Marco Piersanti / Valerio Spagnoli
La mostra mette a confronto due giovani fotografi piacentini completamente differenti uno dall’altro. Valerio Spagnoli si caratterizza per una ricerca sul sociale, ed in particolare sui ciechi, Marco Piersanti, utilizza la fotografia creando montaggi stranianti che uniscono realtà incompatibili.
Comunicato stampa
La Galleria Biffi Arte Fotografia e Video inaugura venerdì 1 luglio alle ore 19 la doppia personale di Marco Piersanti e Valerio Spagnoli. In occasione dei Venerdì Piacentini la galleria rimarrà aperta anche la sera fino alle ore 22.
Valerio Spagnoli è un fotografo 'realistico'. Non c'è nulla di costruito, di falso nelle sue immagini. I suoi scatti sono 'ordinari', frames di vita comune, quotidianità. Predilige ritratti e tra le persone spesso sceglie proprio quelle che normalmente non notiamo, quelle che lui chiama gli invisibili. Parte essenziale della sua poetica è l'interazione con i soggetti che ritrae, con cui costruisce legami che diventano percorsi e azioni comuni. Per il suo lavoro la luce e il colore 'reali' sono fondamentali. Vuole mostrare solo quello che è, i giochi di luce e le tonalità di colore che tessono il reale visibile. Ma cosa succede quando non possiamo vedere nulla? Se i miei cinque sensi sono la mia particolare modalità di avere un mondo, senza la vista (o con una vista estremamente ridotta) quale mondo possiedo?Nell'oscurità della cecità vedo con il sogno, la memoria, l'attività inconscia, ma anche con la coscienza di me stesso, acuita dagli altri quattro sensi ben vigili, che mi restituisce il corpo come essenza della mia esistenza, luogo originario dell'accadere e del concretizzarsi della mia vita con l'altro da me. So che è un corpo mutilato, deprivato di un senso, che forse in passato ho sperimentato o forse no, e prosciugato dall'esperienza visiva, mi rimanda un'immagine scarnificata, senza il sangue e il colore della vita, che percepisco come un bassorilievo, coi toni grigi e le ombre del metallo scavato. Ma posso ancora ascoltare gustare annusare toccare e pensare sognare immaginare e correre cantare ridere amare e... (testo di Adriano Corsi)
Valerio Spagnoli nasce nel 1977 a Piacenza, dove vive e lavora. Anche se autodidatta, ha già diverse mostre e collaborazioni alle spalle. “Cambio di ottica”, segna l’esordio con la partecipazione a una collettiva presso la Galleria Ricci Oddi organizzata dal Gap,Giovani Artisti Piacentini, (gennaio 2004). Seguono le mostre: “inVISIbili”, nata con l’intento di far riflettere sull’invisibilità non voluta di diversamente abili e stranieri, è stata presentata per la prima volta al Laboratorio delle Arti (2004); “Un pallone, due ruote e un canestro” (2005), sulla locale squadra di pallacanestro in carrozzina, è una permanente presso il Palazzetto dello Sport di Villanova sull’Arda (Piacenza), e una sua selezione è stata portata a Framura (La Spezia) con il titolo “Prospettive” (2007); “La gabbia quotidiana – buio di mani”, trasposizione di uno spettacolo teatrale delle Stagnotte sul tema della violenza alle donne, è stata presentata nel marzo 2009 presso la Biblioteca Comunale di Piacenza. Nel novembre 2010 vince a Piacenza il concorso per giovani artisti "Dimostrami", organizzato dall'archivio GAP.
Amore e sofferenza. Due facce di una stessa medaglia che gli esseri umani continuano a ruotarsi tra le dita guardando l'una, l'altra o abbracciandole entrambe con un unico sguardo. «L'amore e' la risposta» (Woody Allen) e l'uomo, per sua natura, e' alla continua ricerca dell'amore e delle risposte che puo' dare. Guardare negli occhi questi appassionati cercatori e fermane i pensieri e il sentire e' il fulcro della riflessione artistica di Marco Piersanti che, tanto per restare in tema, si e' innamorato di questo osservare l'animo umano che intrappola in scatti fotografici rielaborati in photoshop con un certosino lavoro di fotoritocco pixel per pixel. Il bagaglio di pittore che Piersanti si porta sulle spalle trova sublimazione nella fotografia che non viene abbandonata alla casualita' dello scatto, ma per cui viene usato un approccio pittorico di intervento sull'immagine vestita di una dimensione diversa dalla originale. Capire questo modo di lavorare significa guardare al background dell'artista dagli approcci alla pittura fino al suo affrancamento da una forma espressiva non piu' aderente al suo sentire. Il percorso verso la pittura all'immagine fotografica, in Piersanti, nasce dall'anelito dell'artista a una forma di espressione il piu' confacente possibile al suo pensiero. Cedendo il passo a una pittura piu' dinamica, il figurativo delle prime opere e' stato via via contaminato dalla fotografia, prima con sporadici inserti sulla tela a completamento - e fors'anche a rottura - dell'immagine principale, poi divenendo essa stessa, la fotografia, la protagonista. (testo di Roberta Suzzani)
Marco Piersanti nasce nel 1975 a Piacenza, dove vive e lavora. Dopo un periodo in cui si dedica alla pittura, passa alla fotografia, ed in particolare al montaggio fotografico. Nel 2003 partecipa alle prime collettive: "Chimere in città" alla galleria Ricci Oddi di Piacenza, Biennale di Incisione a Cavaion Veronese (VR) e Casale Monferrato (AL). Del 2004 è la prima personale al Laboratorio delle Arti di Piacenza, mentre alla galleria Ricci Oddi partecipa alla collettiva "Totem & Taboo" e nel 2005 a "Quindici per Quindici". Dello stesso anno è la mostra "CArnello CArte" a Frosinone. Del 2006 è la personale di PanoramaArte a Piacenza, mentre del 2007 è la personale alla Bel Art Gallery di Milano, dove espone nel 2009 anche il ciclo "Joker's Train".