Leonardo Rota Gastaldi – Rainbows

Informazioni Evento

Luogo
COLOSSI ARTE CONTEMPORANEA
Corsia Gambero 12/13, Brescia, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Da martedì a sabato 10-12 e 15-19
Domenica su appuntamento.
Lunedì chiuso.

Vernissage
29/11/2014

ore 16

Artisti
Leonardo Rota Gastaldi
Generi
arte contemporanea, personale

Mostra personale dedicata all’artista Leonardo Rota Gastaldi (Milano, 1983) che si propone di sondare il fenomeno della percezione della luce e della rifrazione delle onde luminose in un’infinità di sfumature cromatiche utilizzando materiali come ologrammi dalle textures fantasiose.

Comunicato stampa

Il 29 novembre 2014 la galleria Colossi Arte Contemporanea inaugura la personale Rainbows dedicata all'artista Leonardo Rota Gastaldi (Milano, 1983) che ci regala, con la scintillante superficie riflettente delle sue opere, frammenti di un brivido ottico... i suoi lavori sono composizioni astratte di volumi strutturati in un incastro di forme mediante una griglia geometrica.
Quello che viene percepito è un effetto tridimensionale dato dalle infinite sfumature cromatiche della luce che vengono intrappolate nei variegati patterns d'onde luminose. Catturare le radiazioni luminose in una forma tangibile, esprimere artisticamente come essa viene filtrata dalle particelle dell'atmosfera e la sua capacità di diventare elemento di partecipazione emotiva di un contesto è, da sempre, una delle principali aspirazioni degli artisti: dalla luce diffusa di Piero della Francesca alla luce “divina” e atmosferica di Caravaggio, fino alle ricerche sulla luce dell'arte cinetica e programmata degli anni '60 che puntava a creare con essa effetti ottici illusori, destinati a sconvolgere la percezione. L'artista si pone come l'ideale prosecutore di queste ricerche, dell'intento di sperimentare e catturare le radiazioni luminose e i loro effetti. L'intento di Rota Gastaldi è quello di sondare il fenomeno di scomposizione della luce: l'artista vuole stimolare visivamente lo spettatore portandolo a sperimentare effetti inaspettati di luce, improvvise variazioni di colore che si creano spostandosi di fronte all'opera, veri e propri “arcobaleni” fatti di scie iridescenti.
Con la padronanza della tecnologia delle onde interferenti di luce create con il laser per realizzare ologrammi dalle texture fantasiose oppure utilizzando il vetro-plexiglas fluorescente, l'artista studia il fenomeno della percezione della luce, in ideale continuità con le ricerche dell'arte programmata degli anni '60; il suo intento è quello di analizzare i fenomeni della realtà attraverso il progresso scientifico, ispirandosi alle ricerche di Bruno Munari sulla proiezione di diapositive a luce polarizzata. Proprio come Gastaldi, Munari utilizzava un ritrovato della tecnologia come le lenti polarizzate per scomporre la luce in infinite vibrazioni cromatiche nei suoi Polariscopi (1954), ma sempre all'interno di una strutturazione di forme studiata e predefinita, come la griglia geometrica che scandisce le forme nelle opere dell'artista, per intraprendere un contatto analitico e disciplinato con l'arte, in grado di inglobarla nelle dinamiche sociali, in grado di unire artista e spettatore in una comune esperienza percettiva. Se l'industria è in grado di produrre ciò che fa vibrare le volumetrie dei pattern in scomposizioni cromatiche, che trasformano il materiale usato dall'artista in un mezzo per intrappolare la luce e studiarne le infinite variazioni, in un fenomeno che può ripetersi all'infinito – ogni volta che lo spettatore cambia la sua posizione di fronte all'opera – la creatività deve andare di pari passo col progresso scientifico che deve mettersi al servizio della creatività dell'uomo.
L'opera di Rota Gastaldi è totale e controllata razionalmente, ma programmata per generare una reazione incondizionata nello spettatore, dove si combinano diverse componenti, dove l'organizzazione dei pensieri è presieduta da un sistema nervoso segnato da esperienze precedenti....come sosteneva la psicologia della Gestalt, l'esperienza umana non è solamente una banale immagine focalizzata nella retina, ma una complessa organizzazione di elementi, una combinazione di esperienze; l'ologramma è ciò che siamo abituati a vedere come sistema anti-contraffazione su un oggetto di uso quotidiano come le banconote, a percepire come un'esperienza comune che l'artista ci porta ad analizzare sotto un'angolazione spettacolare, quasi onirica nelle infinite sfaccettature che assume la luce, lasciando spazio all'interpretazione individuale di un'esperienza. Ecco allora che Rota Gastaldi si propone di sondare ogni possibilità percettiva, di suscitare nell'osservatore meraviglia e stupore di fronte ad un'esperienza percettiva che muta come le gradazioni cromatiche della luce.

Cenni biografici:

Vive e lavora tra Milano e Lugano.
La sua formazione avviene prima con il Liceo Artistico e, a seguire, con l'Accademia di Belle Arti di Brera. Nel 2009 espone presso la Fondazione Art Museo di Villa Ponti ad Arona (Novara) e, nel 2010, partecipa alla rassegna internazionale di Arte Contemporane Swab di Barcellona. Nel 2011 la Cairati Art Gallery di Morcote in Svizzera gli dedica una mostra personale dal titolo L'ossessione della luce.
Nel 2012 viene presentato dalla galleria Colossi Arte Contemporanea in occasione di Affordable Art Fair nella prestigiosa cornice dello spazio Eventiquattro del nuovo edificio direzionale del “Sole 24 Ore”, disegnato da Renzo Piano.
Dal 2013 l’artista aderisce al gruppo The Italian Wave ed espone in Turchia, Grecia, Romania e Lituania, partecipando ad importanti rassegne d'arte contemporanea a livello internazionale come Art Athina (nel maggio del 2014) e Art Vilnius (a giugno dello stesso anno).
Prestigiosi articoli gli sono stati dedicati da “Le Monde”, dal “Wall Street International” e dal “Corriere della Sera”.
Dal 20 settembre al 9 novembre 2014 l'artista fa parte dell'accurata selezione di artisti partecipanti alla collettiva Eccentrico Musivo. Young Artists and Mosaic, a cura di Daniele Torcellini e Linda Kniffitz, presso il MAR. Museo d'Arte della Città di Ravenna; una mostra che si propone di sondare il richiamo alle forme musive nell'arte contemporanea.