Michelangelo Pistoletto / Beppe Labianca

Informazioni Evento

Luogo
CASTELLO DI GALLIPOLI
Piazza Imbriani, Gallipoli, Italia
Date
Dal al

Orari giugno e settembre dalle 10.00 alle 21.00; luglio e agosto dalle 10.00 alle 24.00. Aperto tutti i giorni

Vernissage
04/06/2015

ore 19 su invito

Biglietti

Ingresso Intero 6 euro - Ridotto 3 euro (6-14 anni, oltre 65 anni, scolaresche, diversamente abili e relativi accompagnatori, gruppi superiori a 20 unità, residenti) Pacchetto speciale per famiglie con bambini. *Visita guidata di gruppo su prenotazione (in italiano, inglese o francese) - solo mostra: gruppi € 80,00 + ticket d’ingresso; scuole € 60,00 + ticket d’ingresso - mostra + castello: gruppi € 100,00 + ticket d’ingresso; scuole € 80,00 + ticket d’ingresso

Artisti
Michelangelo Pistoletto, Beppe Labianca
Curatori
Carmelo Cipriani, Manuela Gandini
Generi
arte contemporanea, doppia personale
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La mostra prevede nella Piazza d’Armi, un’installazione del Terzo Paradiso al cui centro verrà posto un grande ceppo di ulivo. In contemporanea, una personale di Beppe Labianca.

Comunicato stampa

Giovedì 4 giugno (ore 19.00 - ingresso su invito) Michelangelo Pistoletto, uno tra i più importanti artisti contemporanei al mondo, sarà ospite del Castello di Gallipoli (Le) per l'inaugurazione della sua personale curata da Manuela Gandini. Pittore e scultore, esponente della Pop Art, animatore e protagonista del movimento dell'Arte Povera, autore negli anni Sessanta e Settanta dei Quadri specchianti e degli Oggetti in meno, fondatore della Cittadellarte-Fondazione Pistoletto a Biella, luogo di interazione tra l’arte, l’educazione, l’industria e la società, Pistoletto ha ideato per Gallipoli tre grandi installazioni site-specific, che stimoleranno simbolicamente lo spazio di relazione tra le persone e la storia, riconnettendo il passato al presente. La mostra, prodotta dall'agenzia di comunicazione Orione – che gestisce il Castello con la direzione artistica dell'architetto Raffaela Zizzari - in sinergia con l'Amministrazione Comunale e il prezioso contributo del sindaco Francesco Errico, sarà aperta al pubblico dal 5 giugno al 27 settembre (ingresso 6 euro - ridotto 3 euro).

Nella Piazza d’Armi sarà allestito il Terzo Paradiso al cui centro verrà posto un grande ceppo di ulivo dentro al quale germoglierà un ulivo neonato. L’opera è dedicata dal maestro al Salento come segno di "soluzione e rinascita" a fronte dell’epidemia batterica che colpisce gli ulivi pugliesi. La Xylella e tutte le sue implicazioni saranno lette da Pistoletto attraverso le lente della "trasformazione e della guarigione". L'opera verrà realizzata in collaborazione con l'azienda Pimar, usando rigorosamente i pizzotti di pietra leccese, blocchi estratti direttamente dalla cava che, non subendo ulteriori cicli di lavorazione, valorizzeranno la natura materica dell'opera, rispettando una risorsa non rinnovabile come la pietra.

Nella sala ennagonale sarà installato, invece, un labirinto di cartone, con al centro il tavolo specchiante LoveDifference, a forma di Mar Mediterraneo, circondato da sedie provenienti dalle culture che si affacciano al Mare Nostrum. In un'altra sala espositiva vi saranno i Quadri Specchianti e il Segno Arte, frutto di sperimentazioni iniziate negli anni Sessanta, attraverso l'impiego di numerosi materiali e tecniche, con l'intento di coinvolgere attivamente lo spettatore nell’opera. Mentre i Quadri specchianti inglobano il mutare del tempo, il Segno Arte fissa la dimensione umana dell'uomo vitruviano e la ripropone negli oggetti d'uso quotidiano. La mostra, pensata per Gallipoli, contiene evidenti valenze simboliche che riguardano la vita sociale nel suo più alto momento di crisi ed esprime contemporaneamente la via del dialogo – LoveDifference - e della rinascita: il Terzo Paradiso e il germoglio d’ulivo.

