Matter & Soul
Apparentemente è un paradosso: arrivare all’anima attraverso la materia. Ma in realtà è quello che accomuna gli artisti selezionati per questa mostra. Ciascuno di loro, in un modo o in un altro, utilizza il gesto e la materia pittorica per raccontare uno stato d’animo, un’emozione, il guizzo di un’idea intravista, un momento di abbandono o di passione.
Comunicato stampa
Il gesto e la materia pittorica per raccontare uno stato d’animo, un’emozione, il guizzo di un’idea intravista, un momento di abbandono o di passione. [...]
L’anima è il corpo. E viceversa. La materia è anima. E l’anima è materia.
Gli artisti in mostra
Salvatore ALESSI, Walter BERNARDI, Marco BOZZINI, Raffaele DE FRANCESCO, Giuseppe DE MICHELE, Paola GAMBA, Kay PASERO, Mariangela TRINETTA
La materia è l’anima
Apparentemente è un paradosso: arrivare all’anima attraverso la materia. Ma in realtà è quello che accomuna gli artisti selezionati per questa mostra. Ciascuno di loro, in un modo o in un altro, utilizza il gesto e la materia pittorica per raccontare uno stato d’animo, un’emozione, il guizzo di un’idea intravista, un momento di abbandono o di passione. E in effetti, storicamente, l’Informale nasce anche con questo scopo, con questa “tensione” ideale: esprimere in maniera più diretta possibile una pulsione, l’impulso di un istante, un’esposizione di energia psichica e fisica (Pollock) o anche una sensazione a lungo meditata, filtrata, rarefatta (Rothko). Lo stato d’animo si trasmette al corpo, come in una danza, e il corpo lo trasmette alla tela. La scelta dei colori, la tavolozza, risponde a criteri musicalmente sensibili, sottilmente o prepotentemente “sentimentali”. È come se liberarsi dalla figura, dalla rappresentazione icastica della realtà, significasse liberarsi dalla ragione e liberare al tempo stesso e portare alla luce l’inconscio e le pulsioni più profonde, irrazionali. Anche se poi, a ben vedere, la ragione non scompare, non si dissolve: passa semplicemente in secondo piano. Apollo fa un passo indietro e lascia la scena a un Dioniso “scatenato”, ebbro, letteralmente entusiasta. Ma è sempre lui, da dietro le quinte o dal fondo del palcoscenico, che suggerisce al fratello invasato i passi di danza e le coreografie. Ovvero, fuor di metafora, l’affiorare delle pulsioni profonde non si trasforma in orgiastiche azioni incontrollate e distruttive, ma innesca composizioni che cercano comunque un ritmo, un’armonia, un nuovo equilibrio tra forze contrapposte. Le menadi non dilaniano il corpo di Penteo, ma eseguono una danza bacchica e sofisticata al tempo stesso. Che non sarebbe piaciuta né a Socrate né a Platone, ma per motivi differenti. A Platone non sarebbe piaciuta perchè nega di fatto la distinzione tra anima e corpo e dimostra come in realtà anima e corpo coincidano. L’anima è il corpo. E viceversa. La materia è anima. E l’anima è materia. È questo forse l’incombente eredità che l’Informale ha lasciato alla nostra civiltà contemporanea. E che questi otto artisti raccolgono.
Virgilio Patarini