Nativity

Il Museo de’ Medici inaugura a Firenze i nuovi percorsi museali nella quattrocentesca Rotonda Brunelleschi e nell’attiguo Monastero degli Angeli, dove è stata allestita la mostra d’arte itinerante “Nativity” e un’opera del Ghirlandaio.
Comunicato stampa
Il Museo de’ Medici inaugura a Firenze i nuovi percorsi museali nella quattrocentesca Rotonda Brunelleschi e nell’attiguo Monastero degli Angeli, dove è stata allestita la mostra d’arte itinerante “Nativity” con le opere dell’artista Giovanna Dejua e un’opera del Ghirlandaio. L’inaugurazione è programmata per giovedì 11 settembre 2025 alle ore 19 e la mostra resterà aperta fino al 6 gennaio 2026. Il format della mostra d’arte organizzata per il Giubileo 2025 insieme alla Fondazione Giovanna Dejua ha già riscosso grande successo di pubblico e di stampa nelle tappe di Roma nella Chiesa di Santa Maria Annunziata a Lungotevere Vaticano, di Lanuvio nell’antico Museo Civico, di Gerano nel Palazzo comunale, di Ariccia nel Palazzo Chigi restaurato e riportato ai fasti barocchi voluti da Gian Lorenzo Bernini.
La mostra “Nativity”, curata da Davide Vincent Mambriani, realizza idealmente una continuità filologica tra l’arte del Quattrocento, del Cinquecento, del Seicento e del Settecento con le opere dell’artista Giovanna Dejua realizzate nel Novecento e facenti parte del suo “Nuovo Progetto Astratto”. Al Museo de’ Medici di Firenze le opere della Dejua vicino sono affiancate alla “Ultima cena” del Ghirlandaio. Dopo la tappa fiorentina, la mostra “Nativity” andrà nel territorio di Parma nel museo del Castello di Montechiarugolo, dove concluderà il percorso artistico e culturale iniziato a Roma davanti al Vaticano in occasione dell’apertura della Porta Santa nell’Anno giubilare della Speranza.
Il Direttore del Museo de’ Medici, Samuele Lastrucci, ha voluto che la mostra “Nativity”, organizzata insieme alla Fondazione Giovanna Dejua e patrocinata dal Dicastero per l’Evangelizzazione e dal Comune di Firenze, sia esposta anche nel capoluogo fiorentino negli spazi della rinascimentale Rotonda Brunelleschi e del Monastero degli Angeli. Il Direttore Samuele Lastrucci ha evidenziato che «l’accostamento delle due “Natività” di Giovanna Dejua con la “Ultima Cena” di Ridolfo del Ghirlandaio, opera collocata nell’attiguo Monastero degli Angeli, rappresenta una scelta espositiva particolarmente congeniale. Qui non si tratta soltanto di un dialogo tra linguaggi figurativi di epoche diverse, ma anche tra i diversi momenti della vita di Cristo: l’inizio e la fine, l’Incarnazione e il Sacrificio. È come se, già nella scena della nascita, si intravedesse in filigrana il presagio della Passione, in un intreccio di alpha e omega che percorre tutta la storia della salvezza. Le opere di Dejua, appartenenti al suo “Nuovo Progetto Astratto”, reinterpretano un soggetto topico rinascimentale che in questa sede trova un interlocutore privilegiato tanto nell’eredità figurativa del XV secolo quanto nella riflessione spirituale e pittorica del XVI. Esprimo soddisfazione nell’attualizzare il Rinascimento italiano attraverso l’opera degli artisti contemporanei, perché la ritengo un’opportunità di valorizzazione del nostro patrimonio di straordinaria efficacia. Non per ultimo mi piace sottolineare il pregio del folder di Poste Italiane e del catalogo della mostra stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, che raccoglie cinque importanti saggi firmati da critici e storici dell’arte di chiara fama quali Claudio Strinati, Lorenzo Canova, Paola Di Giammaria, Francesco Petrucci e Francesco Francesconi: sintomo di un’operazione culturale autorevole e riuscita».
Il Direttore della Fondazione Giovanna Dejua, Angelo Paletta, ha sottolineato che «un grande ringraziamento è diretto al Museo de’ Medici di Firenze e al Direttore Samuele Lastrucci, che hanno voluto accogliere la tematica della natività posta al centro della mostra “Nativity”. È un’occasione di grande valore artistico e culturale celebrare il significato del Giubileo 2025 affiancando le opere dell’artista Giovanna Dejua con le opere di importanti artisti del Rinascimento scelti dal Museo de’ Medici che ospita la mostra nella quattrocentesca Rotonda Brunelleschi e nell’attiguo Monastero degli Angeli».
