Maurizio Piazza – Questi occhi hanno visto
«È un miracolo che un’immagine di una frazione di secondo rubata alla banalità del difficile vivere quotidiano, possa travalicare i confini della resistenza che opponiamo al dolore, delle distanze che usiamo frapporre fra noi e gli ultimi». La frase sintetizza l’essenza della mostra fotografica “Questi occhi hanno visto. Il diario di un medico volontario”.
Comunicato stampa
«È un miracolo che un’immagine di una frazione di secondo rubata alla banalità del difficile vivere quotidiano, possa travalicare i confini della resistenza che opponiamo al dolore, delle distanze che usiamo frapporre fra noi e gli ultimi». La frase sintetizza l’essenza della mostra fotografica “Questi occhi hanno visto. Il diario di un medico volontario” alla Casa della Memoria e della Storia di Trastevere dall’8 luglio al 7 settembre 2011. A pronunciarla è l’autore degli scatti in esposizione, Maurizio Piazza, specialista ortopedico traumatologo, che da diversi anni effettua missioni brevi al servizio della ONG Medici con l'Africa Cuamm – la più grande organizzazione italiana di promozione e tutela della salute delle popolazioni africane – operando soprattutto in Etiopia presso il Reparto di Ortopedia dell’ospedale San Luca di Wolisso.
La mostra è promossa da Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico, Dipartimento Cultura, U.O. Strutture Culturali - Servizio Programmazione e Gestione Spazi Culturali in collaborazione con Zètema Progetto Cultura e Medici con l’Africa Cuamm ed è inclusa fra gli eventi della 34esima edizione dell’Estate Romana. L’esposizione è curata da Giulia Turano.
Questi occhi hanno visto è un diario per immagini che si traduce nella testimonianza profonda del servizio a fianco dei più vulnerabili, nella condivisione dell’esperienza umana. Un taccuino di scatti che diventa narrazione autentica e intimistica del lavoro di un medico volontario all’interno degli ospedali africani in cui opera Medici con l'Africa Cuamm.
MEDICI CON L’AFRICA CUAMM (www.mediciconlafrica.org)
Medici con l’Africa Cuamm è oggi presente in Angola, Etiopia, Mozambico, Sud Sudan, Tanzania, Uganda. Realizza progetti a lungo termine in un’ottica di sviluppo, intervenendo con questo approccio anche in situazioni di emergenza, per garantire servizi di qualità accessibili a tutti. Oggi circa 80 volontari stanno lavorando in 37 progetti di cooperazione principali e un centinaio di micro-realizzazioni di supporto. Medici con l’Africa Cuamm opera in 15 ospedali, 25 distretti (per attività di sanità pubblica, assistenza materno-infantile, lotta all’Aids, tubercolosi e malaria, formazione), 3 centri di riabilitazione motoria, 4 scuole infermieri, 3 università (in Uganda, Mozambico ed Etiopia).
In occasione dei suoi 60 anni di impegno in Africa, Medici con l’Africa Cuamm ha lanciato la campagna di sensibilizzazione “Questa è una foto di guerra”, per l’accesso gratuito al parto e la cura del neonato. L’obiettivo, ambizioso ma realizzabile con l’aiuto di tutti, è di assicurare gratuitamente parti assistiti in condizioni normali, ma anche complicate, garantendo tutti i servizi sanitari di base legati alla sopravvivenza della mamma e del bambino, compreso il parto cesareo, se necessario. Cosa banale per il nostro mondo, ma ancora un miraggio per gran parte dell’Africa.
L'Ospedale St. Luke di Wolisso, ritratto negli scatti di Maurizio Piazza, ha cominciato a muovere i primi passi dal gennaio 2001, strettamente connesso alla Scuola Infermieri. Grazie al robusto intervento di Medici con l’Africa Cuamm esso ha garantito standard elevati di qualità nel servizio e nelle cure. Con i suoi 192 posti letto è il più importante ospedale non governativo dell'Etiopia. È struttura di riferimento per la Regione dell'Oromia (la più estesa del paese). I beneficiari sono le 1.175.000 persone abitanti nella zona. L’ospedale fornisce servizi di medicina, pronto soccorso, ortopedia, visite ambulatoriali ed è dotato di reparti di pediatria, ostetricia, malnutrizione, dipartimento di salute materno-infantile e sala di attesa per le donne ad alto rischio nel parto.