Nina Nasilli – 2N.est
2N.est è il risultato affascinante di un percorso inedito: 77 opere esposte (grandi tavole, disegni e piccole carte, realizzate con base acrilica e colori ad acqua) che sono di volta in volta mète, àncore, approdi del pensiero e dei sentimenti in dialogo tra loro.
Comunicato stampa
L’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova nell’ambito della rassegna RAM – Ricerche Artistiche Metropolitane – presenta la mostra 2N.est, personale della pittrice Nina Nasilli a cura di Barbara Codogno.
Nina Nasilli torna a esporre nella città in cui vive e lavora con una mostra di opere recenti di alto valore artistico e poetico. 2N.est è il risultato affascinante di un percorso inedito: 77 opere esposte (grandi tavole, disegni e piccole carte, realizzate con base acrilica e colori ad acqua) che sono di volta in volta mète, àncore, approdi del pensiero e dei sentimenti in dialogo tra loro. Un racconto che entra ed esce, colpisce e accarezza, esplora e ritorna, sempre con un tratto che dis-vela, narra e mantiene in equilibrio il detto e il non detto.
“2N.est si inserisce a pieno in RAM il contenitore progettato per dare spazio alle espressioni di arte contemporanea della nostra città, quest'anno dedicato al tema 'Il sogno e la ragione'” spiega Andrea Colasio, Assessore alla Cultura del Comune di Padova “Nasilli è voce lirica, ma è anche voce fuori dal coro. Sono sicuro che la città di Padova saprà scoprire e apprezzare un’artista, riconosciuta a livello italiano ed europeo, che dà voce nelle sue opere alle inquietudini e alle speranze del nostro vivere”.
Il titolo di questa personale è un enigma, un rebus che impone – ma soprattutto ci regala – l’opportunità di fermarsi, di vedere oltre la superficie del segno, scandagliando i livelli più profondi del suo significato. Ed è in questa stratigrafia semantica che si raccoglie il cuore delle opere di Nasilli, come suggerisce Barbara Codogno, curatrice della mostra, a partire da quel 2N: una doppia enne. Identitaria: Nina Nasilli. E negatrice di identità ( N N ): nel momento in cui si nega in quanto “figlia di nessuno”, Nasilli si ritrova.
Nasilli, che nel suo essere e non essere, est: è, e vive. E questa presenza si allarga subito a un orizzonte geografico e spaziale, 2N.est come il Nord da dove si levano i venti che ispirano versi poetici, e l'Est, da dove nasce il sole.
Un orizzonte di appartenenza, e di origine. Come sancisce 2N.est ovvero to nest - “fare il nido”, in inglese.
Qui vibra il nucleo dell’opera di Nasilli, in questo nido che testimonia sia l'esperienza del dolore sia quella di abbracciare la felicità. Perché ogni nido è microcosmo che protegge dall’esterno, conserva l’interno, dà la vita, regala gioia e, allo stesso tempo è attraversato dalla sofferenza, dall'assenza, dall'ineluttabilità.
È un ritorno al nucleo essenziale dove gli opposti vivono insieme. Per riuscire a parlare di questa verità dell'amore serve uno sguardo delicato e che Nasilli esprime anche nelle scelte cromatiche – il bianco, il nero, il giallo, l’azzurro: pochi colori, primari e primitivi – e in un tratto istintivo e meditato allo stesso tempo che, come osserva Barbara Codogno nel testo critico “consegna l’umanità al meraviglioso incanto del ciclo eterno, che coagula nel particolare il tutto cosmico”.
Nell’allestimento le opere sono sorrette da griglie metalliche e alle tavole sono alternati versi di grandi poeti del ‘900: punteggiatura emotiva che dà ritmo al racconto intimo di Nasilli. Che, proprio perché intimo, ci parla – naturalmente - dell'universale. Così come sigilla Barbara Codogno: “2N.est è un diario intimo, le opere di Nasilli sono preghiere, razzi, folgori. Nasilli è - sempre - nervo scoperto”.