Mahmoud Saleh Mohammadi – Tempo e Tempio

Informazioni Evento

Luogo
NONOSTANTE MARRAS
via Cola di Rienzo, 8 , Milano, Italia
Date
Dal al
Vernissage
11/12/2015

ore 19

Artisti
Mahmoud Saleh Mohammadi
Curatori
Francesca Alfano Miglietti
Generi
arte contemporanea, personale
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Mostra personale dell’artista iraniano Mahmoud Saleh Mohammadi.

Comunicato stampa

Inagurazione della mostra personale Mahmoud Saleh Mohammadi
TEMPO E TEMPIO
PERFORMANCE # 04 CHISSA’ di Mahmoud Saleh Mohammadi con Akiko Kozato
Mostra a cura di Francesca Alfano Miglietti
Inaugurazione venerdi 11 dicembre 2015 ore 19.00
Dal 11 dicembre 2015 al 20 gennaio 2016 dalle 10.00 alle 19.00
in Show room Antonio Marras Via Cola di Rienzo 8 Milano

MAHMOUD SALEH MOHAMMADI
È un artista iraniano nato a Teheran nel 1979. Ha iniziato la sua carriera artistica in Iran presso l’Università di Arte Elmikarbordi Karaj studiando pittura e poi ha continuato i suoi studi in Italia all’Accademia di Brera dove si è laureato nel 2014. Vive e lavora a Milano. La sua ricerca, in sostanza pittorica, è l’integrazione in installazioni e performance. Fonda a Milano, nel 2014, lo Spazio Nour, un laboratorio creativo che promuove il dialogo tra le diverse arti visive e performative.
www.mahmoudsalehmohammadi.com www.mahmoudsalehmohammadi.blogspot.com

“Non ho mai visto un quadro bello come un tappeto persiano”
(Eugene Delacroix)

