Nicola Gobbetto – I shouldn’t have eaten those caterpillars

Informazioni Evento

Luogo
EDICOLA RADETZKY
Viale Gorizia, Milano, Italia
Date
Dal al
Vernissage
27/04/2018

ore 19

Artisti
Nicola Gobbetto
Curatori
Andrea Lacarpia
Generi
arte contemporanea, personale
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In I shouldn’t have eaten those caterpillars, Gobbetto fa riferimento alle “farfalle nello stomaco”, metafora popolare che descrive la percezione fisica dell’innamoramento tra svuotamento e confusione, per analizzare lo stato d’animo di chi entra in una dimensione di novità, trasformazione e cambiamento.

Comunicato stampa

All’interno della cultura popolare, spesso gli stati emotivi si trasformano in simboli e metafore socialmente condivise. La narrativa fantastica, partendo dal mito e la fiaba per arrivare alle nuove mitologie del cinema, della pubblicità e della comunicazione digitale, formalizza la complessità della dimensione interiore attraverso flussi narrativi che fanno da ponte con la sfera razionale, agevolando attraverso l'immaginazione la coscienza dell'Io nei suoi aspetti più viscerali.
Nella propria ricerca, Nicola Gobbetto trae ispirazione delle metafore dell'immaginario collettivo per sondarne la vitalità semantica attraverso una continua sperimentazione formale. Materiali eterogenei sono fusi in narrazioni che uniscono riferimenti a diversi ambiti, come la storia dell'arte, la mitologia, le fiabe, l'immaginario sportivo, la sessualità e la dimensione emotiva.
Come in All you can eat, progetto presentato a Dimora Artica nel 2017, in cui lo stato d'animo che precede l'impulso creativo era rapportato all'ipertrofia del desiderio e ad un metabolismo portato all'eccesso, anche nell'installazione pensata per Edicola Radetzky il sentimento è descritto attraverso la dimensione corporea, trasformando lo spazio espositivo in una sorta di apparato digerente in cui il mondo esterno viene assimilato e trasformato nella dimensione psichica, in attesa di essere rigettato all’esterno attraverso nuove azioni feconde.
In I shouldn't have eaten those caterpillars, Gobbetto fa riferimento alle “farfalle nello stomaco”, metafora popolare che descrive la percezione fisica dell’innamoramento tra svuotamento e confusione, per analizzare lo stato d’animo di chi entra in una dimensione di novità, trasformazione e cambiamento. Lo spazio dell’Edicola diviene contenitore di forme indefinite che fluttuano caoticamente, fornendo un’immagine della turbolenza emotiva che si sviluppa nei “momenti di passaggio”, in cui la vita prende strade inedite. Gli elementi che si agitano all’interno dello spazio chiuso traducono visivamente il tornado di sensazioni che agita la vita psichica di fronte ai cambiamenti che, come nella metamorfosi dei bruchi in farfalle, sono dolorosi ma necessari per il raggiungimento di una nuova e più completa forma dell’Io.

Biografia
La produzione di Nicola Gobbetto si snoda attorno alla ricerca dell’Io. È dal mondo della narrativa fantastica, della mitologia, del cinema che Gobbetto trae ispirazione. Le tecniche da lui sperimentate vanno dalla pittura al video, dall’installazione alla scultura, fotografia, collage e disegno.
Tra le principali mostre recenti All you can eat a Dimora Artica (Milano), Hands up, hands tied alla Galleria Davide Gallo (Milano) e Bread & Cola alla Galleria Fonti (Napoli). Ha inoltre esposto presso: Marselleria (Milano), Museo della Città (Rimini), Galleria Civica (Padova), Triennale di Milano (Milano), Istituto Italiano di Cultura (Belgrado), Galleria Comunale d'Arte Contemporanea (Monfalcone), Museo Pecci (Prato), Palazzo Fendi (Roma), Museo MADRE (Napoli).

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NICOLA GOBBETTO
I SHOULDN’T HAVE EATEN THOSE CATERPILLARS

Curated by Andrea Lacarpia

Opening: April 27th at 19:00

The exhibition will be open: From April 27th to May 25th, 2018

Location: Edicola Radetzky, viale Gorizia (Darsena), Milano

Very often in pop’s culture the emotional states turn into socially shared symbols and metaphors. The fantastic fiction, from myths and fairytales to the new cinema’s mythologies, advertisement and digital communication, formalizes the complexity of the inner dimension with narrative fluxes that are somehow linked to rationality, facilitating through imagination the self-consciousness in its more visceral aspects. In its own research, Nicola Gobbetto takes inspiration from the public imagination to test its semantic vitality through a continuative formal experimentation. Heterogeneous materials are merged in narrations that unites references of different areas like history of art, mythology, fairytales, sports imaginar, sexuality and the emotive dimension. Just as in All you can eat, a project exhibited in 2017 in Dimora Artica, where the mood that precedes the creative impulse was related to the desire’s hypertrophy and to metabolism brought to its limits, in the same way also in the installation in Edicola Radetzky the feelings are described through the body dimension, turning the exhibition site in some kind of digestive system in which the outside world has been assimilated and turned into the psychic dimension, waiting for being rejected outside through some new fruitful actions. In I shouldn’t have eaten those caterpillars Gobbetto reference is linked to the phrase “To have butterflies (in the stomach)”, a popular metaphor that describes the physical feeling of falling in love in between emptiness and a sort of confusion, analising the mood of the ones who try something new, something that changes or transforms them. The Edicola’s space becomes a container for undefined shapes floating chaotically, showing a picture of the emotive turbulence that develop in those transitions when life takes unprecedented paths. The elements that move inside the contained space visually translate the hurricane of feelings that can upset the psychic life in front of some changes that, just like the caterpillar metamorphosis into butterflies, are painful but necessary in order to reach a new and more complete self shape.

Biography
The production of Nicola Gobbetto winds around the search of the ego. It’s from the fantastic fiction, myths and legends, cinema that Gobbetto takes his inspirations. Metamorphosis and transformation are the key words of his artistic production. The techniques he had experimented ranging from painting to video, installations, sculpture, photography, collage and drawing.
The main late exhibitions are: All you can eat a Dimora Artica (Milano), Hands up, hands tied alla Galleria Davide Gallo (Milano) and Bread & Cola alla Galleria Fonti (Napoli). He also exhibited his art at: Galleria Fonti (Napoli), Marselleria (Milano), Museo della città (Rimini), Galleria Civica (Padova), Triennale di Milano (Milano), Istituto Italiano di Cultura (Belgrado), Galleria Comunale d'Arte Contemporanea (Monfalcone), Museo Pecci (Prato), Palazzo Fendi (Roma), Museo MADRE (Napoli).