L’atlante – Francesco Fonassi / Fabrizio Perghem

Informazioni Evento

Luogo
MAG MUSEO ALTO GARDA - GALLERIA CIVICA G. SEGANTINI
Via Giovanni Segantini, 9 30062 , Arco, Italia
Date
Dal al
Vernissage
27/06/2014

ore 18

Artisti
Fabrizio Perghem, Francesco Fonassi
Curatori
Denis Isaia, Federico Mazzonelli
Generi
arte contemporanea, doppia personale
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Prosegue con tre nuovi progetti degli artisti Francesco Fonassi e Fabrizio Perghem e della curatrice Roberta Pagani il percorso di esplorazione delle teorie e pratiche del contemporaneo L’atlante, in corso alla Galleria Civica G. Segantini di Arco nell’ambito del progetto Der Blitz. Ricerca, azione e cultura contemporanea.

Comunicato stampa

Der Blitz 2014. Ricerca, azione e cultura contemporanea
Tre nuovi progetti artistici e curatoriali nelle stanze de L'atlante
Francesco Fonassi, Roberta Pagani e Fabrizio Perghem ad Arco dal 27 giugno

L'atlante
A cura di Denis Isaia, Federico Mazzonelli
Arco | Galleria Civica G. Segantini
18.05 – 05.10 2014
New opening venerdì 27 giugno 2014 | ore 18
Performance sonora domenica 06 luglio 2014 | ore 21
In collaborazione con Mart Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto

Prosegue con tre nuovi progetti degli artisti Francesco Fonassi e Fabrizio Perghem e della curatrice Roberta Pagani il percorso di esplorazione delle teorie e pratiche del contemporaneo L'atlante, in corso alla Galleria Civica G. Segantini di Arco nell'ambito del progetto Der Blitz. Ricerca, azione e cultura contemporanea.

Una curatrice in residenza con la sua ricerca sul campo Lo studiolo, due artisti le cui opere sconfinano dagli spazi della Galleria per comunicare con il territorio circostante attraverso installazioni e una performance sonora. Queste le caratteristiche dei tre nuovi lavori ospitati da L'atlante, che si potranno conoscere in anteprima nel corso del vernissage venerdì 27 giugno alle 18.
Un'occasione per incontrare gli artisti e la curatrice, visitare le opere insieme ai curatori di Der Blitz e intrattenersi nel cortile della Galleria dove sarà attivato anche un lab per bambini e ragazzi ispirato alla ricerca degli artisti presenti.

Domenica 6 luglio, presso l'Eremo di San Paolo ad Arco, Francesco Fonassi darà inoltre vita alla performance sonora frutto del lavoro presentato a L'atlante, già realizzata lo scorso maggio all'Auditorium Parco della Musica di Roma.

Fino a domenica 22 giugno saranno visibili, nelle sale della Galleria Civica G. Segantini, i lavori (sempre afferenti al progetto L'atlante) Futures di Jacopo Mazzonelli, Mente Locale di Giuseppe Gonella e Real track di Alessandra Prandin con Melik Ohanian, Alberto Scodro e Cristian Chironi.

Francesco Fonassi
28.06 – 13.07 2014 (opening 27.06 h 18)
Performance: 06.07 2014 h 21, Eremo di San Paolo, Arco
Canto Minore (Minor Strain)
Per Der Blitz Francesco Fonassi (Brescia, 1986), in collaborazione con Michele Ducceschi presenta Canto minore (Minor Strain), fenomeno acustico generato attraverso un codice che applica modelli fisici non-lineari alla sintesi sonora digitale. Attraverso la simulazione di un piatto metallico - che in questa prima fase si estende per un’area di 10000mq e dialoga con un secondo piatto in scala 100:1 – vengono generati una serie di prototipi in cui il piatto viene percosso e messo in vibrazione applicando e modificando le condizioni fisiche in cui virtualmente suona, secondo criteri compositivi atti a misurarne e controllarne i modi. Una programmazione di ascolti viene presentato all’interno di Galleria Civica G. Segantini insieme ad un paper omonimo, curato da Fonassi in collaborazione con Valerio Mannucci, dove una serie di contributi visivi e testuali tracciano il perimetro di un territorio a venire. Nello spazio adiacente Simone W., video silenzioso costituito da una serie di sequenze video che sorvolano - secondo tratte geometriche pilotate a vista e voli liberi - superfici prive di riferimenti.
Con Canto minore (Minor Strain) Fonassi prova a rintracciare altrove, geograficamente, un’antropologia della violenza acustica, dell’imparare il pericolo a memoria e di sonorità che – subendo e stratificandosi su dati reali e forme ideali – ritornano sacre per necessità. Un’idea di fisica come luogo delle soluzioni immaginarie, che accordi simbolicamente alle forme le proprietà degli oggetti descritti per la loro virtualità.
Con la collaborazione di Michele Ducceschi (laureato in Fisica, con un PhD in Ingegneria Meccanica presso l'Ecole Polytechnique di Parigi, si occupa di modelli numerici nel campo della sintesi sonora) e contributi di Valerio Mannucci (critico e editor di NERO), Daniela Zangrando (scrittrice e curatrice indipendente), Alberto Tadiello (artista), Francesco De Michelis (fotografo) e Alessandra Messali (artista).
Il lavoro di Francesco Fonassi è stato recentemente presentato presso il Palais de Tokyo, Parigi (F); MACRO, Roma; CoCA, Torun (PL); viafarini DOCVA, Milano; BB15, Linz (A); Emily Harvey Foundation, NYC; Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino.
Un ascolto esterno, in 5 canali, avverrà il 6 luglio 2014 alle ore 21 presso l’Eremo S.Paolo, ad Arco.

