Mario Puccini – La passione del colore

Informazioni Evento

Luogo
PALAZZO MEDICEO
Via XXIV Maggio 22, Seravezza, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

dall'11 luglio fino al 6 settembre tutti i giorni dalle 17 alle ore 24, sabato e domenica 10-30 – 12.30 e 17 – 24. Dal 7 settembre al 2 novembre dal giovedì al sabato dalle ore 15 alle 20, domenica dalle 10.30 alle ore 20.

Vernissage
11/07/2015

ore 18

Biglietti

6 euro intero, 4 ridotto

Artisti
Mario Puccini
Uffici stampa
ILOGO
Generi
personale, arte moderna

In Versilia una raccolta inedita delle opere del “Van Gogh italiano” nel contesto artistico tra fine ‘800 e inizio ‘900.

Comunicato stampa

Dall’11 luglio al 2 novembre le sale del Palazzo Mediceo di Seravezza in Versilia (Lu), ospitano la mostra “La passione del colore. Mario Puccini da Fattori al Novecento (1869 – 1920)” curata da Nadia Marchioni ed Elisabetta Palminteri, promossa e organizzata dalla Fondazione Terre Medicee, Comune di Seravezza e la collaborazione con l’Istituto Matteucci di Viareggio. Sono passati quasi cinquant’anni dall’ultima mostra dedicata all’artista livornese Mario Puccini (Livorno 1869 – Firenze 1920), definito a suo tempo il “Van Gogh italiano”, ed ora finalmente si offre l’occasione di riscoprire questo pittore attraverso un progetto espositivo inedito che consentirà di ammirare le sue maggiori opere nel contesto del panorama figurativo della Toscana fra la fine dell'Ottocento ed i primi due decenni del Novecento, precocemente aggiornato sulle novità europee. I dipinti di Puccini saranno dunque affiancati da opere di pittori come Giovanni Bartolena, Giovanni Fattori, Oscar Ghiglia, Silvestro Lega, Ulvi Liegi, Llewelyn Lloyd, Guglielmo Micheli, Alfredo Müller, Plinio Nomellini che, in modi diversi, contribuirono alla formazione ed all'affermazione della sua pittura nel panorama artistico contemporaneo. La comune matrice fattoriana dalla quale si sviluppa, in differenti direzioni, l'opera degli artisti citati, è particolarmente riconoscibile nell'opera di Puccini (che, negli anni della piena maturità, continuerà a considerare Fattori come il proprio "maestro") e sarà evidenziata in mostra attraverso puntuali confronti.

Da qui Puccini partirà, dai primi anni del Novecento, per una ricerca verso un impiego del colore che sfocerà in una interpretazione del tutto personale, consentanea agli sviluppi di alcune tendenze pittoriche europee di quegli anni. L’inedita accensione cromatica e la vigorosa pennellata dei suoi dipinti hanno contribuito, assieme alla malattia mentale, per la quale l’artista fu recluso in manicomio per oltre quattro anni, a suggerire, già nei contemporanei, il legame fra la pittura di Puccini e quella di Van Gogh, la cui opera poté ammirare, assieme a quella di Cézanne, nella celebre collezione fiorentina di Gustavo Sforni, con il quale entrò in contatto nel 1911. Fu proprio da questo momento che la sua carriera artistica fiorì grazie allo stesso Sforni (che possedeva sessanta dipinti di Puccini), a Mario Galli ed altri collezionisti che presero ad acquistare e commissionare dipinti. Ad una precisa committenza sembra, ad esempio, riferirsi un dipinto del quale l’artista scrive in una lettera da Seravezza all’amico Galli; questo documento conferma, assieme ad un buon numero di disegni ed olii, l’interesse di Puccini per il territorio apuo-versiliese, dove soggiornò a più riprese e, certamente, nell’autunno del 1914, riportando numerosi studi per la realizzazione dell’opera citata nella missiva.

Il percorso espositivo si svilupperà in cinque sezioni, la prima delle quali sarà dedicata all’universo artistico di Puccini, evocando con dipinti e ritratti le figure del maestro Fattori (di cui si espone la celebre tela proveniente da una prestigiosa collezione privata “Il Pio Bove", a fianco del monumentale “Bovi al pascolo”, della Collezione Ente Cassa di Risparmi di Firenze), degli amici pittori, dei collezionisti e mercanti che entrarono a far parte della sua solitaria esistenza. La seconda sezione sarà dedicata agli autoritratti di Puccini ed ai suoi esordi pittorici, rappresentati esclusivamente da intensi ritratti fondati sul magistero di Lega, con il quale si propongono inediti confronti di opere provenienti da esclusive collezioni private ed esposte al pubblico per la prima volta in questa occasione. Un intermezzo documentario, grazie al quale sarà possibile evocare, attraverso fotografie d’epoca e documenti originali, i quattro lunghi anni di isolamento di Puccini presso gli ospedali di Livorno e Siena, introduce alla terza vasta sezione che raccoglie i capolavori della maturità dell’artista, riuniti per soggetto e genere: marine, campagne, scene di vita quotidiana, nature morte sveleranno la singolarità e la potenza del linguaggio pittorico pucciniano, mentre i suoi straordinari disegni segneranno le varie tappe del percorso espositivo. La mostra si conclude con una sala dedicata alla rievocazione degli ambienti del livornese Caffè Bardi, dal 1909 luogo di ritrovo degli artisti toscani come già lo era stato per la generazione dei macchiaioli il Caffè Michelangiolo a Firenze; qui saranno riunite le decorazioni commissionate dal proprietario ai diversi pittori, grandi tele e disegni fra cui spicca “Il Lazzaretto di Livorno” di Puccini, che torna finalmente, dopo molti anni, a mostrarsi al pubblico nel suo incantevole splendore cromatico.