Luca Bragalli – Patagonica
E’ un ciclo fotografico di immagini in bianco e nero che rappresenta una visione personale dei luoghi, tra i più famosi ed importanti del patrimonio naturale della Patagonia, uno degli ultimi santuari della natura incontaminata.
Comunicato stampa
Dal 9 aprile al 12 giugno il Museo di Roma in Trastevere ospita la mostra “Patagonica- paesaggi dalla fine del mondo”, rassegna fotografica di Luca Bragalli, promossa da
Roma Capitale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, che ha ricevuto il patrocinio della Commissione Italiana dell’ Unesco, della Regione Lazio e dell’Ente del Turismo della Patagonia. La rassegna verrà inaugurata venerdì 8 aprile alle ore 18.00.
Il progetto è stato realizzato tra dicembre 2014 e gennaio 2015 in Cile e in Argentina, rispettivamente nei parchi nazionali Vicente Perez Rosales e Torres del Paine ed in quello nazionale de Los Glaciares. Sono inoltre presenti foto realizzate presso Ushuaia ed il Canale di Beagle nella Terra del Fuoco in Argentina.
E' un ciclo fotografico di immagini in bianco e nero che rappresenta una visione personale dei luoghi, tra i più famosi ed importanti del patrimonio naturale della Patagonia, uno degli ultimi santuari della natura incontaminata.
Luce ed ombra, alla ricerca incessante di una purezza assoluta delle forme della natura. Questa la chiave di lettura della rassegna che si divide in due sezioni: il paesaggio della pietra e del vento e il paesaggio dell’acqua e del gelo.
Sono rappresentate forme di paesaggi naturali, un macrocosmo di elementi dove l’uomo appare irrilevante di fronte alla maestosità degli spazi aperti. Il paesaggio viene mostrato nell’attimo in cui si manifesta, precedendo la rapida mutazione delle condizioni meteorologiche.
L’immagine della natura diventa interpretazione, nella ricerca di una sintesi delle forme geometriche, un mosaico di sensazioni proiettate all’esterno, in uno scambio osmotico tra sogno e realtà. La capacità di analisi lascia posto alla fantasia e all’immaginazione per proiettare l’occhio e la mente in un contesto ambientale estremo dove l’uomo risulta assente. L’energia che viene sprigionata dagli elementi si percepisce nel movimento inesorabile delle masse e dei fluidi, lasciando lo spettatore con un misto senso di impotenza e ammirazione.
La scelta cromatica mette in risalto la profondità delle ombre, il movimento delle nuvole in un cielo in perenne movimento, evidenzia il valore plastico dei volumi delle montagne e accentua la percezione di dinamismo del movimento dei fiumi e dei ghiacciai: la ricerca di un valore assoluto della materia, che accentua ancor più la potenza espressiva della natura, nell’incessante transito degli eventi.
Luca Bragalli, nato a Firenze nel 1972 é architetto paesaggista e fotografo. Si occupa da anni di tematiche legate all'ambiente, dalla progettazione sostenibile alla mitigazione degli impatti dovuti all'urbanizzazione.