Nel confine del segno

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA CONTEMPO
via Tomaso Maier 48A 38057, Pergine Valsugana , Italia
Date
Dal al

tutti i giorni dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 19.00 , domenica e lundi – su l`appuntamento.

Vernissage
09/12/2017

ore 18,30

Curatori
Paolo Dolzan
Generi
collettiva, disegno e grafica
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Mostra di incisioni di artisti italiani e tedeschi.

Comunicato stampa

NEL CONFINE DEL SEGNO / An der Grenze des Zeichens
mostra di incisioni di artisti italiani e tedeschi
a cura di Paolo Dolzan
9- 18 dicembre 2017
Inaugurazione :
9 Dicembre 2017 alle ore 18.30
galleria Contempo
sede: via Tomaso Maier 48° ; Pergine Valsugana (TN) 38057,

Artisti
(Italia) Alberto Balletti, Patrizio di Sciullo, Paolo Dolzan, Piermario Dorigatti, Stefano Grasselli, Luciano Ragozzino
(Germania)- Wolfgang Faller, Christian Lifka, Norbert Klora, Gunter Pusch e Michael Thomas Sachs

La manifestazione, organizzata dall’Arci del Trentino con il contributo dell’Assessorato alla Cultura della Provincia Autonoma di Trento, e in collaborazione con la “KunstHause Herr Gevatter” (Germania) e la galleria Contempo. Nell`occasione dell`evento e edito il catalogo illustrato ( 100 pagine , stampato di Litodelta Sas) con i testi in italiano e tedesco di Andrea La Malfa (Presidente di Arci del Trentino), Dora Bulart ( direttrice di galleria “Contempo”) e Paolo Dolzan ( curatore della mostra) .
La mostra rimarra aperta fine al 18 dicembre 2017.Igresso libero con orari tutti i giorni dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 19.00 , domenica e lundi – su l`appuntamento.
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breve informazione per gli artisti
ALBERTO BALLETTI si è diplomato in pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e ha conseguito la laurea specialistica presso l’Università di Architettura di Venezia (IUAV). Pittore, fotografo, videomaker, incisore, stampatore e docente presso l’Accademia di Belle Arti di Brera.Dal 1990 espone in numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Sue opere si trovano presso svariate collezioni pubbliche. (www.albertoballetti.com)
PATRIZIO DI SCIULLO incisore e disegnatore nasce a Fallo in provincia di Chieti nel 1965. Si Diploma in Pittura nel 1988 presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Nel 1991 collabora con l’artista Gino De Dominicis. Dal 1997 collabora a più riprese come incisore ospite presso l’Istituto Nazionale per la Grafica (Calcografia) di Roma. Nel 2000, realizza la Pianta Monumentale di Roma per il grande Giubileo, su progetto congiunto della Biblioteca Apostolica Vaticana e della Calcografia Nazionale. Alcune sue opere sono raccolte presso la Biblioteca Marucelliana di Firenze, presso il Gabinetto di stampe antiche e moderne di Bagnacavallo, presso la Calcografia Nazionale di Roma, presso la raccolta Bertarelli di Milano, presso la Biblioteca Apostolica Vaticana e presso la BnF Bibliothèque Nationale de France. L’artista lavora da sempre ispirandosi alle straordinarie forme e alle morfologie della natura.
PAOLO DOLZAN nasce a Mezzolombardo (TN) nel 1974. Si diploma in Pittura nel 1998 presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia. Attivo come artista e curatore artistico. Dal 1993 ha collaborato con numerosi artisti e preso parte a circa trecento esposizioni tra collettive e personali, in Italia e all’estero. Le sue opere grafiche e pittoriche sono presenti in collezioni italiane ed estere. Dal 2014 è direttore artistico del simposio di scultura in granito “Pietre d’Acqua”, Villa Agnedo (TN). Insegnante di Storia dell’Arte, vive e lavora tra Stenico (TN) e Wolkisch (Sassonia, Germania).
(paolodolzan.blogspot.it)
PIERMARIO DORIGATTI nasce nel 1954 a Trento, dove si diploma alla Scuola Statale d’Arte “Alessandro Vittoria”. In seguito frequenta lo studio dello scultore Mauro De Carli, approfondendo sia il disegno sia le tecniche scultoree. Alterna lunghi soggiorni di studio a Milano, dove gli
