Leonard Freed – Io amo l’Italia
Le cento stampe in bianco e nero – alcune delle quali inedite – accuratamente selezionate tra le migliaia di negativi che Freed ha realizzato nei numerosi attraversamenti della nostra penisola fino al 2006 – anno della sua morte – restituiscono con poesia i caratteri storici e culturali che connotano fortemente il costume e la psicologia degli italiani, rendendola unica.
Comunicato stampa
Leonard Freed, grande fotografo newyorkese membro della Magnum dal 1972, amava parlare del suo rapporto con l’Italia come di una “storia d’amore”. Un amore che lo portò a visitare il nostro paese più di 45 volte e a scattare migliaia di indimenticabili immagini.
La mostra “Leonard Freed. Io amo l’Italia”, ospitata dal Museo di Roma in Trastevere dal 30 marzo al 27 maggio, ne presenta una straordinaria selezione: 100 fotografie in bianco e nero scattate tra Roma, Firenze, Napoli, Milano e Palermo che raccontano la vita quotidiana, i volti e i gesti del Belpaese senza l’uso di facili stereotipi. L’esposizione è promossa da Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico - Sovraintendenza ai Beni Culturali, ed è a cura di Enrica Viganò. Produzione Admira, supporto organizzativo e servizi museali Zètema Progetto Cultura. Catalogo Admira Edizioni -QLP.
Freed amava definirsi un artista, non un fotoreporter. Considerava le sue immagini fotografie “emotive” e non “informative” e, infatti, dai suoi scatti non traspare la ricerca della notizia bensì la volontà di approfondire la dimensione più intima della natura umana.
L’Italia fu una delle sue principali fonti di ispirazione, una terra che lo affascinò tutta la vita perché qui “il passato è sempre presente non solo nei luoghi ma nella vita quotidiana della gente”. Infatti più che su paesaggi e architetture, il suo obiettivo si focalizzò proprio sulle persone immortalandole con empatia e sensibilità nel corso dei decenni: dal desiderio di rinascita del dopoguerra agli albori del nuovo benessere, dai riti collettivi alla eccezionalità di un ritratto fotografico scattato per strada con una tovaglia bianca come sfondo, dalla vita dei pescatori siciliani a quella delle donne di Napoli.
“Leonard Freed si poneva molte domande – scrive la curatrice Enrica Viganò - nei suoi diari fitti fitti appuntava la profonda ricerca che stava svolgendo sull’esistenza e sulle motivazioni del vivere umano. Il suo strumento era la macchina fotografica, il suo talento era la comprensione istintiva delle forme visive, il suo impegno era tutto dedicato alle persone e, di conseguenza, alla madre di tutte le domande: chi siamo?”
Biografia
Nato nel 1929 a Brooklyn, in una famiglia ebrea di origine russa e di classe operaia, Freed dedica diversi anni alla pittura. Nei primi anni ’50 visita l’Italia in compagnia di un amico pittore che si guadagna da vivere realizzando fotografie e capisce che anche per lui questa soluzione sarebbe ideale per coniugare la sua curiosità e il suo desiderio di viaggiare, di conoscere il mondo e se stesso. Torna negli Stati Uniti con il progetto di diventare fotografo professionista e cerca i suoi primi soggetti proprio a Little Italy, dove la vitalità e le tradizioni degli italoamericani catturano il suo sguardo e la sua simpatia per sempre.
Nel 1954 Freed inizia a studiare con il suo obiettivo le proprie radici ebraiche, prima a New York e poi in ogni dove (Olanda, Germania, Israele) seguendo le tracce di un popolo senza pace, ma fiero delle proprie origini. Molti anni dopo, nel 1984, le immagini saranno raccolte nel libro La Danse des Fideles.
Nel 1958 si trasferisce in Olanda, dove sposa la tedesca Brigitte Klück, conosciuta due anni prima a Roma. Quando nel 1963 rientra negli Stati Uniti il tema della discriminazione razziale lo coinvolge visceralmente: segue la marcia su Washington e i suoi protagonisti, ma anche la vita quotidiana degli afroamericani nel quartiere nero della sua Brooklyn. Dalla documentazione del movimento per i diritti civili nasce nel 1965 il potentissimo libro Black In White America.
Nel 1972 Freed diventa socio della prestigiosa agenzia Magnum.
All’inizio degli anni ’70 si dedica intensamente a quello che lui stesso ha definito uno studio sociologico sulla polizia. Il risultato è un reportage approfondito che verrà pubblicato su numerose importanti testate in tutto il mondo.
Le sue opere sono presenti nelle principali collezioni museali in tutto il mondo.
Leonard Freed si spegne il 20 novembre 2006 nella città dove abitava dal 1975, Garrison (New York). Fino all’ultimo ha lavorato instancabilmente a nuovi progetti tra cui un libro dedicato all’Italia, il suo grande amore.
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