Luci ed ombre del legno..una mostra che viaggia

Informazioni Evento

Luogo
ROCCA SFORZESCA - PINACOTECA
Piazzale Rocca , Dozza, Italia
Date
Dal al
Vernissage
08/04/2019

ore 17

Generi
arte contemporanea, collettiva
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Dal Trentino una mostra di sculture in legno.

Comunicato stampa

Si inaugurerà domenica 7 aprile, alle ore 17.00, a Dozza città d’arte (BO), presso la Rocca Sforzesca una nuova tappa “Luci ed ombre del legno..una mostra che viaggia”, un appuntamento ormai consolidato nel panorama artistico nazionale giunto alla XIII edizione.

Si tratta di un percorso espositivo che permette di confrontare diverse espressioni che la scultura lignea contemporanea può assumere. La mostra vuole al tempo stesso esportare al di fuori delle vallate alpine abituali una forma culturale che caratterizza la Provincia di Trento e valorizzare un territorio, l’Altopiano del Tesino, attraverso una delle principali risorse naturali che più squisitamente lo caratterizzano: il legno.

“Dal 2006 – raccontano gli organizzatori - la mostra è stata complessivamente visitata da quasi 80.000 persone, ha saputo unire il Nord ed il Sud Italia, dalla provincia di Bolzano a quella di Salerno, in un autentico abbraccio culturale che ha attraversato rinomati centri culturali e piccoli ma preziosi borghi, che hanno saputo credere nella bontà dell’iniziativa”.

Saranno esposti i quattro vincitori dell’ultima edizione del Simposio del Tesino, dove, ogni metà estate, quasi trenta artisti vengono invitati e, per una settimana, scolpiscono per le vie e le piazze dei quattro paesi che caratterizzano l’altopiano trentino e ai quali si è recentemente aggiunto anche l’abitato di Strigno.

Mai come in questa edizione si respira un’aria internazionale, segno di come la manifestazione si sia saputa affermare tra le diverse scuole di scultura presenti nel panorama europeo, richiamando l’attenzione di numerosi artisti che con i loro saperi confluiscono in Tesino durante l’ultima settima di luglio secondo un autentico scambio di linguaggi. Marta Fresneda Gutiérrez (Spagna), Jitka Kůsová-Valevská (Repubblica Ceca), Ionel Alexandrescu (Romania), Marta Zucchinali (Treviglio – BG), sono i protagonisti dell’edizione 2019. A loro, come ormai tradizione l’organizzazione ha affiancato un artista “al di fuori del Simposio”, selezionato tra i più rappresentativi scultori del Trentino-Alto Adige. Per questa edizione la scelta è ricaduta sul trentino Giorgio Conta.

In tutto ventuno opere, originali e suggestive, a disposizione per essere osservate dal vero in un viaggio allegorico ed emozionale. Un modo innovativo per conoscere un territorio attraverso le suggestioni e gli odori rimasti impressi nell’opera d’arte.

La mostra resterà visitabile a Dozza nei consueti orari di apertura della rocca sino al 12 maggio 2019, dopodichè si sposterà sull’Appennino modenese.

La mostra è organizzata dal Centro di Documentazione del Lavoro sui Boschi ed è resa possibile grazie al supporto attivo della Provincia Autonoma di Trento, della Regione Trentino Alto Adige, dei Comuni di Castello Tesino, Pieve Tesino, Cinte Tesino, Bieno, Castel Ivano, dell’APT Valsugana e della Galleria d’Arte Atrebates.

Gabriele Bertacchini

Il percorso espositivo 2019
10 gennaio – 31 gennaio Trento - Palazzo Roccabruna
2 febbraio – 24 febbraio Borgo Valsugana (TN) – Spazio Erika Klien
2 marzo – 2 aprile Faenza (RA) – Palazzo Baldini – Rossi di Muky
5 aprile – 12 maggio Dozza città d’Arte (BO) – Rocca Sforzesca
18 maggio – 18 luglio Fiumalbo (MO) – Centro visite e rifugio ca’Silvestro