incontri con gli artisti Gino Meloni e Mattia Moreni divengono rilevante e ulteriore stimolo di confronto e ricerca pittorica. Nel 1989 si trasferisce definitivamente a Milano, dove si diploma in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera nel 1994. Esordisce in mostra personale (Trento, Palazzo Pretorio) nel 1982, il suo percorso espositivo si sviluppa con regolare cadenza fino ai giorni nostri con numerose esposizioni personali e collettive in Italia e all’estero. Attualmente insegna all’Accademia di Belle Arti di Bologna. ( piermariodorigatti.blogspot.it)
STEFANO GRASSELLI nasce a Reggio Emilia dove vive e lavora. Dopo aver frequentato l’Istituto D’arte G.Chierici si iscrive all’Accademia di belle Arti di Bologna dove si diploma in pittura. Svolge nei successivi anni attività di alto restauro e decorazione pittorica, per poi dedicarsi alla propria ricerca artistica mediante i linguaggi : pittorico , grafico incisorio e plastico . Ha esposto in Italia e all’estero. Attualmente e’ docente di materie artistiche. Le sue opere grafiche e pittoriche sono presenti in collezioni italiane e straniere.
LUCIANO RAGOZZINO è nato e vive a Milano. Dopo la laurea in biologia, ha conseguito il diploma alla Scuola Superiore degli Artefici di Brera, specializzandosi nella tecnica dell’acquerello. Dopo aver frequentato il Civico Corso di Arti Incisorie ha collaborato con diversi editori d’arte, illustrandone i testi con incisioni per le quali utilizza principalmente la tecnica dell’acquaforte. Ha vinto il Primo premio in concorsi internazionali dedicati all’”Ex Libris” e a Milano, il premio delle Arti e della Cultura nel settore della Grafica nel 2005. Da dieci anni pubblica in proprio le edizioni de “Il Ragazzo Innocuo” (che è l’anagramma del suo nome) in tiratura limitata.
WOLFGANG FALLER nasce nel 1952 a Villingen, nella Foresta Nera. Studia all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano sotto la guida del Prof. Cantatore e presso la Ecole Supérieure d’Expression Plastique, Lille -Tourcoing con il Prof. Leroy. Nel corso della sua attività artistica ha preso parte a numerose esposizioni collettive e personali, in Germania e all’estero. Svariate opere, si trovano in collezioni pubbliche e private. Dal 2003 vive e lavora a Markgräflerland, nei dintorni di Freiburg.
CHRISTIAN LIFKA nasce nel 1952 a Dresda dove vive e lavora. Diplomato presso l’Accademia di Belle Arti di Dresda in Pittura e Grafica con il Prof. Günter Horlbeck nel 1985. Dal 1990 membro della Bundesverband Bildender Künstler (BBK) und des Künstlerbundes Dresden e.V. Nel corso della sua attività ha partecipato a numerose esposizioni personali e collettive in Germania e all’estero.
NORBERT KLORA nasce nel 1955 a Brüggen, Germania. Artista e fotografo, diplomato in design presso il College FHS di Hildesheim, nel 1981. La sua carriera espositiva ha inizio nel 1986 con la presenza al Lower Saxony Pavilion alla fiera di Hannover, cui fanno seguito numerose partecipazioni a mostre personali e collettive di carattere internazionale. Da molti anni collabora con l’associazione culturale italiana Arci del Trentino. Nell’Aprile del 2017 presenta oltre 120 opere presso la Galleria Stammelbach-Speicher di Hildesheim. Vive e lavora ad Hannover.
(www.discover-art-germany.com)
GUNTER PUSCH nasce in Germania a Landshut nel 1962. Dopo un primo percorso legato all’ambiente della meccanica e dei motori (meccanico aereonautico 1977-1984) si laurea in architettura presso il Politecnico di Monaco di Baviera dove comincia i suoi studi di disegno industriale e architettonico. Contemporaneamente trascorre lunghi periodi di viaggio nel Sudest asiatico, India, Cina, USA, Indonesia, Israele, Giordania. Nel 2002 si trasferisce in Italia dove continua la sua attività artistica unendo alle suggestioni dell’arte italiana l’influenza delle correnti contemporanee tedesche.
(www.gunter-pusch.com) b
MICHAEL THOMAS SACHS nasce ad Annaberg-Bucholz nel 1962. Vieve e lavora in Brandeburgo.
Diplomato in Pittura e Grafica presso l’Accademia di Belle Arti di Dresda. Membro del Circolo di Pittura e di Grafica di Carl-Heniz Westenburger. Membro del Circolo “Erzhammer”. Nel corso della sua attività ha partecipato a numerose esposizione personali e collettive in Germania e all’estero.