Dopo il Leone d’Oro alla Carriera alla Biennale di Venezia, nel 2004 l'Università di Torino conferisce a Pistoletto la laurea honoris causa in Scienze Politiche. In tale occasione l'artista annuncia quella che costituisce la fase più recente del suo lavoro, denominata Terzo Paradiso. Il simbolo scaturisce da una riconfigurazione del segno matematico d’infinito. Tra i due cerchi opposti, assunti rispettivamente a significato di natura e artificio, viene inserito un cerchio centrale, a rappresentare il grembo generativo del Terzo Paradiso, ideale superamento dell’attuale conflitto tra natura e artificio. Il segno centrale diviene l’auspicio urgente di una risoluzione nel quale armonizzare le due parti. Nel 2007 Pistoletto riceve a Gerusalemme il Wolf Foundation Prize in Arts, “per la sua carriera costantemente creativa come artista, educatore e attivatore, la cui instancabile intelligenza ha dato origine a forme d'arte premonitrici che contribuiscono ad una nuova comprensione del mondo”. Nel dicembre 2012, capovolgendo la visione negativa della profezia Maya, si fa promotore del Rebirth-day, prima giornata universale della rinascita, facendo realizzare da una rete di Ambasciatori il Terzo Paradiso contemporaneamente in oltre 70 paesi del mondo. I materiali utilizzati sono innumerevoli e appartengono alla quotidianità: tappi di bottiglia, reti, torce, reperti storici, persone disabili, fiori, orti ecc. L’ubiquità del segno è possibile grazie alla crescente partecipazione di una rete di collaboratori, “ambasciatori del Terzo Paradiso”, e delle varie cittadinanze locali. Nel 2013, da aprile a settembre, è protagonista al Museo del Louvre di Parigi con la sua personale: Michelangelo Pistoletto, année un - le paradis sur terre. Nello stesso anno, l’artista riceve a Tokyo il Praemium Imperiale per la pittura (il Nobel per l’arte) per mano del Principe Imperiare. L’artista è impegnato, sin dagli esordi, nell’elaborazione di un’arte socialmente attiva e dinamica.

Manuela Gandini è curatrice e critica d’arte contemporanea, collabora con quotidiano “La Stampa”, è caporedattore delle pagine dell’arte della rivista “Alfabeta2” e docente di Critical Writing alla Naba di Milano (Nuova Accademia d’Arte Contemporanea). È autrice di numerosi saggi tra i quali “Ileana Sonnabend. The queen of Art” (Castelvecchi). Ha curato mostre in Italia e all’estero, lavorando in zone di guerra e in situazioni sociali estreme.

Dopo decenni di chiusura e incuria, dal luglio 2014 è stato reso fruibile un percorso di visita del Castello di Gallipoli che mira a ricostruire la storia della città e dell’antico maniero, senza alterarne il carattere e senza avere la pretesa di essere un restauro integrale del monumento che richiederebbe ben altre risorse per ritornare agli antichi splendori. Il castello si erge all'ingresso del borgo antico di Gallipoli, città da sempre fortificata e, per la sua posizione strategica, contesa. È circondato quasi completamente dal mare. Ha pianta quadrata con torrioni angolari, di cui uno poligonale. Nei periodi successivi furono effettuati numerosi interventi di ristrutturazione e fortificazione. I lavori più importanti vennero progettati dagli Aragonesi. Quando il Duca Alfonso di Calabria venne nel Salento tra il 1491 e il 1492, condusse con sé il celebre architetto militare senese Francesco di Giorgio Martini e volle che questi rinnovasse le fortezze salentine secondo i progressi dell'arte della guerra, che tendeva ad abbandonare la conformazione quadrilatera ereditata dal sistema romano per passare al pentagono. Il senese, non potendo demolire e ricostruire ex novo, ideò il “Rivellino” mediante il quale rese di forma pentagonale l’intero maniero. Prima dell'Unità d'Italia, quando nel 1857 il castello venne radiato dal Novero delle fortezze del Regno Borbonico, perse la sua funzione difensiva, ma mantenne e anzi intensificò la sua funzione civile e soprattutto commerciale. Durante il 1800 divenne deposito di sali e tabacchi, oltre che sede della Dogana nel 1882 e, successivamente, sede della 17^ Legione della Guardia di Finanza.