Monica Casalino – La pelle al limen

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO NUOVA ERA
Strada San Giorgio Martire, 9c, Bari, BA, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

dalle. ore 17- 20
chiuso la domenica,lunedì e giorni festivi

Vernissage
12/03/2016

ore 19

Artisti
Monica Casalino
Curatori
Bacur Avoires
Generi
arte contemporanea, personale

La personale di Monica Casalino, è un luogo di relazioni, in cui il visitatore, una volta dentro nello spazio e nella propria percezione, ne è parte, percepisce ed è percepito.

Comunicato stampa

Si è inaugura sabato 12 marzo 2016 alle ore 19 la personale di Monica Casalino dal titolo “La pelle al limen”. A cura diBaCUr AvoirES, grafica e allestimenti Gliforeal. La pelle è ricettiva ed espressiva, input output, è al contempo corpo, luogo, momento, stabilisce un contatto sensoriale, edetermina anche un limen, un confine oscillante, che passa dal soggetto all’oggetto e viceversa, continuamente.

La personale di Monica Casalino, è un luogo di relazioni, in cui il visitatore, una volta dentro nello spazio e nella propria percezione, ne è parte, percepisce ed è percepito. Dal cuore tematico, il rapporto tra natura e tecnologia, vissuto nella semantica ricompilata delle quattro fasi alchemiche (Albedo Citrinas Rubedo Nigredo), la ricerca si sviluppa onnivora, dalla pietra al video, dal lattice al display, dal rame alla resina, dalla materia al codice e viceversa. Ogni opera s’interfaccia al tutto e lo contiene, è una versione che demanda a un altro contenuto, e insieme interroga sul rapporto tra noi e i dispositivi. Il percorso inizia dall’ultima esperienza progettuale, dal cui errore informatico nasce una sensazione di perdita e asfissia che si traduce nelle “Materiografie”, impronte facciali e materiche colte in assenza di respiro, le cui versioni aumentano da una bassa a un’alta definizione, dalla paura alla liberazione. La tecnica, creata dall’artista, è forma quanto sostanza, corrisponde al senso, al corpo e alla funzione, è opera.“La rappresentazione non sta perdendo senso, come si sospetta o teme, semplicemente ha assunto un altro ruolo esperienziale, non solo corpo, oggetto del desiderio, fenomeno, ma anche luogo multidimensionale, spazio connettivo”. Amante del paradosso, l’artista danza nel concetto di versione, come se per lo stesso vi fossero infinite versioni. A dialogare con le “Materiografie”, sul/nel monitor nudo, vibrano ri-tratti memoria di una performance itinerante sullo sguardo, la Persona, inter-agisce con un ritmo differente, è l’importanza dello sguardo dell’altro essere umano, sul quale soffermarsi più a lungo e infinite volte. L’illusione è amplificata dallo schermo e fratturata dalla nostra attenzione:”….quante presenze può contare il nostro volto nell’era dei social? ..ma quel contesto tradisce il senso, sottrae il peso alla persona, perché contestualizza, finalizza, circoscrive; tutto cambia se il volto ..si accende come sguardo,caricato di se stesso senza un contesto, o in un contesto inafferrabile, inusuale”. La rappresentazione, l’oggetto non maschera il codice, lo svela come matrice estetica perché l’aura risiede altrove, non più dentro o sulla la superficie, in un altrove in continuo mutamento, la realtà contemporanea, che stratifica una memoria sempre più veloce, inafferabile, come in Rhyton , citando l’artefice :“ci si può calare nelle pieghe ed esprimersi perché il mistero, l’aura di un’opera nasce da sé in sé, è uno strato che l’artista non può creare, aggiungere, gestire; anche l’oggetto più esplicito ha il suo autentico mistero, la semplicità è complessa per natura”. L’opera è il limen in-materiale, l’opera muta perché le versioni si moltiplicano ogni momento nel ritmo dell‘inter-attività. La mostra stessa non è un prodotto finito, bensì un processo che muta con la presenza dell’Altro. La stimolazione guida il visitatore, come flusso d’informazione nelle trame di rame, come sangue nei vasi sanguigni, e si scende nell’abisso, dove ci si specchia, dove si sciolgono le radici, e dove, nel buio di Nigredo, dimora Bacur, meta-corpo in sviluppo, memoria stratificata, in attesa della versione successiva. Un percorso che coinvolge vista, olfatto, gusto, udito, per sottrarre l’eccesso e lo scarto e sublimarlo nella mano e nel codice come per lo sciamano la paglia fresca.

BaCUr AvoirES 21 marzo 2017

Biografie
Monica Casalino, scultrice autodidatta, video artista, performer. Laureata in arti visive e computer art.
Ha studiato tecniche e chimica dei materiali, restauro, design, public art (workshop al Kunsta documenta di Vienna a Bergamo nel 2003) estetica del cinema e comunicazione, digital-video e montaggio.

Principali partecipazioni
Setup Bologna Gennaio 2016, Vibrazioni Liquide, Ottobre 2014, Palazzo Caputi Ruvo a cura di Antonio Rollo e Giuseppe Magrone, reportage per “Il sole e altre storie” Mostra L. Mainolfi a cura di Gaetano Centrone Molfetta Ottobre 2014,
“Simposio” collettiva Palazzo Simi a Bari ottobre 2012, La notte Blu 26 Luglio 2012 Bisceglie Mostre ed eventi a cura di
Monica Casalino, scenografia per “Ricercar Giuliani” 25 0Agosto2012, Bisceglie concerto itinerante a cura del
compositore Davide Liuni, Mediterrarte Agosto 2011 collettiva promozione territorio BT.

BaCUr AvoirES
Critico, curatore, scrittore, poeta, esperto in linguaggi e/o arte contemporanea, nato il 2 ottobre 1968.
si attribuiscono:
0.0 Il rogo e la distruzione semantica e fisica di otto opere pittoriche dell’artista Monica Casalino in uno Jazzo sulla
Murgia in Puglia nel luglio del 1998
0.1 Svariate recens-ure.
0.2 L’invenzione della quinta dimensione.
Morte in attesa della prossima versione.