Matteo Lucca – Terra di preghiera

Informazioni Evento

Luogo
TEMPESTA GALLERY
Foro Buonaparte, 68 Italia 20121 , Milano, Italia
Date
Dal al

Aperto da martedì a venerdì 15:00-19:00

Vernissage
20/10/2022

ore 18

Artisti
Matteo Lucca
Generi
arte contemporanea, personale
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Un progetto che unisce arte, meditazione e consapevolezza del sé, del proprio corpo e dell’impronta che lascia sulla terra.

Comunicato stampa

Un progetto che unisce arte, meditazione e consapevolezza del sé, del proprio corpo e dell’impronta che lascia sulla terra.

"Osservo questo atto come se fosse una preghiera, un rito, prendersi cura, calarsi nella profondità di sé, anche attraverso il gioco spontaneo o la danza; da questo incontro nasce una misura plastica che fiorisce dalla terra frutto di una densità di senso che abita le impronte del corpo. È in quegli spazi di vuoto che il corpo occupava che risiede l’anima. L’impronta sulla terra di un corpo che medita porta nel suo vuoto la meditazione stessa, si fa preghiera”. Matteo Lucca

Matteo Lucca, scultore e performer, intende investigare il rapporto della triade corpo, terra, anima attraverso la pratica dello yoga, la meditazione e la ricerca espressiva della danza.
Si parte dall’esplorazione dei gesti delle mani, ovvero i Mudra posizioni di piccole parti del corpo che in pochi secondi permettono di ritrovare equilibrio e benessere, e delle impronte che lasciano sull’argilla in un’azione di coinvolgimento dell’intero essere che si cala sempre di più nella materia originaria e nella relazione con essa. Ciò che resta dell’atto sono Terre di Preghiera, calchi che contengono le tracce del corpo che medita.

Mudra, in sanscrito, significa “sigillo” o “anello che si chiude”, questa traduzione è una chiara descrizione del movimento invisibile che risulta dal gesto che è in grado di muovere le energie nel corpo e agire sulle emozioni. Per realizzare alcune delle opere esposte abbiamo coinvolto 10 persone che seguendo le istruzioni di Silvia Bianco, autrice del libro “I Mudra delle Emozioni”, e guidate da Matteo Lucca nella manipolazione della materia grezza hanno dato vita con i loro gesti alle sculture imprimendo la dimensione delle proprie emozioni.
Paura, gioia, passione, orgoglio, delusione, estasi, speranza… Sono state racchiuse in una forma unica e diversa da chiunque che trattiene la forza e l’importanza del quì ed ora.

Il calco finale è prodotto grazie alla forza impressa, alla forma delle mani di ogni persona, per questo ogni pezzo è unico e irripetibile.

Matteo Lucca ha studiato all’Istituto Statale d’Arte di Forlì per poi laurearsi in scultura all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Ha partecipato a varie mostre collettive. Per le sue sculture, quasi sempre calchi presi dal vero, Lucca utilizza materiali quali il rame, il piombo, il ferro, la cartapesta, i tessuti, la porcellana e residui di studio. Spesso composte da vari materiali, le sue opere appaiono come moderne versioni dei calchi in gesso dei ritrovamenti degli scavi di Pompei ed Ercolano. Sono, anche le sue, figure reali, non idealizzate, che si presentano raramente integre e intatte ma piuttosto spezzate, frammentate e avvolte da strati di materia pellicolare che lascia intendere un inarrestabile scorrere del tempo. L’azione comportamentale, e quindi extrascultorea, ha un ruolo importante nell’opera di Lucca, che, tra l’altro, si è dedicato al teatro-danza nell’ambito di più generali interessi nei confronti della danza moderna e contemporanea. Come per il progetto "NOSTOS" che apre un dialogo diretto tra l’azione dell’artista e la risposta della terra che diviene opera in un vero e proprio corpo a corpo. È un viaggio rituale e simbolico che Matteo compie attraverso una danza, uno scambio di voci antiche che la terra sa accogliere. È una preghiera del corpo in cerca del suo habitat: “l’opera nasce dall’abitare una porzione di terra nella quale intraprendo un cammino verso un’origine nostalgica. Così la terra si fa vaso nel preparasi ad accogliermi in grembo ad ogni passo che affonda” . La terra come casa, luogo perduto, il vaso come nido e ventre materno. Tema ancestrale e attuale allo stesso tempo. Al gesto poetico e intimo di Matteo, la terra risponde ad alta voce: la natura, gli equilibri, le dimore vuote e le voci che dimora non trovano, tutto esplode nella superficie della creta, stappandosi, contorcendosi e crepandosi come puro riflesso di un dialogo che si fa testimone del rito. La voce della terra parla forte, basta fermarsi e ascoltarla.
Tempesta Gallery nasce nell’anno del possibile cambiamento, il 2020, con la volontà dichiarata di intraprendere un dialogo diretto, aperto e frontale sui rapporti tra esseri umani, la Natura e i vari ecosistemi socio-culturali. Tematiche urgenti e non rimandabili, dall’antropocene al genere, affrontate con una nuova modalità di confronto e raffronto tra epoche e momenti diversi della storia dell’arte. Un’innovativa linea progettuale, voluta da Elisa Bonzano ed Enrico Angelino alla guida della galleria dal 2022, che oltrepassa i confini dell’ambito espositivo per essere uno spazio polifunzionale, un luogo dinamico che illustra il dialogo con artisti contemporanei, italiani e internazionali, e con la città di Milano.