Roberta Pagani
28.06 – 03.08 2014 (opening 27.06 h 18)
Lo studiolo
Roberta Pagani sceglie di inserirsi all'interno del contesto del progetto Der Blitz trasferendosi, per un mese, nello spazio a lei dedicato, all’interno della Galleria Civica G. Segantini. Qui stabilirà il suo “studiolo” e svolgerà la richiesta di curatela rivoltale nella formula di una residenza. Lo spazio messo a disposizione diventa l’ufficio entro cui la curatrice sceglie di stabilirsi e ricreare la dimensione di ricerca che anticipa un progetto di mostra. L’invito a Der Blitz si trasforma in una residenza durante la quale indagare criticamente (attraverso ricerche, approfondimenti, testi, interviste e dialoghi web con artisti e professionisti) il senso stesso del risiedere. Facendo riferimento a una prassi in uso tra gli artisti dell’ultima generazione, sarà analizzato il ruolo e il significato delle residenze per artisti oggi: quanto la location (il contesto) è portatrice di senso nel lavoro dell’artista (e non viceversa), il valore dell’abitare uno spazio fisico e sociale (e quindi di turismo contingente), il peso della “committenza” e il principio dell’autorialità (dove comincia l’uno e finisce l’altro).
Nella sala del Museo, durante gli orari di visita*, la curatrice sarà presente con il suo tavolo di lavoro privato (ovvero il desktop del PC), proiettando a parete le azioni di ricerca e studio. L’atto di risiedere diventa il pretesto e l’oggetto di un approfondimento che si svolgerà nelle settimane dedicate: si tratta di un work in progress volto a esprimere l’urgenza critica, di studio e di approfondimento con cui la dimensione curatoriale è chiamata abitualmente a confrontarsi e, allo stesso tempo, si pone l'obiettivo di teorizzare un assunto da sviluppare in un successivo progetto formale di mostra.

Fabrizio Perghem
28.06 – 13.07 2014 (opening 27.06 h 18)
Errare humanum est
Il progetto di Fabrizio Perghem ripercorre attraverso un circuito di installazioni il rapporto fra l’ambiente e l’uomo. La modernità ha tracciato un quadro fortemente negativo dell’esperienza umana nel mondo, in cui l’agire dell’uomo stesso è fondamentalmente distruttivo. A partire da questa visione si è determinato il binomio natura/cultura ambiente/uomo che distilla in un secco dualismo l’umanità contemporanea. A partire da questi presupposti Errare humanum est definisce il paesaggio come l’espressione dell’appropriazione geometrica e architettonica del territorio. Il progetto si articola in tre momenti: l’installazione nello spazio museale, la scultura collocata nella cisterna del Castello di Arco e il lavoro installato nel cortile. Per realizzare il progetto l'artista ha scelto con attenzione i materiali, che racchiudono di per sé questa dicotomia ambiente/uomo. Ad esempio, per la scultura collocata nella cisterna, sceglie di utilizzare il calcare oolitico di San Vigilio, una pietra originaria della zona di Arco, che per le sue caratteristiche è stata utilizzata, soprattutto nel Settecento, per la realizzazione di sculture, decorazioni e per la costruzione delle tubature degli acquedotti. Un elemento naturale che entra a far parte della storia e si integra con l'elemento culturale ed artistico. Mentre per l'altro lavoro colloca la scultura stessa su un basamento di ghiaccio che sciogliendosi la fa cadere a terra. Le tre installazioni diventano quindi tre momenti accomunati da un equilibrio precario di elementi che sembrano fondersi e respingersi nel medesimo momento: la pietra e il metallo, il naturale e l'artificiale, il ghiaccio e il calore.