Lucia Cantò – Ai terzi
Non è la relazione di coppia quella che si vuole mettere in risalto in questo contesto, bensì, le relazioni che cercano di convivere all’interno di una collettività, i simboli e le implicazioni di tipo emotivo e sociale che ne derivano.
Comunicato stampa
Lo stare insieme aperti alla vita
Implica la fuoriuscita di un terzo
Solo
Parole estratte dagli scritti dell’artista Lucia Cantò (Pescara, 1995) che ci introducono alla sua mostra di debutto a Monitor e che sono rielaborazione linguistica e matrice della serie di opere site specific realizzate per la mostra Ai terzi. A questi terzi, è rivolto il moto di accoglienza da parte di una collettività di opere scultoree, composta da doppi. Nelle coppie di sculture e installazioni perfettamente combacianti, sono racchiuse le relazione di forza dei primi approcci, la tensione delle parti, il momento iniziale della scelta.
Non è la relazione di coppia quella che si vuole mettere in risalto in questo contesto, bensì, le relazioni che cercano di convivere all’interno di una collettività, i simboli e le implicazioni di tipo emotivo e sociale che ne derivano.
La ricerca artistica di Lucia Cantò è sorretta da un impianto intimo ma prorompente, e articolato in una intensa narrazione in cui scrittura e scultura si nutrono e sorreggono vicendevolmente. L’intimità della scrittura si fonde con il pensare e l’immaginare tridimensionale della scultura, che è metro di misura dell’artista rispetto a sé stessa e all’arte.
Una scrittura per certi versi ossessiva, che nonostante la sua natura solipsista, guida una ricerca dell’Io visibilmente aperta necessaria a stabilire una situazione di empatia con gli altri, a suggellare il passaggio dall’isolamento dell’Io alla prossimità del tu e del voi, a cui segue l’agire scultoreo.
La scrittura che in precedenti installazioni dell’artista, quali IO,TU (2019) era anche visivamente una struttura portante, una tensione visibile tra due macchine da scrivere, per imprimere i versi di amanti lontani, nel contesto della mostra corrente tesse una trama più nascosta, costruendo un dialogo sussurrato tra le numerose ‘opere coppia’, con il resto del mondo.
E se sostare negli spazi vuoti, lasciati liberi da questa collettività fatta di coppie, implicasse per noi terzi, seppur esclusi, il compito di entrare nelle viscere della relazione di coloro che si sono scelti, e coglierne le fragilità, i punti di equilibrio, il senso di appartenenza e reciprocità?
La mostra è accompagnata da un testo critico a cura di Cecilia Canziani, storica dell’arte e curatrice indipendente.
Fino al 4 giugno
Lucia Cantò (Pescara, 1995)
Vive e lavora a Pescara / Lives and works in Pescara, Italy
2020 Straperetana 2020, Palazzo Maccafani, Pereto, a cura di / curated by Saverio Verini, idea di Paola Capata, Delfo Durante; Terzo paesaggio, 16 civico, Pescara, a cura di / curated by Silvia MorettaIo sono Verticale , Palazzo Maccafani, Pereto, Monitor Gallery a cura di / curated by Paola Capata; 2019 Percorsi, YAG-Garage di Pescara, a cura di / curated by Ivan D’Alberto; 2019 Sabbia d’Oro, MuseoLaboratorio di Città Sant’Angelo, a cura di / curated by Enzo De Leonibus; Biennale Giovani di Monza, Palazzo Reale, Monza, a cura di / curated by Daniele Astrologo, Premio Acquisizione / Acquisition Award, Collezione / Collection Museo Civico di Monza; 2019 Artist Residency, Refresh Project, Palazzo della Cultura, Iasi, Romania.; 2018 Artist Residency, Coesistenza Lab, Forte Marghera, Venezia.