Gli artisti in mostra

Giorgio Conta
Trentino, nato a Monclassico in Val di Sole 40 anni fa. Giorgio è figlio unico di Livio Conta, scultore e pittore trentino con al suo attivo opere pubbliche di scultura in Italia e all’Estero; ha studiato al Liceo linguistico all’Arcivescovile di Trento. Solo in un secondo tempo è salito in Val Gardena per quattro anni frequentando la Scuola professionale di Selva e diplomandosi. Verso i 35 anni Giorgio Conta raggiuge la sua maturità, compiendo nella scultura un salto di qualità evidente, lavorando su vuoti oltre che sui pieni, frammentando le forme, lacerandole drammaticamente. Nelle sue sculture l’armonia classica si intreccia e si si scontra con le disarmonie, le contraddizioni, i drammi della modernità. È così che si sono occupati di lui, tra gli altri, importati critici come Vittorio Sgarbi e Luigi Marsiglia, Massimiliano Castellani, Paolo Levi, Valerio Dehò, Stefania Severi. Una bella soddisfazione per questo ancoro giovane artista tra i più talentuosi della sua generazione. Tra le cinque opere che mostrerà ne spiccano due: Woman with yorkshire e Nosce te ipsum. Nella prima appare una ragazza con un cagnolino molto di moda nella buona borghesia: una scultura sul filo della satira di costume, che celerebbe allora un’ironia sottopelle. La seconda è un’originale, complessa scultura “filosofica”: vi compare una figura femminile capovolta, sdraiata o precipitata a terra, che si guarda in uno specchio/pavimento. Una metafora misteriosa e allo stesso tempo inquietante.

Marta Fresneda Gutiérrez
Il linguaggio artistico di Marta Fresneda Gutiérrez è espressione della vita, del sangue e del sole di Siviglia. La sua opera artistica poggia su un forte entroterra accademico. A Siviglia, dove nasce nel 1984, si laurea in Belle Arti. Nel 2009 a Firenze frequenta e conclude il Biennio Specialistico in Scultura e scenografia per il teatro presso l’Accademia di Belle Arti.
Marta Fresneda è artista di fama ormai internazionale. Per il modo con cui interpreta la propria attività artistica, si può definire sacerdotessa dell’Arte. E’ sempre l’uomo che viene indagato nelle opere di Marta. In particolare con la rappresentazione di un singolo volto vuole raccontare l’intera umanità e le relative aspirazioni, passioni, vittorie e sconfitte.
In questo contesto le sue opere più recenti e portate in mostra rimandano ai vari articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Le sue sculture vogliono quindi essere la testimonianza concreta dei principi di libertà, giustizia e pace approvati dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1948.
Le sculture di Marta Fresneda richiamano un immaginario surrealista con un riferimento espressivo, anche se non sempre evidente, al catalano Salvador Dalí e mettono in evidenza, con il colore bianco e nero o con la contrapposizione di forme armoniche con altre indefinite, i sentimenti contrastanti che percorrono l’umanità: il bello ed il brutto, il bene ed il male, la vita e la morte.

Jitka Kůsová-Valevská
Artista boema di nascita e di ispirazione. Legata al suo territorio per cultura, per tradizione e per espressione artistica. Nasce a Chomutově nel 1962 e studia a Karlovy Vary.
L’inquietudine artistica, sempre presente in Jitka Kůsová-Valevská, la porta a frequentare dal 1991 al 1993 il corso di arti visive presso la vicina Università di Ůsti nad Labem.
Nel 1989 inaugura l’attività espositiva in Boemia e nella vicina Germania. Qualche anno dopo, nel 1992, inizia la sua partecipazione a simposi di scultura. Viene apprezzata e premiata in molte occasioni ed in diversi paesi.
Infaticabile, affronta con forza e tenacia ogni materiale: pietra, legno, argilla. Ha la capacità di trasmettere ai suoi lavori la sua forza d’animo, la serenità che traspare dalla sua figura, ma anche la tensione artistica che contraddistingue il suo operare.
I volti e le mani che caratterizzano le opere pittoriche richiamano i lavori di Egon Schiele.
Nelle opere scultoree di Jitka Kůsová-Valevská le mani spesso scompaiono. Tutta la tensione dell’opera si concentra nel volto e nel dorso, che si contrappongono alla parte inferiore quasi non finita o meglio indefinita, che richiama la statuaria romana togata.
Il corpo diventa per Jitka Kůsová interpretazione e simbolo dell’archetipo dell’uomo e della donna alla ricerca, spesso con una vena di melanconia, della natura umana.

