, 2023) e LIAISON | THE PAPER SHOW (Better Go South, Copenaghen, 2024), oltre a partecipare a fiere internazionali quali Enter Art Fair (Copenaghen) e Contemporary Art Now (Ibiza). Le sue opere fanno parte di prestigiose collezioni pubbliche e private, tra cui il Dordrechts Museum, la Van Gogh Huis Collection e la Vietnam Art Collection, e nel 2024 è stato nominato al Dutch Royal Painting Award. 
Zhimin Zhang x Willow Art Space:
Zhimin Zhang (n. 1997) è una curatrice, gallerista e imprenditrice culturale nata a Wuhan e con base a Londra, la cui pratica interdisciplinare spazia tra arte, scienze umane (in particolare sociologia, psichiatria, salute, fitness e benessere), innovazione imprenditoriale e impegno comunitario.

È fondatrice di Willow Art Space (WAS), istituita a Londra nel 2022, un’impresa artistica socialmente consapevole dedicata alla scoperta, promozione e sostegno di giovani artisti emergenti e sottorappresentati. Attraverso WAS, Zhang crea collaborazioni trasversali che estendono l’espressione artistica oltre i confini tradizionali, rendendola più accessibile, incisiva e socialmente rilevante.

La ricerca curatoriale di Zhang esplora come l’arte si intrecci con le scienze sociali e umane — non solo come esperienza estetica, ma anche come strumento di condivisione della conoscenza, riflessione culturale e consapevolezza sociale. Mira a sviluppare metodologie innovative e inclusive che mettano in dialogo queste discipline, utilizzando l’arte sia per illuminare questioni sociali urgenti sia per ampliare la visibilità e il riconoscimento di artisti che sfidano le narrazioni convenzionali. Zhang si posiziona all’avanguardia di un nuovo modello olistico di impegno culturale — uno che insiste sul fatto che l’arte non sia distante o isolata, ma profondamente intrecciata con i modi in cui viviamo, pensiamo e cresciamo.