Marco Tamburro – Free Way
Tamburro, Lui è alla ricerca di quella musa perduta, la quinta essenza dell’ispirazione, quella che gli suggerisce l’opera e che lo accompagna nella realizzazione, ricordandogliene l’essenza, ma anche quella che gli permette di canalizzare il suo vissuto e di trasformarlo in opera. Come a voler sottolineare la storia del nostro recente passato e le sue conseguenze.
Comunicato stampa
Giovedì 28 novembre il concept store Rossmut ha il piacere di presentare Free Way, mostra personale dell’artista Marco Tamburro a cura di Antonio Arévalo.
Come descritto da Antonio Arévalo, in questa mostra di Marco Tamburro, impostata sulla costruzione di scene dipinte, gli elementi pittorici come in un noir vengono smontati e rimontati. Inseriti in architetture veloci in cui vediamo o immaginiamo l’artista entrare ed uscire da sottoscale metropolitane o palazzine abbandonate dopo quella che sembra una guerra nucleare, e da cui inizia i suoi riti quotidiani: come lo svegliarsi da un letargo durato una intera stagione, per poi vestirsi ed assumere nel dipingere questi elementi strutturali, gesti tracciati con una intenzionale calligrafia a rendere più stridente e ironica la futilità dei moventi.
Lo si vede percorrere zone periferiche, per poi finalmente ritornare al guscio da cui è uscito per vivere un mondo minimo, glaciale, marmoreo, quasi metafisico, rappresentando la vicenda in una sequenza di quadri ognuno mostrato con una specie di simultaneità di visione.
Quello che trasforma ogni opera (tele di grandi dimensioni) è l'istinto, la veemenza che attraverso il medium dell'acrilico e del segno, trasmettono l’evento temporale, che trasforma tutto in dramma o accadimento. Narrazioni sospese in cui nulla è definito, paesaggi abissali, ma anche rottura temporale di quella narrazione.
Tamburro, Lui è alla ricerca di quella musa perduta, la quinta essenza dell’ispirazione, quella che gli suggerisce l'opera e che lo accompagna nella realizzazione, ricordandogliene l'essenza, ma anche quella che gli permette di canalizzare il suo vissuto e di trasformarlo in opera. Come a voler sottolineare la storia del nostro recente passato e le sue conseguenze.
Ne emerge una visione del mondo che passa attraverso una concezione eminentemente formale, e con la sua forte stilizzazione costituisce la sintesi ideale, è come in un romanzo di Bolaño, sembra solo uno dei tanti luoghi in cui un male pervasivo e sotterraneo è salito in superficie inteso come sguardo sul vuoto. Nell’abisso.