Michele Marinaccio – Stanze. I vapori dell’anima

Informazioni Evento

Luogo
INTERNO 14 NEXT
Piazza Galeria 14 b, Roma, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

La mostra è visitabile fino al 10 febbraio 2018 su appuntamento

Vernissage
31/01/2018

ore 18,30

Artisti
Michele Marinaccio
Curatori
Roberta Melasecca
Generi
arte contemporanea, personale

Interno 14 presenta “Stanze. I vapori dell’anima – Racconti all’Esquilino nelle stanze di Interno 14″ di Michele Marinaccio, a cura di Roberta Melasecca.

Comunicato stampa

Mercoledì 31 gennaio 2018 alle ore 18.30 Interno 14 presenta “Stanze. I vapori dell’anima - Racconti all’Esquilino nelle stanze di Interno 14" di Michele Marinaccio, a cura di Roberta Melasecca.

Durante il vernissage interverrà la poetessa Annelisa Alleva che reciterà alcuni brani tratti dalla raccolta di poesie “La Casa Rotta”.
Inoltre nella Seconda Stanza In giro di Tango (2009) ci sarà la performance di Clelia Sorrentino.

In quattro stanze di Interno 14 Michele Marinaccio racconta episodi realmente accaduti nel quartiere Esquilino a Roma, dove la vita reale e immaginaria si fondono e si confondono: confine tra la dimensione esteriore e quella interiore.

“Ho ascoltato con stupore le parole di Michele quando, proprio a Interno 14, mi ha parlato del progetto Stanze. I vapori dell’anima. Eravamo lì, avvolti da quelle mura, seduti in uno spazio fisico ben definito, ed io ho percepito che il suo racconto non era statico, fisso in un tempo e in un luogo, ma continuava e si propagava attraverso noi. Le parole fluivano dalla sua bocca ed entravano nella mia mente e di nuovo uscivano a continuare i vapori delle nostre anime. Stavamo costruendo una nuova storia o semplicemente rinnovando un percorso ciclico, come le migrazioni degli uccelli di Piazza Vittorio, come i transiti veloci di ogni giorno lungo i porticati.

Michele racconta storie, attraverso immagini, simboli, fotogrammi: il suo è un tracciato diretto ed inverso, dall’universo esteriore a quello interiore e di nuovo, da quello esteriore a quello interiore. Le sue quattro stanze sono altrettanti mondi immaginari e reali dove vigono le leggi degli opposti e dei contrasti: rappresentazione poetica di episodi accaduti realmente all’Esquilino, che, nelle figure evocate da Michele, perdono ogni tonalità drammatica, rimanendone pervasi dal profumo.

Michele racconta le storie che vede ed osserva quotidianamente, camminando per le vie; incontra persone, ascolta parole, stringe le mani, tende la mano. Ogni attimo da lui percepito subisce un processo di trasformazione, intimo, vibrante. Diventa atto lirico, etereo e impalpabile: morte, fragilità, bellezza, imperfezione si mostrano nella doppia visione di ciò che vediamo e di ciò che avvertiamo.

Incluse in una nuova dimensione pubblico-privata, le storie di Michele ritornano in un ambito domestico, quello di Interno 14, per essere mostrate in una nuova veste esteriore.

Prima stanza. Apogeo del desiderio (1998-1999) è il racconto della precarietà e del dolore della condizione umana che si concretizzano in una figura di donna: lacera, sporca e seminuda, abitava i portici di Piazza Vittorio e le vie limitrofe. In un pomeriggio di giugno nel quale anche l’aria sembrava pesante, Michele la ritrae mentre dorme abbandonata e sofferente. Nello stesso istante opera un corto circuito, immergendola in un giardino visionario, fantastico, ricco di frutti esotici e donandole l’identità persa: la materia si smaterializza e trasla in una alterità idilliaca.

Seconda Stanza. In giro di Tango (2009) è il gioco misterioso tra apparire ed essere, dove il corpo si aggrappa ai simboli per esorcizzare la quotidianità.

Terza Stanza. La Casa Rotta (2014-2015) è una video poesia ispirata liberamente ad un testo di Annalisa Alleva. I vapori dell’anima prendono forma nell’istante in cui si confrontano con la realtà, rivelando attimi nascosti e sconosciuti.

Quarta stanza. Piume (2017). Nella stanza più riservata di Interno 14 che si relaziona con l’intimo di altri luoghi, fluttuano piume. Sono piume raccolte a Piazza Vittorio, piume di gabbiani, di pappagalli, di uccelli migratori. Con la loro leggerezza e consistenza invocano pensieri congelati nella memoria; per la loro provenienza evocano un’atmosfera ironica e giocosa.

Libero, sono libero di volare, di andare; mi libro nell’aria ed ecco il prezzo del mio volo: lascio un pezzo di me a chi vorrà accettarlo, a chi vorrà scoprire la luce e il buio che si celano dietro al comune, al generico, all’indifferente, all’opaco.

Nelle stanze di Interno 14 le storie dall’Esquilino chiedono di incontrare le vostre anime e di iniziare una nuova storia o semplicemente di ripeterla come le migrazioni degli uccelli di Piazza Vittorio, come i transiti veloci di ogni giorno lungo i porticati.” (Roberta Melasecca)

Michele Marinaccio vive e lavora a Roma. Diplomato all’Accademia di Belle Arti “Albertina” di Torino - Corso di Scenografia, opera nell’ambito della poesia visiva. Il suo percorso artistico scaturisce dal pensiero, dalla riflessione e, per concretizzarlo, si avvale di un metodo globale in modo da raggiungere una uniformità di pensiero e coinvolgere l’osservatore. Dal 1985 realizza numerose installazioni, performance e opere video in Italia e all’estero.