La Primavera del Rinascimento

Informazioni Evento

Luogo
PALAZZO STROZZI
Piazza Degli Strozzi, Firenze, Italia
Date
Dal al

Tutti i giorni 9.00-20.00
Tutti i giovedì 9.00-23.00
La biglietteria chiude un’ora prima dell’orario di chiusura

Speciale ridotto studenti universitari €4,00 il martedì tutto il giorno e il giovedi dopo le 18.00 (solo alle mostre del Piano Nobile)

Vernissage
21/03/2013

ore 12 per la stampa

Contatti
Email: info@fondazionepalazzostrozzi.it
Biglietti

Biglietto PALAZZO è un biglietto speciale valido un anno (da dicembre 2012 a gennaio 2014) che ti permette la visita all’intero programma delle mostre di Palazzo Strozzi, Piano Nobile + CCC Strozzina, al costo di 20,00 € Disponibile in biglietteria oppure on-line (il ritiro dei biglietti acquistati on-line è da effettuarsi presso la biglietteria di Palazzo Strozzi).

Artisti
Donatello, Lorenzo Ghiberti, Filippo Brunelleschi, Nanni di Banco, Masaccio, Paolo Uccello, Andrea del Castagno, Filippo Lippi
Curatori
Beatrice Paolozzi Strozzi, Marc Bormand
Generi
arte antica, collettiva
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La mostra si propone di illustrare, in sezioni tematiche, la genesi di quello che ancora oggi si definisce il “miracolo” del Rinascimento a Firenze, soprattutto attraverso capolavori di scultura: l’arte che per prima se ne è fatta interprete.

Comunicato stampa

Una prima sezione è dedicata alla riscoperta dell’Antico nella “rinascita” fra Due e Trecento – da Nicola Pisano ad Arnolfo e ai loro successori – e in seguito all’assimilazione della ricchezza espressiva del Gotico, particolarmente d’origine francese (sezione I: L’eredità dei padri), i due rilievi con il Sacrificio di Isacco di Lorenzo Ghiberti e Filippo Brunelleschi e il modello della Cupola brunelleschiana costituiscono il momento fondante del primo Rinascimento (sezione II: Firenze 1401. L’alba del Rinascimento).
In quegli anni, i successi politici della Repubblica fiorentina, la sua potenza economica e la pace sociale diffondono attraverso gli scritti di grandi umanisti il mito di Firenze come erede della repubblica romana e come modello per gli altri stati italiani.
La scultura pubblica monumentale (di Donatello, Ghiberti, Nanni di Banco, Michelozzo, ecc. nei centri propulsori dei grandi cantieri della città, come la Cattedrale e Orsanmichele) è la prima e più alta testimonianza di questa esaltazione di Firenze e dei suoi protagonisti (sezione III: La Romanitas civile e cristiana), influenzando profondamente la pittura di artisti come Masaccio, Paolo Uccello, Andrea del Castagno, Filippo Lippi (sezione VI: La Pittura scolpita). Altri temi dell’antichità classica, attraverso la scultura, vengono assimilati e trasformati nel nuovo linguaggio, che esprime il clima spirituale e intellettuale della città, oltre al suo fervore creativo (sezione IV:‘Spiritelli’ fra sacro e profano; sezione V: La rinascita dei condottieri). Le ricerche di uno spazio ‘razionale’ e l’invenzione della prospettiva brunelleschiana, trovano proprio nella scultura le loro formulazioni più avanzate, in particolare nei bassorilievi donatelliani, come la predella del San Giorgio e il Banchetto di Erode di Lille, con un seguito che tocca la metà del secolo in opere di Desiderio da Settignano o di Agostino di Duccio, a confronto con la pittura, anche antica (sezione VII: La storia ‘in prospettiva’).
Fin dagli anni Venti, i nuovi canoni della scultura, messi a punto dai grandi maestri e illustrati da alcuni capolavori – come la donatelliana Madonna Pazzi di Berlino o la Madonna di Fiesole, attribuita al Brunelleschi – si moltiplicano attraverso una produzione sconfinata di rilievi (in marmo, stucco, terracotta policroma e ‘robbiane’), destinati alla devozione privata, che consentono una capillare diffusione del gusto per la bellezza ‘nuova’ in ogni strato sociale (sezione VIII: La diffusione della bellezza; sezione IX: L’eternità dei colori. Luca e l’invenzione delle robbiane). Allo stesso tempo, Firenze vede concentrarsi nei luoghi di solidarietà e di preghiera (chiese, confraternite, ospedali) la committenza artistica più prestigiosa dove la scultura tiene ugualmente un ruolo primario (sezione X: Bellezza e Carità).
Attorno al simbolo assoluto della città – il modello ligneo della Cupola di Santa Maria del Fiore del Brunelleschi – si presenta dunque una rassegna di tipologie o di tematiche scultoree determinanti anche per l’evoluzione delle altre arti figurative, a diretto confronto con i precedenti classici: dalle tombe degli umanisti, alle desunzioni dai sarcofagi, alla rinascita del monumento equestre e del ritratto scolpito. Attorno a quest’ultimo, che vede la sua genesi verso la metà del secolo – nei busti marmorei di Mino da Fiesole, Desiderio da Settignano, Antonio Rossellino – si prefigura il passaggio dalla fiorentina libertas a un mecenatismo privato, che porterà presto all’egemonia medicea (sezione XI: Dalla città al palazzo. I nuovi mecenati).