Multi Street Art

Informazioni Evento

Luogo
THE AB FACTORY
Via Alagon 29 , Cagliari, Italia
Date
Dal al
Vernissage
26/11/2016

ore 18

Generi
arte contemporanea, inaugurazione, collettiva, urban art
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The AB Factory è lieta di presentare la mostra Multi Street Art con l’esposizione, per la prima volta in Sardegna, di multipli e opere uniche degli street artist di fama mondiale.

Comunicato stampa

Mostra: MULTI STREET ART
The AB Factory è lieta di presentare la mostra Multi Street Art con l’esposizione, per la prima volta in Sardegna, di multipli e opere uniche degli street artists di fama mondiale tra i quali Banksy, Invader, Kaws, Ron English, Shepard Fairey Jonone provenienti dalla nota galleria milanese The Don Gallery di Matteo Donini.
Gli Street Artists, diventati icone del nostro tempo, spesso avvolti nel fascino dell’anonimato, esprimono sui muri, come una “guerriglia urbana”, la forza di una rivoluzione artistica condivisa dalla gente.
Le loro immagini, apparentemente semplici, guardano al futuro dei giovani, alle guerre, al capitalismo che avanza, all’inarrestabile inquinamento del mondo, ritrovando, nella strada e nella semplificazione dei segni, la “democrazia sociale dell’arte”.
The AB Factory in collaborazione con Art Backers e The Don Gallery di Milano, offre ai suoi collezionisti e al suo pubblico, a Cagliari, le opere degli artisti internazionali: Banksy, Invader, Kaws, Ron English, Obey Giant, Mr. Brainwash, Simone Fugazzotto e gli street artists italiani AC, Andrea Casciu, Crisa, Fidia Falaschetti, Giorgio Casu, Manu Invisible e altri artisti di Art Backers.
Caratterizzeranno il vernissage, previsto per il 26 novembre 2016 dalle ore 18,00, l’allestimento suggestivo della gallery, l’accompagnamento musicale del DJ set di Nostal Chic, Birra Ichnusa welcome drinks, finger street food dello chef Alessandro Taras e, nello spazio print house, il live painting dello street artist Andrea Casciu.

Inaugurazione Venerdi 26 Novembre ore 18.00
The AB Factory - Via Alagon 29 Cagliari

Web: www.TheABFactory.it
Contatti: tel: +39.070.657665 - Email: [email protected]