Ionel Alexandrescu
Ama l’Italia e ci vive bene Ionel Alexandrescu se è vero che, nato a Bordesti in Romania vive e lavora a Torino da vent’anni. Ionel ha principalmente due grandi artisti come riferimento: il conterraneo Costantin Brâncuşi e Pablo Picasso. Dal primo ha ereditato le semplificazioni e le geometrizzazioni; dal secondo le squadrature cubiste. Dal 2007 Alexandrescu fa parte dell’ AEISM (Associazione Italiana di Scultura Monumentale): il che significa che sono le forme monumentali quelle a cui questo scultore rumeno-italiano aspira. Ne frattempo Ionel si è fatto conoscere attraverso numerose esposizioni in Italia e all’estero. Tra le cinque sue opere che circoleranno quest’anno in sei centri diversi ci saranno, tra le altre, Musa in legno in cirmolo: una figura misteriosamente (l’ispirazione autentica è sempre misteriosa) avvolta in una stilizzata veste a pieghe verticali. Monaco, una scultura di legno di tiglio basata su due elementi, verticali e orizzontali che compongono una sorta di “elle”, sotto il segno di un’assoluta semplificazioni e geometrizzazione, in cui spicca la tensione delle braccia protese del monaco; Cieco in cui la tensione drammatica è concentrata, anche qui, soprattutto nelle braccia dell’uomo disperatamente tese in avanti a bucare il buio. Sono le creazioni plastiche di un artista che sa modernamente e potentemente indagare e raffigurare gli eterni drammi degli esseri umani.

Marta Zucchinali
La ricerca di forma e linee sono per Marta Zucchinali un esercizio quotidiano per definire il suo rapporto con la scultura. Le tensioni si annullano per dare spazio al senso tattile, scolpire il legno permette all'artista di confrontarsi con l'impegno fisico e mentale uno stato di resilienza che guida la mano nell'atto di modellare: atto dovuto e donato a chi osservando le sue opere nell'ampio ventaglio di relazioni formali, relative al cambiamento di angolo visuale ne percepisce l'essenzialità ed il contrasto naturale tra luce ed aria, che avvolgono e penetrano le sculture.
ASPETTANDO I TUOI OCCHI scultura realizzata per il simposio, ne è la testimonianza: il volto è abbozzato, tagliato con una finitura grezza rispetto alla morbidezza del resto della figura, l'assenza di espressione rivela l'attesa di qualcosa o qualcuno per confrontarsi, decidere e giudicare in modo autonomo. E' l'eterno conflitto esistenziale che scandisce i ritmi della vita, la ricerca del percorso individuale e l'impegno costante per Marta Zucchinali non sono un punto d'arrivo ma la conferma a perseguire la passione per la scultura lignea.
Marta Zucchinali è nata a Treviglio, in provincia di Bergamo, nel 1988. Dopo aver frequentato il liceo artistico Simone Weil ha proseguito i suoi studi nel campo del restauro presso l'istituto Enaip di Botticino BS, ampliando le sue conoscenze nel settore ligneo. Coltiva la passione per la pittura e la scultura, partecipa con le sue opere a numerosi simposi e ha esposto in mostre personali e collettive.

Organizzazione e ideazione
Centro documentazione del Lavoro nei Boschi

Progetto a cura di
Gabriele Bertacchini
Remo Tomasetti

Con il supporto di
Provincia Autonoma di Trento
Regione Trentino Alto Adige
Comune di Castello Tesino
Comune di Pieve Tesino
Comune di Cinte Tesino
Comune di Bieno
Comune di Castel Ivano
Azienda per il turismo Valsugana
Stubai
Galleria d’Arte Atrebates
Fondazione Dozza città d’arte
Pro loco di Scarperia
Floricoltura Roncador Valnetino
Rifugio Ca’Silvestro

Patrocini
Regione Emilia Romagna
Comune di Fiumalbo (MO)
Comune di Dozza (BO)
Comune di Faenza (RA)
Comune di Borgo Valsugana (TN)
PEFC Italia

Sito internet della manifestazione
www.luciedombredellegno.it

Catalogo a disposizione nelle sedi ospitanti