Nanni Balestrini – Altre e infinite voci

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA MICHELA RIZZO - EX BIRRERIA GIUDECCA
Isola della Giudecca 800Q 30133, Venezia, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

martedì - sabato: 11.00 - 18.00

Vernissage
14/07/2023

ore 18

Artisti
Nanni Balestrini
Curatori
Marco Scotini
Generi
arte contemporanea, personale

Altre e infinite voci, mostra personale di Nanni Balestrini, a cura di Marco Scotini e in collaborazione con la Fondazione Archivio Luigi Nono presso la GMR in Giudecca, Venezia.

Comunicato stampa

La Galleria Michela Rizzo è lieta di annunciare la
mostra Nanni Balestrini. Altre e infinite voci che
aprirà il 14 luglio 2023. La mostra, a cura di
Marco Scotini e in collaborazione con l’Archivio
Luigi Nono di Venezia, è la prima personale
italiana dopo la scomparsa dell’artista nel 2019
e intende presentare una vasta gamma di
materiale documentario originale, assieme ad
una selezione di oltre 50 opere dell’artista che
risalgono agli anni Sessanta.
Il titolo della retrospettiva è un prelievo dal verso
“ci sono altre e infinite voci che si muovono
altrove ci”, tratto dal testo concepito da Nanni
Balestrini per la composizione per nastro
magnetico di Luigi Nono Contrappunto
dialettico alla mente del 1968, poi incluso dal
poeta nella raccolta Ma noi facciamone un’altra,
pubblicata da Feltrinelli nello stesso anno. Fin
dal titolo l’esposizione veneziana si focalizza sul
decennio d’esordio di Balestrini - gli anni
Sessanta del secolo scorso - riletto in parallelo
alla relazione del poeta/artista visivo con il
musicista, a partire dal comune lavoro fatto sulle
voci e con le voci, sotto il paradigma
dell’enunciato collettivo. Il montaggio e la
ricombinazione di testi altrui sono, di fatto, uno
dei tratti peculiari del metodo di Balestrini.
Si è sempre troppo insistito sul carattere
esclusivamente tipografico della scrittura nelle
opere plastiche di Balestrini per non dover
riportare l’attenzione, attraverso questa mostra,
sul doppio livello acustico e visivo della parola
balestriniana o, meglio, sulla sua “indiscernibilità
fonottica”, come l’ha definita Paolo Fabbri. In
questo senso, approfondire la relazione con una
figura come Luigi Nono, durata un intero
decennio, così come soffermarsi sulla loro
collaborazione, non può che far luce ulteriore
sulla ricerca della disalienazione della parola
perseguita da entrambi. Dagli incontri alle
settimane internazionali di Nuova Musica di
Palermo del 1962 e dalla nascita del Gruppo ’63
fino al giornale politico mensile di Balestrini,
“Compagni” del 1970 (che ospita l’intervento di
Nono “Il potere musicale”), il rapporto tra i due
grandi artisti si sviluppa su più livelli di
interferenze ma anche su parallelismi culturali
sorprendenti, in cui l’interventismo politico-
artistico di entrambi è la costante.
Per questo motivo l’itinerario espositivo risulta
capovolto e la mostra comincia con il fatidico
‘68 per poi procedere al contrario. Senza
dubbio un’opera di Balestrini come I muri della
Sorbona (1968), in cui - nel contesto de “Il
Teatro delle Mostre” - il poeta ricopre in tempo
reale le pareti della Galleria La Tartaruga con gli
slogan della contestazione francese non può
essere separata dalla composizione noniana per
voci e nastro magnetico Non consumiamo Marx
(1969), che si avvale di venti scritte murali del
Maggio parigino e di documenti della lotta
contro la Biennale di Venezia di quello stesso
anno. Pure l’operaismo de La Fabbrica
illuminata (1964) di Nono risulta in connessione
con il materiale verbale del noto libro
balestriniano Vogliamo tutto del 1971.
Ma possibili parallelismi si trovano anche più
internamente alla metodologia di entrambi come
la pratica del cut-up e del fold-in in Balestrini e
la “tecnica di scissione in fonemi” di Nono. Non
possiamo trascurare, inoltre, il loro comune
ricorso alla tecnologia per sovvertire gli
strumenti del padrone e contro il sistema che li
ha prodotti: con l’IBM da parte di Balestrini per
fare poesie nel 1961 e l’ingresso di Nono nella