Massimo Giannoni / Massimiliano Pelletti

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO EBRAICO
Via Valdonica 1/5, Bologna, Italia
Date
Dal al

Orari di apertura ART CITY Bologna:
venerdì 29 gennaio h 10.00 - 16.00
sabato 30 gennaio h 10.30 – 24.00
domenica 31 gennaio h 10.00 - 18.00

Vernissage
30/01/2016

ore 21

Biglietti

ingresso libero

Artisti
Massimiliano Pelletti, Massimo Giannoni
Generi
arte contemporanea, doppia personale
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In occasione della ricorrenza del Giorno della Memoria e in concomitanza con ART CITY Bologna, il Museo Ebraico di Bologna presenta due distinti progetti espositivi realizzati da Massimo Giannoni e Massimiliano Pelletti.

Comunicato stampa

In occasione della ricorrenza del Giorno della Memoria e in concomitanza con ART CITY Bologna, il Museo Ebraico di Bologna presenta due distinti progetti espositivi realizzati da Massimo Giannoni e Massimiliano Pelletti.

Massimo Giannoni (Empoli, 1954) espone l'olio su tela Muro del Pianto, bozzetto preliminare per lo svolgimento di un Trittico di grandi dimensioni (cm 200x600), realizzato in occasione della mostra personale Four Triptychs curata da Marco Tonelli presso il Palazzo delle Esposizioni a Roma nel 2012 e dedicata a quattro luoghi significativi della contemporaneità. Rispetto al Trittico questo studio preliminare risulta molto più descrittivo: molte figure che qui appaiono rarefatte ed evanescenti, infatti, nella versione definitiva spariscono assorbite dalla materia del muro, mentre rimane costante in entrambi i lavori la composizione costruita su una veduta globale centrale e su due pannelli laterali zoomati e compressi.

Chiamato a dialogare con lo spazio angusto e scuro della Sala del Memoriale, Massimiliano Pelletti (Pietrasanta, 1975) interviene in maniera silenziosa installando una grande scultura in pietra grezza che richiama i lineamenti di Atena, divinità armata che presiede alla strategia militare e spesso associata ai concetti di saggezza, giustizia e civiltà. La figura scolpita da Pelletti, per l’unicità del materiale scelto, presenta sulla superficie turbamenti ed erosioni naturali che leniscono, ma non distruggono, la bellezza estetica e la purezza delle linee classiche. L’opera volge lo sguardo a terra dove sono riportati i nomi degli ebrei di origine emiliana e romagnola che hanno perso la vita nei campi di sterminio.
Con questo progetto curato da Niccolò Bonechi, Pelletti vuole invitare tutti a una riflessione più attenta, intima e silenziosa sui tragici fatti della Shoah assumendo la figura della dea greca come emblema della distruzione da parte del nazismo dei concetti di giustizia e civiltà.