Il curatore della mostra ed Incaricato per gli Affari Culturali del Giubileo presso il Dicastero per l’Evangelizzazione Davide Vincent Mambriani, ha sottolineato: «Un ritorno alla bellezza del sacro è il messaggio di “Nativity”, la mostra organizzata dalla Fondazione Giovanna Dejua. L’evento ha ricevuto il prestigioso patrocinio del “Giubileo 2025” dal Dicastero per l’Evangelizzazione per volontà espressa di Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Rino Fisichella. Dopo questo primo riconoscimento altri importanti enti pubblici italiani hanno supportato l’iniziativa culturale con i rispettivi patrocini. Il valore scientifico della mostra è immediatamente dimostrabile con le partnership di quattro musei italiani e con i testi critici di cinque noti storici dell’arte – Claudio Strinati, Paola Di Giammaria, Lorenzo Canova, Francesco Francesconi, Francesco Petrucci – che hanno evidenziato il valore del progetto artistico e degli artisti coinvolti».
Claudio Strinati, critico e storico dell’arte nonché autore RAI e Segretario Generale dell’Accademia di San Luca, ha così analizzato le opere dell’artista italiana presenti nel Museo de’ Medici: «Il tema del sacro è trattato da Giovanna Dejua con una sensibilità e una convinzione che raramente è dato riscontrare nella produzione artistica contemporanea. Qui, nello spazio estetico, Sacro e Profano sono sempre e soltanto due facce di una stessa medaglia che è l’Arte, ma un’arte totalmente pervasa di spirito religioso, fondamento di tutto quello che l’autrice ha inteso esprimere e che tuttora esprime con grande e sincero afflato. Bastano le due opere esposte a farcelo intendere dove cogliamo subito l’essenziale, e cioè la predilezione assoluta in sé per l’astrazione geometrica, non priva di residui di figuratività sapientemente diffusi nello spazio estetico, talvolta in modo esplicito, talaltra in modo appena allusivo. Le due Natività, ad acrilico e foglia d’oro (tecnica peculiare e smagliante della nostra artista) sembrerebbero, ad un primo sguardo, nate dai presupposti su cui si formò l’astrattismo storico teorizzato e praticato da un genio come Kandinsky che non parlava, peraltro, mai di forma e contenuto ma di spirituale dell’arte. Certo, la Dejua è profondamente debitrice verso il Futurismo e l’Astrattismo, per cui lo spazio stesso del quadro è un tracciato che indica le linee del cammino tra la terra e il cielo, tra la dimensione fisica e quella metafisica».
Paola Di Giammaria, Responsabile e Curatore della Fototeca dei Musei Vaticani, ha così descritto le opere in mostra: «Giovanna Dejua nella sua pittura ha portato avanti, invece, un’idea del contemporaneo libero dai conformismi e da ogni condizionamento, facendo emergere la sua differenza, la sua verità interiore e spirituale, attraverso le forme del Nuovo Progetto Astratto da lei ideato nei primi anni Ottanta. Due sintesi poetiche che condensano in forme chiare e nette la sacra rappresentazione della nascita di Cristo. L’oro – spiega la Dejua – è un’esaltazione alla vita e al creato. Vi è nell’uso ricorrente dell’oro, metallo duttile e prezioso, una volontà di partecipazione all’eternità».
Lorenzo Canova, professore associato di Storia dell’Arte contemporanea e consigliere scientifico della Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, ha dichiarato: «Da molti anni, Giovanna Dejua affronta la sfida della sacralità della pittura contemporanea, grazie a una ricerca coerente, diretta a sollevare le geometrie dell’astrazione dal semplice esercizio stilistico o dalla pura ricerca percettiva, aggiungendo invece una connotazione più densa che, in realtà, si ricollega con efficacia alle radici storiche dell’arte astratta del Novecento. Dejua, infatti, si connette con forza alle allusioni spirituali che si celavano, ad esempio, nelle opere di Kandinsky, di Malevič o di Mondrian e che sorreggevano il superamento della rappresentazione del reale per giungere alla sua trasfigurazione attraverso dei codici aniconici. La Pittrice, però, non si indirizza verso un vago spiritualismo, ma intende rifarsi in modo nuovo alla millenaria tradizione dell’arte religiosa cristiana. Dejua lavora pertanto con grande rigore sulla presenza dei segni e delle strutture simboliche che sostengono le geometrie della sua sacralità, in opere dove la stesura pittorica non è però raggelata da una fredda visione minimalista e dove la composizione si anima attraverso una raffinata combinazione di passaggi cromatici in cui i piani vibrano nelle articolazioni del colore che prendono possesso dello spazio. La Croce domina spesso questi quadri dove la pittura dà nuova sostanza ai segni originari della cristianità e dove le forme simboliche si riempiono di una luce trasformata nell’archetipa metafora visiva di uno splendore ultraterreno. L’astrazione di Dejua, dunque, non si pone sul versante dell’iconoclastia che non accettava la presenza delle immagini nei contesti sacri, ma vuole creare un nuovo e possibile intreccio tra l’iconografia cristiana (e cattolica) e la sua personale visione intellettuale ed estetica. Questa relazione si palesa con evidenza nella mostra Nativity. In questo contesto, l’artista Giovanna Dejua sceglie di dialogare con il passato attraverso le gradazioni del blu e dell’oro».