abstract

Il linguaggio artistico della street art è ormai diventato universale, senza più barriere sociali, culturali, geografiche, unificandosi nel pensiero ma diversificandosi nella qualità e singolarità degli artisti.
Un nome su tutti emerge, è quello di Bansky, artista che, con un fare artistico irriverente e nell’anonimato più assoluto, lascia traccia della sua arte nelle strade del Regno Unito, in Cisgiordania, a New York e nei musei più rinomati, apparendo e scomparendo esclusivamente per volere di una società che si rifiuta di ricercare una nuova etica sociale.
Per la sua protesta, predilige i muri delle città come le piccole opere e i multipli, indispensabili strumenti di diffusione rapida e sociale dell’arte, lo fa scontrandosi frontalmente con la storia, citando personaggi come Winston Churchill, leader che dichiarò “la guerra fredda” nel mondo, ritratto con una chioma punk verde, oppure la regina Vittoria in posa “impresentabile” e ancora i “topi di strada” gli unici sensibili all’esigenza di cambiamento.
Shepard Fairey, noto come Obey, nativo della Carolina del Sud (USA), insieme a Bansky è uno tra i principali protagonisti dell’arte di strada, inizia la sua carriera disseminando i muri della citta con gli stickers raffiguranti il “volto-logo” del possente del lottatore André the Giant, (André Roussimof , 226 cm di altezza per 245 kg di peso).
Racconta di se Obey: “Sono un artista pop nel senso più elementare del termine. Le cose che vedo intorno a me sono la base del mio lavoro e lo scopo del mio lavoro cambia quando una cosa che leggo o che vedo inizia ad annoiarmi. Sono una persona molto visuale. I simboli che utilizzo evocano la propaganda politica ma, in realtà, sto solo commentando la cultura popolare, sto solo cercando di divertirmi e di fare qualcosa di artistico allo stesso tempo.”
Sempre nelle strade, Invader, l’artista urbano francese che dissemina le città con piastrelle colorate a mosaico che ritraggono lo “Space Invaders” del più famoso videogioco del 1978 che invase e pervase il mondo intero.
Una figurina composta da piccoli scacchi-pixel, apparentemente innocua, simpatica, attraente e coinvolgente, che improvvisamente mette l’umanità davanti alla realtà, non prevista e non prevedibile dell’invasione e, non solo extraterrestre.
Il tema dell’invasione è uno di quelli privilegiati per gli street artist, e anche Kaws (Brian Donnelly) originario del New Jersey, percorre la stessa “strada” con strani ominidi tra robot, extraterrestri e fumettoni, non trascurando il mondo delle emotion.
Sono “escrementi espressivi” che Kaws riproduce come fossero nuovi e antichi “invader” delle nostre strade, sono li a ricordarci della nostra società?
Meno male che per “salvarci” arriva Batman, l’eroe di tutti e del pop artist d’orgine francese Thierry Guetta, noto con pseudonimo di Mr. Brainwash, collaboratore di Bansky. Il Batman vs Superman in versione Limited edition screenprint on paper, è un omaggio ai grandi maestri della Pop Art come Andy Wharol, Roy Lichtenstein e non ultimo lo stesso Mimmo Rotella.
Ron English, artista di Dallas, esplora come Warhol le grandi icone del cinema come Marylin per poi spostarsi verso altri simboli americani, come quello dell’obesità, rappresentato dal maxi giocattolo d’arte “MC Supersized”.
Sono i personaggi sazi di una civiltà opulenta, annoiata, felicemente “stupida” o intontita come la scimmia ritratta da Simone Fugazzotto, artista italiano contaminato dalla street art. La sua scimmia ha appena finito di sbronzarsi con gli idrocarburi di una pompa benzina “Super Happy” icona di una storia passata che avvelena il presente.
Un altro italiano, ormai residente a Los Angeles che, dalla Street art approda in un mondo fantastico è Fidia Falaschetti, intervenendo con fumetti irriverenti, giocatoli spaziali, ricordi d’infanzia, carte geografiche, pannocchie innescate, ciucciotti combattenti.
Il pensiero “ripetitivo” interessa anche Andrea Casciu, artista della scuderia Art Backers che, nel volto di un uomo disegnato con una barba continua, ricerca le radici letterarie e filosofiche di una storia recente, propria delle ricerca scientifica, darwiniana, ottocentesca, esoterica di salgariana memoria.
Andrea Casciu, durante la mostra, potrà essere ammirato all’opera in un “live painting” nello spazio print house, dove la sua “barbuta icona” prenderà forma, colore e comunicazione.
Ma è Federico Carta, in arte Crisa, che affonda le sue radici nel graficismo assoluto, nella costruzione architettonica e paesaggistica miniaturizzata che cresce, all’infinito, sino ad occupare uno spazio significativo di una parete e della nostra contemporanea visione dell’arte.
Ieratiche, immediate, fulminee, lapidarie, impattanti, sono invece le scritte di
Manu Invisible nelle strade a “scorrimento veloce” della nostra vita. Sono percezioni e rappresentazioni di una società in movimento perenne che non lasciano spazio ad altre interpretazioni, a nessun compromesso, ma solo a “Resilienza”.
Infine, sempre nell’anonimato, AC, un’artista impegnato nel recupero dei valori che “contano” come socialmente contava la vecchia cartamoneta uscita di corso, che AC assume a icona grafica e condizione assoluta per uscire da una società governata dalla finanza.
La memoria, il fascino, l’eleganza grafica, delle mille, cinquantamila, centomila lire, per denunciare, ovunque, nei muri, nelle macchinette mangiasoldi, nei musei, un pensiero contemporaneo che ha perso i suoi valori fondanti.
Seguono in mostra: ABOVE, LONDON POLICE, SAM3, FILLE BERTHA, TELLAS, GIORGIO CASU, CIREDZ.
oltre 40 opere esposte tra multipli ed originali