Lucia Pescador – Botanikum

‘BOTANIKUM’, la prima ampia mostra personale dedicata a LUCIA PESCADOR negli spazi dei Musei Civici di Padova. Un erbario immaginario di foglie, fiori, funghi, forme. Oltre 500 opere dedicate al mondo vegetale
Comunicato stampa
In occasione della prima grande mostra personale dell’artista LUCIA PESCADOR in una istituzione pubblica italiana, si è scelto di valorizzare la sua vasta produzione di opere dedicate alla botanica e alle piante. Lucia Pescador privilegia da sempre il disegno, lavorando su tematiche legate alla natura, alla cultura e all’arte.
BOTANIKUM raccoglie circa 500 opere in prevalenza disegni su carta, acetati, fotografie, collages.
L’artista ha un legame speciale con la carta: vecchie lettere, registri di contabilità, partiture musicali, fogli sciolti di libri e di diari, su cui incidere i propri disegni, i pensieri, i mondi immaginari. L’interesse per la carta nasconde una profonda passione per il libro e in particolare per quello d’artista.
La serie di installazioni create appositamente per gli spazi di Palazzo Zuckermann a Padova celebrano la bellezza e le forme della natura, diffondendo una continua emozione, come nell’essere circondati da giardini immaginari. Le centinaia di fogli sospesi a parete, sorretti solo da aghi leggeri, creano una sorta di arcobaleno nella stanza. Sia nella tradizione orientale, che nell’etimologia greca ‘foglio’ ha un rimando sensoriale alla foglia.
Sono di fatto racconti di foglie, fiori, funghi, frutti, legni, a ispirare i disegni di Lucia Pescador.
Sono le storie lontane di erbari medioevali e dei libri fotografici di Karl Blossfeld ad attivare visioni e narrazioni. Sono le collezioni botaniche di grandi maestri come Filippo De Pisis a stimolare la ricerca di forme e composizioni. Alberi e geometrie, a formare un’ambientazione omogenea per i suoi racconti di boschi e giardini, a volte reali, altre immaginifiche.
BIO
Lucia Pescador (Voghera 1943) si è diplomata in Decorazione all’Accademia di Belle Arti di Brera (Milano), con Guido Ballo, con una tesi sul pittore Bepi Romagnoni. Per anni ha insegnato al Liceo Artistico Boccioni di Milano. Inizia la propria carriera artistica nel 1965. Artista di notevoli suggestioni, propone le sue opere come installazioni a parete, in una molteplicità di accostamenti, utilizzando diverse tecniche quali disegno, pittura, fotografia, ceramica. Dal 1977 al 1989 fa parte del Gruppo Metamorfosi (con Alessandra Bonelli, Lucia Sterlocchi e Gabriella Benedini) condividendo temi d’indagine tra cui la dialettica tra cultura e natura.
Negli anni ’80 espone il suo racconto di opere nella mostra milanese Una nave per Kazmir (Malevic), a cura di Lea Vergine.
Con gli anni ’90 inizia il suo progetto più noto: Inventario del Novecento con la mano sinistra, una raccolta di immagini e catalogazioni sull’arte e la cultura del XX secolo. L’inventario progredisce per temi formati da coppie d’immagini della cultura del nostro tempo, eseguite su vecchie carte riciclate, disegnando solo con la mano sinistra. Di esso fanno parte: Arte, Vasi, Africa, Hotel du Nord, Hotel Meublé-Berlin, Tokyo, Architettura, Il papiro di Ani, Iconostasi, Creta, Enigmistica, Atelier Stieglitz, Bauhaus. I vari compendi saranno poi esposti in mostre sia in Italia che all’estero. L’utilizzo della mano sinistra (nonostante l’artista non sia mancina) esalta l’aspetto espressivo e interpretativo dell’opera, per evocare il processo di destrutturazione della rappresentazione accademica avvenuto nel Novecento: ‘ricopio per rimpadronirmi con la mano sbagliata delle immagini che mi commuovono e mi appartengono. Ricopiando le immagini che volano su vecchi fogli di carta e inchiodandoli sul muro cerco di ricostruire un mio senso di vita’.
La passione per la botanica nasce dall’infanzia, insieme alla nonna, alle visite a serre e giardini, tanto da desiderare di iscriversi alla Scuola di Agraria (esclusa però alle donne). Da qui la trasposizione in opera d’arte attraverso la raccolta di legni, fiori, funghi, tradotti in erbari d’artista.
Negli anni 2000 compone Wundermachtkammer, sogno smarrito, esposto per la prima volta a Palazzo Te, a Mantova, nel 2010. Tra le ultime mostre personali: Geometrie per Sonia Delaunay e Joseph Beuys (2021) presso gli spazi di Assab One Milano e Africa per sentito dire e varia umanità (2023), presso la Galleria Apalazzo di Brescia. Nel suo percorso artistico ha esposto in numerose gallerie private, fiere e musei, con mostre collettive e personali in Italia, Francia, Belgio, Olanda, Austria, Inghilterra, Germania, Stati Uniti, Egitto, India e Cina.
Claudia Zanfi, storica dell’arte e del paesaggio, appassionata di giardini, collabora con istituzioni pubbliche e private su progetti culturali ed editoriali, dedicati ad arte, società, paesaggio. Nel 2001 fonda e dirige il programma internazionale GREEN ISLAND per la valorizzazione dello spazio pubblico e delle nuove ecologie urbane. Realizza la collana editoriale Green Island con vari titoli monografici. Nel 2010 fonda lo studio di progettazione e diffusione del verde ATELIER DEL PAESAGGIO (www.atelierdelpaesaggio.worldpress.com), gruppo che si dedica alla rigenerazione di spazi urbani abbandonati o in disuso, alla realizzazione di orti urbani, alla salvaguardia degli impollinatori e alla realizzazione di giardini d’artista.
Collabora con Unesco Heritage e Council of Europe ‘European Landscape Convention’.
Ha insegnato al master Arti Visive e Curatoriali all’Accademia di Belle Arti di Brera; master internazionale Urban Vision and Architectural Design alla Domus Academy di Milano; Social Design e Public Space al Politecnico di Milano; master Visual Cultures alla Middlesex University di Londra.
Ha ricevuto diversi premi nazionali e internazionali per le sue attività e le sue ricerche, tra questi: il ‘Premio Parco dell’Arte’ a Mantova; Premio per la biodiversità ‘Expo 2015’ Milano; Premio Timberland per le ecologie urbane; è finalista per i progetti di Lausanne Jardins (CH) e della Biennale Spazio Pubblico (Barcellona).