Il Presidente Paolo Perrone dichiara che «l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ha colto l’invito a stampare il catalogo della mostra itinerante d’arte sacra “Nativity”, ideata e organizzata dalla Fondazione Giovanna Dejua. Due significative opere del Novecento dell’artista Giovanna Dejua, facenti parte del “Nuovo Progetto Astratto”, sono gli elementi costanti del tour museale italiano che comprende altre sette opere d’arte antica organizzato dalla Fondation Giovanna Dejua e patrocinato dal Dicastero vaticano per l’Evangelizzazione che ha organizzato e gestisce il Giubileo 2025. Aver congiunto opere contemporanee e opere antiche ha dato la possibilità di osservare l’evoluzione dell’arte nel tempo. Il catalogo è stato impreziosito dai contributi di critici e storici dell’arte: Claudio Strinati, Francesco Petrucci, Lorenzo Canova, Paola Di Giammaria, Francesco Francesconi. La mostra sarà itinerante toccando luoghi espositivi davvero eccezionali per la loro bellezza architettonica e storica. L’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ha stampato questo catalogo consapevole di lasciare un segno tangibile della unicità delle opere d’arte di Giovanna Dejua e degli artisti del passato. Auguro alle visitatrici e visitatori della mostra e ai lettori di questo catalogo una piacevole esperienza di visione e lettura».
Per l’inaugurazione della mostra itinerante “Nativity”, il Direttore Generale di Poste Italiane, Giuseppe Lasco, ha dichiarato che «Poste Italiane ha realizzato un folder e due cartoline filateliche da collezione con le immagini delle opere in mostra dell’artista Giovanna Dejua. Le due opere sono denominate “Natività”, sono state realizzate rispettivamente nel 1987 e nel 1991. La dimensione della tela è di cm. 80x80 e la tecnica è acrilico e foglia d’oro 24 kt applicata a mano. Il Direttore Generale di Poste Italiane, Giuseppe Lasco, ha scritto nel catalogo della mostra: “Poste Italiane è lieta di aver realizzato un nuovo folder con due cartoline filateliche suggellate dall’annullo postale dedicato alla mostra d’arte intitolata “Nativity”, organizzata dalla Fondazione Giovanna Dejua e patrocinata dal Dicastero per l’Evangelizzazione della Santa Sede. Il folder con le due cartoline filateliche da collezione, acquistabile nei punti vendita di Poste Italiane, riporta le immagini delle opere d’arte esposte nella mostra e facenti parte del “Nuovo Progetto Astratto” dell’artista Giovanna Dejua. Si tratta di un’operazione culturale ben riuscita che si innesta nelle grandi celebrazioni del Giubileo 2025. Le opere raffigurate nel folder e nelle cartoline sono due raffinatissime opere del Novecento intitolate “Natività”, realizzate su tela con acrilico e foglia d’oro 24 carati applicata a mano, che sono ben descritte dalle parole del famoso critico e storico dell’arte Prof. Claudio Strinati: “Giovanna Dejua in tutta la sua carriera ha elaborato un personalissimo sistema creativo che dà risposte molto interessanti e convincenti a questa complessa ed entro certi limiti difficile diatriba ideale sulla legittimazione dell’opera d’arte sacra nel contesto attuale”».
In omaggio al pubblico partecipante all’inaugurazione della mostra “Nativity” al Museo de’ Medici, situato a Firenze tra Via degli Alfani e Via del Castellaccio, verranno consegnati i poster, i cataloghi della mostra stampati dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato insieme ai folder e alle cartoline filateliche da collezione realizzati da Poste Italiane appositamente per la mostra.
Advisor dell’evento è la galleria d’arte “Strati d’Arte” di Roma. Tra i partner e sponsor dell’evento vi sono la Banca Popolare di Sondrio, Poste Italiane, Fondazione Rezza, Tota Pulchra.