NaturAgricolturA

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO REGIONALE DI SCIENZE NATURALI
Via Accademia Albertina, 15, Torino, TO, Italia
Date
Dal al

tutti i giorni: 10 – 19 Chiuso il martedì

Vernissage
27/09/2012

ore 17.30

Biglietti

€ 5,00 intero - € 2,50 ridotto

Generi
arte contemporanea, collettiva
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Sul tema della natura e sull’agricoltura sono stati invitati a riflettere e a lavorare un gruppo di sei artisti piemontesi.

Comunicato stampa

Il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino e l’Associazione Culturale Eridanus inaugurano, Giovedì 27 Settembre, ore 17,30, la mostra “NaturAgricoltura ” curata da Enzo De Paoli .
Sul tema della natura e sull’agricoltura sono stati invitati a riflettere e a lavorare un gruppo di sei artisti piemontesi: Belio (Elio Bozzola), Corrado Bonomi, Alfredo Caldiron, Gianpiero Colombo, Stefania Ricci, Claudio Rotta Loria, particolarmente sensibili ed attenti a tali tematiche, chiamati a realizzare e presentare alla rassegna “NaturAgricoltura” una serie di opere significative delle loro produzioni attinenti agli argomenti proposti. Gli artisti hanno affrontato l’impegno proposto con grande serietà; ciascuno ovviamente secondo la propria tecnica esecutiva ed il proprio stile espressivo: dalla pittura alla installazione ed alla fotografia e dal figurativo-paesaggistico all’astratto, all’informale e al concettuale.

L’opera di Belio riflette prevalentemente su soggetti correlati alla Natura, con interesse per la tematica ecologista. Le composizioni approfondiscono soprattutto elementi naturali, farfalle, libellule, petali di fiori scomposti nei loro dettagli, spesso nel contesto di quadrettature e riquadri, e sempre con cromatismi accesi, resi attraverso l’uso di un intenso acrilico.
Dopo le foglie, gli alberi, le colline e le isole, è l’acqua, a rappresentare per lui, simbolicamente, in quanto fonte primaria di vita, la natura stessa nella sua essenza più intima e vitale. E’ consequenziale la sua denuncia dei persistenti atteggiamenti umani che danneggiano e inquinano l’ambiente e appunto l’acqua, che non è inesauribile come poteva apparire fino a non molto tempo fa (ce lo insegnano il buco nell’ozono e il ritirarsi dei ghiacciai). E’ in queste opere che l’anima ecologista di Belio, mai peraltro venuta meno, riemerge con forza e intensa espressività pittorica.

Corrado Bonomi affronta temi naturalistici da decenni e lo fa tutt’oggi. I suoi “fiori” mostrano però con evidenza la loro voluta falsità, si tratti rose o di girasoli, di peonie o di ninfee: troppo “pesanti” e “imponenti” rispetto alla “leggerezza” degli originali della realtà.
L’artista “gioca” da anni con il mondo della natura. Dal 1977 egli collabora con il Museo “A come Ambiente” di Torino, una scelta convinta sia etica che estetica, una scelta maturata nella scoperta e constatazione di un habitat in pericolo.
Al mondo della natura, tra l’altro, a quello dei vegetali e degli animali, l’artista ha dedicato dieci anni fa il progetto educativo “Animali e Fiori nascono da…”, che è documentato da una pubblicazione curata dal Museo dell’Ambiente, in collaborazione con il Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli.

Alfredo Caldiron presenta una selezione significativa della produzione più recente, in cui mostra la particolare capacità di tradurre nelle sue opere, prevalentemente astratto-informali, atmosfere naturalistiche, spesso legate a stagioni diverse o a specifici momenti della giornata: dall’alba al tramonto. Prende corpo così, grazie ad un uso esperto della luce e del colore, l’atmosfera di una campagna assolata come quella di un notturno in pianura.
Nel contesto della sua ricca produzione la serie che maggiormente aderisce al tema natura è quella delle “Siepi in campo” (2010), dipinti in cui la percezione naturalistica e la sua traduzione pittorica assurgono a particolari valori artistici. Il riferimento reale viene sintetizzato nella sua essenza atmosferica mediante un uso equilibrato, raffinato, ma al tempo stesso intenso della tavolozza. In questi lavori c’è richiamo al paesaggio e alla natura già presente anche in opere del passato, ma questa volta il richiamo è mediato attraverso una nuova sensibilità pittorica, più matura, vibrante ed espressiva, che dà luogo appunto alla rappresentazione dell’atmosfera stessa.

Nell’ambito del repertorio dei lavori concettuali sulla natura e “mitologiche” di Gianpiero Colombo il ciclo “Cerauniae” affronta il tema fulmine-saetta che viene assimilato non solo alle antiche divinità (Giove, Zeus e Tina), ma anche alla potenza della natura che essi evocano: la folgore indicava anche splendore e lucentezza e, in senso figurato, anche i raggi del Sole.
Il ciclo “Cerauniae” è stato anche un inno alla natura, alla luce, alla bellezza e alla mitologia, intesa come antica e affascinante proposta di questi temi: il fulmine e la espressioni della potenza della natura e del suo eterno divenire. A testimonianza invece della sua particolare attenzione per l’agricoltura e i suoi prodotti, ricordiamo la serie “Storie di terra”, in particolare con la sua installazione con falci, fotografia e fieno, che apre simbolicamente la mostra ed è “un omaggio a coloro che con tanta fatica, rispetto e amore hanno lavorato la terra”, come ha dichiarato l’artista stesso.

Stefania Ricci propone alcuni lavori della serie “Insiemi naturali” (2006-2007), a partire da “Alberi 2” (2006), e “Papavero 192” (2007). Opere che appaiono sospese tra il mondo reale e quello delle fiabe, eseguite con raffinata leggerezza. I lavori della serie, “Spiriti della terra”(cominciata nel 2009) sono esplorazioni “casalinghe”. Stefania Ricci ha inoltre rielaborato delle mappe in cui ha colto immagini zoomorfe, quali quella del drago, che ha interpretato come spirito sopito sulla superficie del nostro pianeta, simbolo del grande cambiamento. Un richiamo alla natura lo troviamo anche nella serie “Dalla natura al simbolo” (2007),dedicata all’antica simbologia del tappeto, con un’attenzione particolare ai manufatti delle popolazioni nomadi del Turkestan. Tale simbologia richiama direttamente elementi naturali che l’artista sottolinea, riprendendoli per intero o per frammenti dalla realtà.

Claudio Rotta Loria conferma come il cerchio abbia un ruolo fondamentale nella sua opera, sia come forma collocata nello spazio sia come simbolo di perfezione, sorta di “abbraccio universale”. Dall’inizio del nuovo millennio, la sua produzione “ambientale” si è sviluppata nel contesto della ricerca sul tema dell’Equatore, un modo per pensare il mondo nei termini di una suggestione “geografica” ai limiti dell’astrazione. L’installazione qui proposta con disegni preparatori e video, dal titolo “Promenade chromatique 6”, si inserisce nel corpo di tale ricerca e ne amplia le implicazioni nella direzione processuale dell’install-azione con o senza il coinvolgimento partecipante dello spettatore. Le sequenze del video simboleggiano l’aratura, la semina e il germogliare della terra. La circolarità dell’opera rimanda all’annuale successione del ritmo stagionale (riposo, risveglio e produzione del raccolto), la traccia di polvere bianca d’alga di Bretagna –con cui l’artista traccia la circonferenza sul terreno - evoca il solco prodotto dall’aratro all’atto della semina.