L’albero della cuccagna – Per Barclay

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA INTERNAZIONALE D'ARTE MODERNA DI CA' PESARO
Santa Croce, 2076 30135, Venezia, Italia
Date
Dal al

L’opera sarà visibile all’interno della collezione permanente di Ca’ Pesaro, con l’orario e il biglietto del museo (10-17, intero 10)

Vernissage
04/12/2015

ore 12 su invito

Artisti
Per Barclay
Curatori
Achille Bonito Oliva
Generi
arte contemporanea
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Anche la Fondazione Musei Civici di Venezia partecipa al progetto, presentando nella Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro un’installazione dell’artista norvegese Per Barclay appositamente realizzata per l’occasione.

Comunicato stampa

Nell’ambito del progetto espositivo
L’ALBERO DELLA CUCCAGNA
Nutrimenti dell'arte
ideato e curato da ACHILLE BONITO OLIVA
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PRESENTAZIONE
Venerdì 4 dicembre 2015, ore 12
Venezia, Ca’ Pesaro,
Galleria Internazionale d’Arte Moderna
Ingresso su invito, fino a esaurimento dei posti disponibili
L’ALBERO DELLA CUCCAGNA - Nutrimenti dell'arte è il titolo di un progetto espositivo ideato e curato da Achille Bonito Oliva, diffuso in tutta Italia fino al 10 febbraio 2016 – dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, tra Musei e Fondazioni pubbliche e private - che coinvolge oltre 30 artisti scelti dal critico d’arte per realizzare opere ispirate al tema arcaico dell'albero della cuccagna, simbolo di abbondanza e monito dell'arte sui temi dell'alimentazione e sulle sue implicazioni sociali.
A partire dal 25 settembre si sono via via inaugurate le installazioni ambientali che compongono la mostra diffusa, realizzata con il patrocinio di EXPO 2015 e la collaborazione del Programma sperimentale per la cultura Sensi Contemporanei dell’Agenzia per la Coesione Territoriale e del MiBACT.

Il progetto si realizza inoltre con la collaborazione di numerose istituzioni pubbliche e private, che in questo modo costruiscono una rete espositiva in progress nel tempo e nello spazio.
Ogni Fondazione/Museo coinvolto accoglie un'opera ispirata all’Albero della cuccagna, soggetto iconografico che ha alle proprie spalle una lunga tradizione e un’altrettanto arcaica memoria popolare, legata all'albero sacro della fertilità di derivazione celtica. Nell’immaginario collettivo esso rappresenta infatti il paese dell’abbondanza e il luogo del divertimento.
Il coinvolgimento di artisti contemporanei ha permesso di realizzare opere interattive, finalmente non vietate ai minori, che sollecitano l’intervento di bambini e giovani dando un accento partecipativo e ludico all’evento espositivo.
Nello stesso tempo diventa anche il monito dell’arte che vuole sollecitare una presa di coscienza del pubblico nei confronti del tema dell’alimentazione e della fame nel mondo.
Anche la Fondazione Musei Civici di Venezia partecipa al progetto, presentando nella Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro un’installazione dell’artista norvegese Per Barclay appositamente realizzata per l’occasione.

L’opera fa parte del ciclo Camere d’olio, nel quale l’autore ricorre a olio nero da motore, per allestire superfici liquide riflettenti all’interno di architetture maestose e luoghi d’importanza storico-artistica, mosso dal desiderio di far emergere dalla nuova veduta uno stato interiore difficile da rivelare.
In Ca’ Pesaro Per Barclay ricerca il dialogo con il sontuoso palazzo, progettato nel XVII secolo dall'architetto Baldassarre Longhena, per darne una rilettura “altra” attraverso lo specchio denso e scuro dell’olio, rendendo tenebrosi gli spazi dalla presunta chiarezza architettonica.
Il risultato è una superficie perspicua e al tempo stesso irreale, capace di restituire una realtà riflessa identica eppure differente, che rimane miracolosamente sospesa tra luminosità solare e notturne oscurità, tra oggettività e miraggio.
Più che una fotografia, quella costruita da Per Barclay è dunque una Fata Morgana, che le grandi dimensioni della stampa inverano in una tangibilità chimerica.
Ogni elemento iconografico, infatti, fluisce nell’opera in un equilibrio psicologico costantemente calibrato sul filo dell’inquietudine. A partire dall’inquadratura, stretta sull’acqua increspata della laguna, che nella ripresa in soggettiva suggerisce la presenza di uno sguardo esterno al di qua della macchina fotografica. Mezzo attraverso il quale l’artista chiede allo spettatore di sovrapporre la sua visione a quella di chi ha vissuto la scena rappresentata, ossia la propria, chiamandolo a condividerne l’emotività, o comunque a esperirne i limiti e i condizionamenti, le tensioni del momento.