Mario Schifano – Settanta80novanta

Informazioni Evento

Luogo
JUS MUSEUM - PALAZZO DONN'ANNA
Posillipo, L.go Donn’Anna, 9, scala B, Napoli, Italia
Date
Dal al

25 MAGGIO - 22 GIUGNO
8 SETTEMBRE – 12 OTTOBRE 2022
martedì/venerdì: 10.00-13.00 / 15.00-19.00 - sabato: 16.00-20.00
domenica, festivi e altri orari previo appuntamento

Orari Jus Museum Palazzo Donn’Anna
Previo appuntamento

Vernissage
25/05/2022

ore 17

Artisti
Mario Schifano
Curatori
Marcello Palminteri
Generi
personale, arte moderna
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In esposizione, venti opere realizzate da Mario Schifano tra gli anni Settanta e gli anni Novanta, provenienti da collezioni private.

Comunicato stampa

NAPOLI. Continua l’impegno dello Jus Museum nella promozione dell’arte moderna e contemporanea, con una serie di appuntamenti nella città di Napoli.

Mercoledì 25 giugno dalle 17.00 alle 22.00 si inaugura la mostra “MARIO SCHIFANO. SETTANTA80NOVANTA”, a cura di Marcello Palminteri.

L’appuntamento è alle ore 17.00 presso la nuova sede espositiva dello Jus Museum a Palazzo Donn’Anna (Posillipo, L.go Donn’Anna, 9, scala B). L’evento, organizzato con FriArte Roma in collaborazione con la Fondazione Ezio De Felice, sarà introdotto da Marcello Palminteri curatore della mostra, dall’Arch. Roberto Fedele del C.T.S. della Fondazione De Felice e dall’Avv. Olindo Preziosi.

L’evento prosegue, dalle ore 19.30 alle ore 22.00 presso lo Jus Museum a Palazzo Calabritto (Via Calabritto, 20, piano nobile, scala B).

In esposizione, venti opere realizzate da Mario Schifano tra gli anni Settanta e gli anni Novanta, provenienti da collezioni private e già esposte in importanti rassegne italiane ed estere. Fedele alla sperimentazione ed alla pittura (alla pittura che ha vinto e che negli anni Ottanta ritorna prepotente con la Transavanguardia di cui è precursore), Mario Schifano attraversa il “Sessantotto” dell’arte opponendo al concettualismo la forza straripante del colore, al grigiore del “poverismo” il rosso della lotta e della contestazione, della ricerca della vita fuori dagli schemi e fuori dalle mura. L’attrazione per gli opposti, nella sua ricerca confluiscono in un nomadismo che supera la dialettica tra figurazione ed astrazione, sapendo raccogliere contributi da entrambi i fronti per indicare una direzione meno rigida e per questo veramente moderna; ragione che ancora oggi rende la sua opera più attuale di ogni altra ricerca del secondo Novecento, per la capacità affabulante con cui ha disegnato e descritto, con parole nuove, tutto ciò che ci circonda e che è rientrato nello spettro di luce dell’artista nel corso di una vita, concentrando, negli spazi dell’opera, ansie, paure e significati di un secolo.

La mostra sarà visitabile (martedì/venerdì: 10.00-13.00 / 15.00-19.00 - sabato: 16.00-20.00) fino al 22 giugno, per poi essere riaperta dall’8 settembre al 12 ottobre con nuovi appuntamenti e con la presentazione del catalogo.

***

Il circuito degli appuntamenti di Jus Museum prosegue, fino al 31 maggio, presso la Fondazione Banco di Napoli (Via dei Tribunali, 213, lunedì/sabato: ore 10.00-18.00; domenica ore 10.00-14.00; mercoledì chiuso): in esposizione “Colloculi”, di Annalaura di Luggo, a cura di Gabriele Perretta. “Colloculi” deriva dalla fusione dei due lemmi “colloquii” e “oculi” combinandone i significati. Diventa forma circolare come geometria essenziale e come struttura concettuale di sostenibilità, accogliendo il legame tra persona, opera ed ambiente. Progetto scultoreo, immagine mediale e rimediazione “multisensoriale”, Colloculi di Annalaura di Luggo mentre modifica il contesto in cui è inserito, consente di attivare un meccanismo di rinnovata consapevolezza nei confronti dell’installazione, non più o non soltanto surrogato di monumentalità, ma occasione per rileggere dimensioni umane trasfigurate in contesti mutabili. Da “Colloculi” prende vita “We Are Art”: attraverso i linguaggi della videoarte, del sound design e della realtà immersiva, gli occhi di quattro ragazzi, vittime di bullismo, discriminazione, alcool e criminalità, rivelano il proprio universo umano e poetico, coinvolgendo l’osservatore in un confronto che non può essere senza conseguenze, perché “guardarsi negli occhi” significa predisporsi al dialogo, all’incontro.

L’accesso è disciplinato in conformità alle misure sanitarie e di sicurezza previste dalle normative del governo in materia Covid-19.