Dai fondi d’oro puro delle icone orientali e dei dipinti medioevali, al pulviscolo di luce colorata filtrato dalle vetrate delle cattedrali gotiche, dagli effetti chiaroscurali di una luce interiore drammatica, alla luce morbida delle atmosfere siderali, la luce si carica di una pluralità di significati e assume un ruolo fondamentale nella rappresentazione del mondo. Mahmoud Saleh Mohammadi ha scelto la luce come materiale primario, la luce e il suo carico metaforico e spirituale. Una luce che sembra voler ordinare le tenebre del caos in cosmo, in luogo dell’incontro e della relazione, per Mahmoud Saleh Mohammadi la luce sembra essere all’origine delle sensazioni, e ogni elemento che utilizza, dal colore ai tappeti, dalla performance agli oggetti, sembra voler realizzare “spazi esperienziali”, concentrandosi sugli effetti della relazione umana. Mahmoud sembra aprire orizzonti a partire da imprevedibili processi di trasformazione di un ordine interiore che diviene proiezione mentale, esattamente come proiettivi sono gli spazi della contemporaneità.
Quando i giapponesi riparano un oggetto rotto, ne valorizzano ogni singola crepa attraverso un procedimento sofisticato che prende il nome di “tecnica Kintsugi“. Prevede la riparazione di vasellame rotto, attraverso l’unione dei cocci con della resina, che fa da collante, mista a oro, argento o platino. Secondo i Giapponesi infatti, il vaso rotto e riparato con quelle preziose venature dorate che sono il risultato dell’unione dei pezzi frantumati, starebbe a significare la vita ed i cambiamenti che essa porta con sé. La vita in realtà non è mai lineare ma, anzi, presenta sempre delle spaccature, che ci portano a compiere nuove scelte e ad intraprendere nuovi percorsi.
Sono oro le tracce che Mahmoud Saleh Mohammadi lascia sui suoi tappeti, quella di Mahmoud è una visione non convenzio- nale dell’arte e della storia, opere fuori dai confini che si affidano tanto alla sua eredità culturale quanto alle condizioni della sua quotidianità attuale. Mahmoud costruisce una storia “immaginaria” in cui il senso del tempo è inesistente, attingendo a una serie di tappeti orientali. Su di un tappeto non si cammina, piuttosto si entra in uno spazio da esso costituito, come in un’architettura immaginaria, simulata, che si leva verso il cielo. Tutto sembra provenire da lì, dal basso che si fa stanza. Scrive Edgar Allan Poe: “dal tappeto non vanno dedotte solo le tinte, ma anche le forme delle cose che ci stanno sopra: mobili e delitti”. I tappeti di Mahmoud Saleh Mohammadi non si calpestano (un tempo il tappeto era considerato elemento divisorio: parete effimera, che oltre a delimitare gli spazi simbolici difendeva anche dai nomadi dell’esterno), ma si varca quasi come una soglia sacra o sciamanica. I bordi, che sono fondamentali, perimetrano uno spazio e funzionano come cornici immaginarie, verso la ripetizione inesauribile di moduli incantatori: pure variazioni seriali. Per Mahmoud Saleh Mohammadi l’arte è luogo di relazione e l’opera è campo di forze instabili, che incantano lo sguardo, in situazioni narrative, in simmetria rovesciata, in una sorta di viaggio fantastico. Mahmoud Saleh Mohammadi sembra voler esplorare una geografia vasta e variegata, non riferita a punti cardinali, a longitudini e latitudini, sembra voler usare le ombre come materia per poter far emergere la luce nei diversi materiali, creando un confine sottile tra realtà e illusione, tra presenza e assenza, tra ciò che è stato vissuto e ciò che si sta vivendo. Un dialogo tra paesaggi interiori e luoghi esteriori, per una serie di lavori che occupano lo spazio adattandosi a colonne e a muri divisori. Stessa flessibilità che caratterizza l’opera di Mahmoud Saleh Mohammadi, e che si adatta allo Spazio e al Tempo. In Mostra le ultime opere dell’artista e l’installazioni di colonne e tappeti dal titolo: Tempo e Tempio. Un poetico e utopico desiderio di rappresentare la tensione tra il caos e l’ordine, tra il cielo e la terra, tra se e il mondo.

Francesca Alfano Miglietti

PERFORMANCE # 04 CHISSÀ..

di Mahmoud Saleh Mohammadi con Akiko Kozato I rapporti che intercorrono tra l’immaterialità del pensiero e la sua trasformazione in una materia visiva, scritta e intelligibile, documentando le diversità e le interazioni delle varie forme dello scrivere, ed evidenziando la relazione tra i tipi di pensiero e le forme di comunicazione nei diversi contesti culturali. In questa performace, attraverso le parole poetiche di tre grandi maestri spirituali, si partirà dal considerare la scrittura attraverso la sua manifestazione materiale più evocativa: la calligrafia e la direzione stessa del comporsi dei segni e delle sillabe. 3 culture (Italiana Persiana Giapponese - occidentale medio-orientale e orientale), 3 origini, 3 religioni, 3 calligrafie, 3 versi, 3 colori (Oro Nero Marrone), 3 poeti/mistici del dodicesimo secolo (San Francesco Assisi, Italia - Molana Rumi, Iran – Kamo No Chomei, Giappone).

MAHMOUD SALEH MOHAMMADI

È un artista iraniano nato a Teheran nel 1979. Ha iniziato la sua carriera artistica in Iran presso l’Università di Arte Elmikarbordi Karaj studiando pittura e poi ha continuato i suoi studi in Italia all’Accademia di Brera dove si è laureato nel 2014. Vive e lavora a Milano. La sua ricerca, in sostanza pittorica, è l’integrazione in installazioni e performance. Fonda a Milano, nel 2014, lo Spazio Nour, un laboratorio creativo che promuove il dialogo tra le diverse arti visive e performative.

www.mahmoudsalehmohammadi.com
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