Luca De Leva / Hernan Pitto Bellocchio – Two/2

Informazioni Evento

Luogo
VITTORIO RAPPA PROJECT ROOM
Spazio Speciale Piazzetta Pietro Speciale, 90134 , Palermo, Italia
Date
Dal al

dal martedì al sabato dalle 14:30 alle 19:30

Vernissage
20/06/2018

ore 18

Artisti
Luca De Leva, Hernan Pitto Bellocchio
Generi
arte contemporanea, doppia personale
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VR Project Room di Vittorio Rappa inaugura la bi-personale TWO/2 dei due artisti Luca De Leva (Milano, 1986) e Hernan Pitto Bellocchio (Santiago del Cile, 1984).

Comunicato stampa

VR Project Room di Vittorio Rappa inaugura mercoledì 20 giugno 2018 la bi-personale TWO/2 dei due artisti Luca De Leva (Milano, 1986) e Hernan Pitto Bellocchio (Santiago del Cile, 1984).

Luca De Leva presenta alcuni nuovi lavori facenti parte della serie “I 7 Arcangeli”, olii e tecnica mista su tela. L’artista, come spesso accade nella sua pratica pittorica, lavora e produce per sottrazione ponendo il concetto di limite come tema centrale della sua ricerca.

“Il fulcro della nostra percezione è nel profondo di noi stessi, in uno spazio in cui i pensieri non sono ancora diventati parole, eppure adesso non concediamo mai lo spazio ed il silenzio per manifestarsi, o per meglio dire, lo sfidante non permette che ciò accada, perchè questo significherebbe arrivare a vedere che la nostra vita non è nelle nostre mani, cioè nella trasposizione in azione delle sensazioni percepite dalla mente profonda, ma nelle mani delle forze dello sfidante, nell'illusione interiore della nostra libertà personale. Ecco quindi che non esprimere le emozioni negative e far emergere la mente profonda, creano un nuovo spazio interiore, uno spazio di ascolto e osservazione, uno spazio totalmente nostro, dove lo sfidante non può intervenire, nè interagire per utilizzarlo a suo vantaggio, più grande, più profondo questo spazio diventa, più prendiamo indietro energia dal campo gravitazionale dello sfidante, più grande e maestosa diventa la nostra esistenza”.
- Luca De Leva

Hernan Pitto Bellocchio presenta invece una tela di grandi dimensioni che raffigura la sua idea di Mare Mediterraneo “senzamare” andando così ad indagare al suo interno e stimolando una riflessione anche su temi contemporanei e a noi molto cari. La tela sarà esposta orizzontalmente su una tavola e chiusa all’interno di una teca e acquistando un valore quasi scultoreo.

“Maresenzamare è ricerca di astrazione, viaggio dell’immaginazione lungo le linee che definiscono un contro-paesaggio che si svela ai nostri occhi. È un gioco di parole. Nella ricerca di Hernán Pitto-Bellocchio la rappresentazione cartografica rappresenta il punto di partenza di un’indagine che interessa il bacino mediterraneo.
Attraverso un’analisi delle carte nautiche, l’artista delinea - in un segno fitto che non conosce pause d’incertezza - la morfologia del paesaggio sottomarino, i rilievi montagnosi, immaginando l’assenza del mare e disegnando continenti immaginari che diventano contro paesaggi invisibili della realtà. Prende così forma una sorta di mappa al rovescio, una rete tessuta dalle sapienti mani arse dal sole dei pescatori, che scivola dall’alto aderendo alle depressioni più profonde, alle valli inesplorate e alle vette indomate che alzano la bandiera della nuova utopia. Sospesa nel blu ceruleo della terra emersa - a tratti impreziosito dall’antico bronzo - questo manto trattiene la memoria della terra, come la più grande inondazione del pianeta che ha messo fine alla crisi di salinità Messianica, quando il Mediterraneo si trasformò in un gigantesco lago salino. E anche la nostra storia fatta di incontri, floridi commerci di statue greche e coralli, ma anche di vite interrotte. La mappa diviene quindi un’oggetto metaforico sul quale si concentra uno sguardo che scopre inedite suggestioni visive e si interroga costantemente in un momento storico dove gli equilibri geopolitici e ambientali sono sempre più precari. Che cosa cambierebbe senza mare? Quali sarebbero i nuovi confini, quali le correnti migratorie? Come far fronte al surriscaldamento e all’inquinamento che minacciano la vita e tempo dei nostri mari?”
- Ilaria Despina Bozzi