testo critico
NEL CONFINE DEL SEGNO / An der Grenze des Zeichens
a cura di Paolo Dolzan

Con questa esposizione che vede riuniti dodici artisti di provenienza tedesca e italiana, Arci del Trentino desidera rinnovare la collaborazione tra questi due Paesi che fin dal principio ha contraddistinto l’attività del circolo fondato nel 1973 a Trento da Ugo Winkler e che oggi, dopo oltre quarant’anni, è diventato sede provinciale di Arci del Trentino e forza aggregante della cultura sociale del territorio. In altre occasioni abbiamo potuto mostrare l’attenzione particolare della nostra associazione per il mondo della grafica e della stampa, con l’apertura di molti laboratori approntati ovunque si trovasse l’occasione di un’amministrazione locale favorevole, oppure anche di un privato. Ricordo l’importante esperienza della “casa per artisti” creata da Winkler verso la metà degli anni ’90 in un grande stabile di campagna nell’abitato di Stenico, in Val Giudicarie; come pure il laboratorio di incisione e l’alloggio per le residenze artistiche creato nel comune di Nago-Torbole sul lago di Garda e quelli dislocati per brevi periodi in alcune località della Val di Non. Tutte queste esperienze rappresentarono un interessante esperimento che creò dinamiche rotte di scambio per gli artisti provenienti soprattutto dai Balcani e dal Nord Europa, rafforzando nel contempo la rete di collaborazione con gli artisti locali e le comunità ospitanti.
In un passato ancora più lontano, la produzione di stampe d’arte promossa dall’Arci del Trentino servì la causa politica e sociale, trasformando le idee di riforma e di lotta di classe in immagini, in nuove icone, che circolavano tra gli operai durante le occupazioni delle fabbriche. Nell’ottobre del 2009 presentammo presso Casa Legàt a Volano il primo numero della collana “i quaderni dell’arci” dedicato al Laboratorio itinerante della stampa d’arte. Furono esposte al pubblico una quarantina di opere prodotte dagli artisti nei laboratori attrezzati dalla nostra associazione e tra le partecipazioni figuravano numerosi artisti di area tedesca.
Da qualche anno siamo impegnati nella creazione di una casa per artisti con il progetto denominato “Kunsthaus Herr Gevatter”. Si tratta di una grande struttura provvista di alloggi, ristorante, teatro e atelier ove sperimentare i vari linguaggi dell’arte, situata a pochi chilometri dalle città sassoni di Meissen e di Dresda. La nostra intenzione è quella di fondare in Germania un centro associativo partecipato a livello internazionale, con interlocutori che oltre alla realtà tedesca, allarghino i confini delle relazioni fino alla Cina, alla Russia e agli Usa. In questo contesto si colloca l’evento “Nel confine del segno / an der Grenze des Zeichens”, con la prima intenzione di rafforzare il legame artistico, culturale e territoriale tra le due principali realtà che maggiormente tracceranno la rotta futura.
Ciascun artista dei dodici selezionati presenta tre opere che spaziano nelle differenti tecniche di stampa, (xilografia, calcografia, serigrafia, litografia), per un totale di trentasei grafiche esposte in mostra. Il tema è libero, rivelando perciò l’angolazione soggettiva dell’autore sia per quanto riguarda i contenuti che per quanto concerne il mezzo espressivo e tecnico impiegato.
Anche se tra le opere presentate non mancano esempi che innestano nella tradizione della stampa strumenti e possibilità offerti dalle nuove tecnologie, è nostro interesse avvicinare il pubblico al mondo “inattuale” delle tecniche incisorie che contrappone alla moderna riproducibilità e diffusione dell’immagine digitale, una produzione che, anche se in serie, per le caratteristiche specifiche artigianali dei processi di inchiostrazione e stampa della matrice, restituisce sempre opere che pur non variando in maniera sostanziale e pur forzando i limiti della definizione, si possono classificare come “pezzi unici”. Ed è proprio questa “unicità” che rigenera ad ogni replica l’esperimento della stampa e conferma il valore della pratica e dell’autore.
La presenza fisica necessaria a sovrintendere ogni fase creativa che dà luogo all’immagine, per noi diventa il simbolo per denunciare la spersonalizzazione, la fragilità aggregativa in essere oggi. Le opere presentate in questa esposizione, oltre ai contenuti precisi che trasmettono, vogliono ricordarci che la strada più semplice da percorrere non è sempre quella che conduce più lontano.
Allo scopo di familiarizzare anche il lettore meno esperto, accludiamo di seguito una sintetica trattazione delle principali tecniche incisorie e di stampa, riproducendo in estratto il “Breviario di tecniche della stampa” cosi come apparso nel volume 1 de “I quaderni dell’arci / Il laboratorio itinerante per la stampa d’arte” pubblicato nel 2009.

