Michele Ciacciofera – Odio gli indifferenti

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA CARTA BIANCA
Via Francesco Riso 72/b, Catania, Italia
Date
Dal al

da martedì a sabato: 17,00 / 20,00
Altri giorni e orari su appuntamento

Vernissage
13/11/2015

ore 19

Artisti
Michele Ciacciofera
Generi
arte contemporanea, personale
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Un titolo che è una sorta di manifesto anche politico sul ruolo dell’arte e degli artisti nella società contemporanea.

Comunicato stampa

Dopo le mostre personali di Edimburgo a Summerhall Art Center e New York presso la galleria 20th Street Studio Project,
quella del Musée en Herbe di Parigi (in duo con Malachi Farrell) e le mostre collettive in corso a Dublino (What We Call Love, IMMA Museum),
e Nel Mezzo del Mezzo in corso al Museo RISO di Palermo, a cura di Christine Macel, Capo Curatore del Centre Pompidou di Parigi,
Michele Ciacciofera torna ad esporre alla Galleria Carta Bianca di Catania con una mostra dal titolo "Odio gli indifferenti".
Un titolo che è una sorta di manifesto anche politico sul ruolo dell'arte e degli artisti nella società contemporanea.
"Nei suoi celebri scritti e discorsi parlamentari, Antonio Gramsci, poco prima dell'avvento del fascismo, si scaglió apertamente contro il sentimento
dell'indifferenza definendola come forma di abulia, parassitismo, vigliaccheria che contrasta con la vita e che tuttavia, attraverso il suo operare passivo
– sia a livello individuale che collettivo – pesa come un macigno sulla storia determinandola in modo potente....
Questa introduzione mi spinge adesso a riflettere sul ruolo dell'artista ed in particolar modo dell'intellettuale, tenuto conto dell'articolata anche se

non sempre lineare ereditá ricevuta, direi dall'epoca classica ad oggi. Mi sembra che l'arte e la cultura tendano oggi sempre più spesso a diventare

il simulacro di valori inesistenti in cui il dato formale e concettuale ha ceduto innanzi al mercato ed alla rincorsa insensata verso una tecnologia che

sicuramente seduce ma che e' divenuta per lo piú la maschera di servizio per edulcorare l'assenza o l'irrilevanza dei contenuti nella produzione artistica

divenuta puramente retorica....La disciplina della storia dell'arte dovrebbe a sua volta riprendere a garantire quel rigore e scientificitá idonei a

riconsegnare all'arte stessa un ruolo adeguato alla sua importanza nell'ambito sociale, capace nuovamente di stimolare e rivoluzionare, prescindendo

dalla sudditanza a concetti abusati e spesso distorti...In tal senso credo il pensiero, la vita, l'azione e l'opera dell'artista dovrebbero riunirsi in un

universo idoneo ad offrire spazi di riflessione soprattutto a chi con esso trova a confrontarsi, ed intendo innanzitutto lo spettatore nella sua dimensione individuale.

Il confronto uno-ad-uno cosí pensato dovrebbe minimizzare la portata anche potenziale dell'indifferenza per stimolare emozioni e prospettive comuni e non “educative”.

L'empatia, la reazione in ogni senso, sia esso positivo che negativo, rispetto ad una espressione artistica costituirebbe cosí la premessa per l'apertura di un dialogo

da sviluppare in modo imprevisto, generando quella interazione che costituisce la premessa auspicata del rapporto artista-opera-spettatore e che tuttavia

nel mio intendimento dovrebbe perdere qualunque possibile staticitá per stimolare una continua mobilitá tra differenti stati emozionali. A ció ritengo dovrebbe indirizzarsi

la responsabilitá dell'arte minimizzando all'essenza il ruolo del medium, sia esso tradizionale che tecnologico, per recuperare il valore essenziale del messaggio/concetto

come arma contro l'indifferenza....Vorrei creare un percorso avventuroso sotto certi aspetti, complice la particolare atmosfera del luogo, costruito tramite un percorso

narrativo che coniughi epica ed utopia."

Per capire lo spessore di questo artista, nato a Nuoro, ma siciliano di adozione (ha vissuto sin da bambino a Palermo per poi trasferirsi a Siracusa; ora vive e

lavora a Parigi dove ha aperto un suo studio) riportiamo le parole di un grande personaggio del mondo dell'arte, lo scozzese Richard Demarco:

Ho osservato la mostra di Michele Ciacciofera, che in atto occupa parecchie sale del Summerhall Arts Centre ad Edimburgo, come qualcosa inviata da Dio.

Questa mostra è ispirata dall'affermazione di Gramsci “Odio gli indifferenti”. Mi piace particolarmente il sottotitolo della mostra: “scrutando un mondo colpito dall'arte”....

Dal 1970 al 1986, ebbi il privilegio di collaborare con Joseph Beuys. Lo ritengo il difensore di tutto ciò che considero importante nel patrimonio culturale europeo....

Penso che la mia vita ed il mio lavoro sia stato rinvigorito dalla mostra di Michele Ciacciofera. Egli è un artista che non può, come Joseph Beuys, essere facilmente
definito come scultore, pittore o comunque come qualcuno che segue le mode artistiche del momento. Da artista produce lavori che provocano, interrogando la
vera natura dei materiali che usa....Michele Ciacciofera è un artista eccezionale, usa il linguaggio dell'arte come un unguento curativo, come espressione di amore
verso la condizione umana, sopraffatta dal dolore che essa infligge a se stessa.

In mostra esposti dipinti su tela, carte, sculture e ceramiche.

Prossime mostre personali: CAFA Museum a Pechino e in aprile personale per inaugurazione di MIART a Primus Capital in Corso Venezia, Milano.