Massimiliano Messina – L’effimera bellezza
L’osservatore è per Messina parte integrante del mondo visionario creato, come suggeriscono le superfici specchianti che spesso inserisce nelle sue opere.
Comunicato stampa
Da diversi anni Massimiliano Messina sta seguendo un percorso artistico che parte dalla fotografia, passa per la manipolazione digitale e approda, alla video-installazione.
Affascinato dal digitale come nuovo e imprescindibile strumento per interpretare la realtà complessa dei nostri giorni, i temi preponderanti dei suoi lavori sono la natura, la simmetria, la mutazione e soprattutto la sessualità: trasforma elementi semplici come fiori, petali o animali in qualcosa d’altro, attraverso giochi di specularità, moltiplicazione e movimento.
L’osservatore è per Messina parte integrante del mondo visionario creato, come suggeriscono le superfici specchianti che spesso inserisce nelle sue opere.
Nella sua personale alla Galleria B4, si è posto alcuni nuovi obbiettivi tematici: la celebrazione della vita e della morte attraverso la rappresentazione dei fiori; la descrizione dell’infinito tramite un fotogramma in moto perpetuo, quasi ipnotico; mostrare come il corpo cambia pelle nell’era dell’ossessione per la tecnologia digitale.
Per la prima volta l’artista si cimenta con l’espressione pittorica per raccontare la naturale continuità tra una forma artistica più classica ed una più contemporanea. Consapevolmente, ha colto l’occasione per far convivere molte tecniche diverse e per mettersi alla prova con un approccio più materico e multisensoriale.
Massimiliano Messina nasce nel 1977 a Catania. Dopo la maturità tecnica, si trasferisce a Roma per studiare fotografia, regia cinematografica e montaggio video.
L’esperienza romana risulta essere una tappa importante per la crescita artistica di Messina: anzitutto impara ad utilizzare i mezzi e a capirne le potenzialità, inoltre perché la pura e semplice curiosità verso il cinema e la fotografia si trasforma, in quegli anni, in voglia di fare e di comunicare attraverso l’immagine.
Imparata la “tecnica”, sente l’esigenza di una formazione teorica sul cinema e sull’arte in genere, così nel 2006 si trasferisce a Bologna per studiare al DAMS. Qui, nel 2010 prende parte ad una collettiva presso la Galleria 18; L’anno successivo espone il progetto ‘Mutazioni’ al Museo Geologico Capellini, durante la rassegna di Arte Fiera 2011.