BREVIARIO DI TECNICHE DELLA STAMPA
Xilografia
Si chiama xilografia (o silografia) l’incisione per mezzo di appositi strumenti da intaglio (sgorbie) di un supporto piano di legno (matrice) che è detto di “testa” o di “filo” a seconda della direzione del taglio rispetto alle venature. La xilografia è classificata tra le incisioni dette “a rilievo” e per le sue caratteristiche si è anticamente prestata ad accompagnare con le immagini i testi nelle tirature di volumi tipografici. Una volta incisa la matrice, essa viene inchiostrata tramite un rullo o un tampone e, dunque, stampata. La stampa può essere eseguita a mano o tramite apposito torchio a pressione (verticale o a scorrimento). Le peculiarità della matrice e la notevole profondità dei segni incisi consentono un’elevata tiratura dell’immagine. Le prime notizie circa le origini di tale tipo di stampa ne fanno risalire la sua invenzione al Giappone, intorno al VIII secolo. In Europa i primi esempi risalgono al XIV secolo. La xilografia conosce un nuovo periodo di grande utilizzo nei decenni a cavallo tra il XIX e il XX secolo, principalmente ad opera di artisti come Paul Gauguin, Edvard Munch e successivamente, di numerosi interpreti delle avanguardie storiche.
Calcografia
La calcografia (o stampa calcografica) è un sistema di stampa ad incavo, consistente nell’incidere una lastra di zinco o di rame (matrice) mediante appositi strumenti (punta e bulino) o tramite l’utilizzo di specifici acidi (incisione a morsura). Nell’ambito della stampa calcografica esistono svariate tecniche e tra queste, le più comuni prendono il nome di “bulino”,”puntasecca” e “acquaforte”. Le tecniche del “bulino” e della”puntasecca” consistono nell’incidere l’opera su una lastra metallica servendosi di una punta d’acciaio a guisa di una matita. Una volta incisa, la lastra viene completamente inchiostrata e in seguito pulita affinché l’inchiostro rimanga depositato solo nelle parti precedentemente incise. Al termine delle operazioni di pulitura ed inchiostrazione, la lastra viene posta sul torchio calcografico (consistente in due rulli a scorrimento e pressione). La pressione esercitata dal torchio trasferisce l’immagine (rovesciata a specchio) sulla carta, che è stata opportunamente inumidita. Questa tecnica consente una limitata tiratura del medesimo soggetto. La tecnica detta”acquaforte”prevede che la lastra con funzione di matrice venga rivestita di una sottile pellicola di cera d’api, bitume o vernice satinata. Successivamente, con un qualsiasi strumento a punta, si asporta il materiale protettivo affinché restino scoperte le parti dell’immagini che si vogliono incise. La lastra, opportunamente preparata, viene quindi immersa in una soluzione acida (acido nitrico o ipercloruro ferrico). A tale soluzione, anticamente chiamata “acquaforte”, si deve il nome della tecnica. Il processo di immersione della matrice nell’acido che corrode le parti lasciate scoperte viene detto “morsura”. Le prime notizie su questa tecnica di stampa risalgono alla metà del XV secolo in Europa. Questa tecnica di stampa consente una modesta tiratura del medesimo soggetto
Litografia
La litografia è una tecnica di produzione meccanica delle immagini. Il procedimento venne inventato dal tedesco Alois Senefelder nel 1796,che per primo utilizzò per matrice una lastra di pietra. Questa tecnica si basa sull’incompatibilità di alcuni inchiostri con l’acqua. Una particolare qualità di pietra (carbonato di calcio), opportunamente levigata, diviene la matrice (6-12cm di spessore) sulla quale tracciare un’immagine per mezzo di una matita grassa. Le caratteristiche della pietra consentono di
trattenere nelle parti non disegnate della matrice, un sottile strato d’acqua (detto contrografismo) che il segno grasso invece respinge. Inchiostrando la matrice opportunamente preparata, l’inchiostro viene respinto dalle parti umide per essere invece trattenuto dalle parti grasse.
Al termine dell’inchiostrazione, la pietra viene posta sotto l’apposito torchio litografico e la carta da stampa si imprime unicamente dell’inchiostro depositato sulle parti disegnate. Questa tecnica di stampa, in auge nel XIX secolo, consente la tiratura di un elevato numero di copie del medesimo soggetto.
Paolo Dolzan,
curatore della mostra

