Lucia Pescador – Album 900 e furti d’archivio

La mostra ripercorre quarant’anni di attività dell’artista, attraverso una selezione di 45 opere su carta, molte della quali inedite, realizzate dagli Ottanta ai giorni nostri.
Comunicato stampa
La Civica Raccolta del Disegno di Salò – tra le più importanti collezioni di opere su carta in Italia – ospita la mostra LUCIA PESCADOR Album 900 e furti d’archivio che ripercorre quarant’anni di attività dell’artista, attraverso una selezione di 45 opere su carta, molte della quali inedite, realizzate dagli Ottanta ai giorni nostri.
Con la curatela di Anna Lisa Ghirardi, curatrice e conservatrice della Civica Raccolta del Disegno di Salò, ed Elisabetta Longari, storica e critica d’arte, il percorso espositivo al Museo di Salò testimonia appieno il modo di procedere di Pescador, che tratta il proprio lavoro come un’opera aperta e passibile di continui innesti, cambiamenti, montaggi e rimontaggi, memore – come scrive Anna Lisa Ghirardi nel raffinato catalogo che correda la mostra – “del metodo di catalogazione per associazioni di Aby Warburg”.
I grandi fogli di Album 900 - dove frammenti di opere storiche si alternano a produzioni recentissime con, anche, riferimenti ai grandi temi dell’attualità – si affiancano altre carte, prelevate dal ricchissimo archivio Pescador: Cartilagini (2022–2023), Croste (2022), Isole con la mano sinistra (1988) ed Esercizi con la mano sinistra (1989).
Un dialogo inedito che introduce nuove configurazioni e contaminazioni, restituendo la natura fluida e stratificata dell’inventario dell’artista. Ne sono un esempio composizioni dove cervi e volatili condividono lo spazio della rappresentazione con disegni di orologi e arcate architettoniche, pagine di erbari botanici convivono con frammenti di alfabeti antichi o cruciverba, disegni progettuali accanto a fumetti. Riferimenti alla botanica e alla geografia sono riscontrabili nelle composizioni in cui compaiono montagne, ciclamini, frutti e scogliere, molte le opere collegate alla pandemia da Covid-19, mentre al conflitto in Ucraina si riferiscono i delicati uccelli portalettere che Pescador disegna feriti, simbolo delle storie interrotte delle vittime.
Convivono oriente e occidente, figurazione e astrazione, scrittura e simboli: a metà tra archeologia e poesia l’artista usa l’arte come metodo per inventariare il mondo, attraverso il significato simbolico di oggetti usati. A questa varietà iconografica – descritta da Ghirardi con la similitudine della “mappa con coordinate temporali e geografiche non lineari né sequenziali, ma diacroniche” fanno da sfondo quelle che Elisabetta Longari definisce “forme tenaci di fedeltà, quale quella nei confronti della carta”, soprattutto quand’essa possiede una vita precedente all’opera. Le pagine di quaderni e libri trovati alle bancarelle, vecchie foto e cartoline, manifesti, spartiti musicali consunti e tabelle contabili sono dipinti, disegnati, scritti. Un modus operandi che, nota Longari, dal 1990 Pescador esprime “sempre più su larga scala fino a coinvolgere a livello installativo interi ambienti”.
Una produzione che è attraversata, già negli anni Ottanta, dalla pratica della scrittura con la mano sinistra, caratterizzata da tratti incerti e fanciulleschi e che, in Lucia Pescador, vuole essere un atto di riattivazione delle forme, nel solco della destrutturazione della rappresentazione accademica cara al Novecento.
LUCIA PESCADOR (Voghera, 1943) Diplomata in Decorazione all’Accademia di Brera, Lucia Pescador avvia la sua carriera artistica negli anni Sessanta esponendo i propri lavori in mostre personali e collettive in gallerie e musei in Italia e all’estero. Ha sempre privilegiato la forma espressiva del disegno. Ipotesi astronomiche, Ipotesi d’identità, Lo schedario del colore del cielo, Reliquiario botanico, Raccolta d’ombre sono alcune serie degli anni Settanta nelle quali l’artista utilizza un metodo ‘scientifico’ per visualizzare irrazionali proiezioni del futuro. La dialettica tra cultura e natura è il tema d’interesse anche negli anni tra il 1977 ed il 1989, quando è membro del Gruppo Metamorfosi. Dall’inizio degli anni Novanta avvia l’ampio ciclo Inventario di fine secolo, nel quale, con la mano sinistra, l’artista copia frammenti dell’arte del Novecento organizzandoli per voci: Arte, Artefice, Natura, Hotel du Nord, Enigmistica, Geometria, Decorazione. L’utilizzo della mano sinistra, proprio perché non mancina, esalta l’aspetto interpretativo. Il suo interesse per la cultura e la memoria è ascrivibile a un atteggiamento postmodernista, in una chiave poetica che privilegia l’uso della mano e il disegno.
LA CIVICA RACCOLTA DEL DISEGNO DI SALÒ Nata nel 1983, la Civica Raccolta del Disegno di Salò è tra le più prestigiose collezioni di opere su carta in Italia. È attualmente costituita da più di 800 opere, con un focus particolare sull’arte italiana dal secondo dopoguerra ad oggi. L’istituzione ha deposito, archivio e sede espositiva negli spazi del Museo di Salò e persegue il compito di costituire un fondo collezionistico pubblico di opere prevalentemente su carta, promuovendone lo studio e la fruizione. Lucio Fontana, Giuseppe Capogrossi, Carla Accardi, Paolo Icaro, Alighiero Boetti, Afro Basaldella, Piero Dorazio, Filippo De Pisis, Giosetta Fioroni, Mario Sironi, Mario Schifano, Emilio Vedova, Domenico Gnoli sono alcuni dei grandi Maestri di cui la Raccolta conserva i lavori su carta. Il primo nucleo della Raccolta, costituito grazie alla donazione di opere da parte di alcuni sostenitori, è stato progressivamente incrementato da acquisti e donazioni di artisti e collezionisti.