Fin dalla sua fondazione l’Arci del Trentino, grazie all’opera di Ugo Winkler, ha sempre sviluppato una progettualità volta alla costruzione di una rete europea dell’arte. Rapporti stretti in particolare con il mondo di lingua tedesca. Il Trentino è territorio di confine tra i popoli del Mediterraneo e quelli del Centro Europa: parte dell’identità della nostra Provincia viene da questa sua condizione. L’identità però non è qualcosa di statico, è un processo. Per questo motivo la costruzione di identità di un territorio di confine può andare in due direzioni: quella di un’identità aggressiva, di chiusura, basata sulla mitologia della tradizione e quella, al contrario, di una identità aperta, dialogante, progressista. Dopo che negli anni novanta l’europeismo ha conosciuto un momento di grande condivisione, oggi assistiamo al ritorno dei nazionalismi. I confini, quelli degli Stati, tornano a essere il limite al movimento delle persone, soprattutto per quelle nate fuori dall’Unione, che spererebbero nell’Europa come luogo di promozione dei diritti umani. Tranne in alcuni limitati periodi storici, la vocazione dell’arte è stata quella di favorire un processo d’identità che faciliti l’incontro tra le culture. L’arte ha in sé un modo di rielaborazione, di rimescolamento, per non dire di sovversione.
“Nel confine del segno” è un ponte intraeuropeo, che mette insieme artisti italiani e tedeschi; continuando quel lavoro di legame, che l’Arci del Trentino promuove. Un compito che per noi è un’urgenza culturale.

Andrea La Malfa
Presidente ARCI del Trentino

La Galleria Contempo è lieta di ospitare presso i suoi spazi l’evento “NEL CONFINE DEL SEGNO / An der Grenze des Zeichens”. Con questa iniziativa e la collaborazione con l’associazione Arci del Trentino auspichiamo di aprire nuovi futuri orizzonti di scambio e dialogo internazionale culturale.
Soprattutto in passato, la stampa d’arte è stato motivo di forte interesse personale, ed uno dei primi campi che mi ha visto attiva collezionista, avendo composto negli anni un archivio di oltre 1500 opere. In questa occasione, l’interesse personale si traduce anche nell’organizzazione della galleria che rappresento, curando l’allestimento della mostra presentata nelle pagine di questo catalogo.
Con l’occasione si ringraziano gli artisti presenti in questa rassegna che offre, a nostro avviso, un interessante scorcio sulle sperimentazioni più recenti nel campo della grafica artistica di due realtà che storicamente si sono spesso intrecciate, il mondo italiano e quello tedesco. Il nostro augurio è che questa esperienza sia la partenza di un costruttivo scambio tra gli artisti e il pubblico.

Dora Bulart
Galleria Contempo
Pergine Valsugana ( TN)
dicembre, 2017