La Montagna incantata

Informazioni Evento

Luogo
RBCONTEMPORARY - RBFINEART
Via Plinio 11, Milano, Italia
Date
Dal al
Vernissage
20/11/2019
Generi
fotografia
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RBfineart è lieta di presentare negli spazi di via G.B. Morgagni 31b la mostra fotografica LA MONTAGNA INCANTATA.

Comunicato stampa

Nella tradizione delle arti visive le montagne compaiono in riprese dal basso che ne esaltano lo slancio, ne sottolineano la maestosità ma continuano a tenerle lontane prima che l’ascensione del Monte Bianco nel 1786 rivoluzionasse l’atteggiamento creando un’attenzione anche fisicamente ravvicinata. Così si saldavano l’estetica romantica che nella natura vedeva il riflesso dei sentimenti umani e l’indagine scientifica capace di osservare un mondo ricco di straordinari e poco noti aspetti: l’arrivo della fotografia non poteva che codificarli nella sua sintesi. Se nei primi tempi è ancora lo sguardo pittorico a guidare i pionieri del nuovo mezzo, presto prevalse una nuova visione più moderna interessata a sottolineare il realismo di un mondo meraviglioso che i fotografi riprendevano portando in vetta attrezzature complesse e ingombranti. La collettiva qui proposta si sofferma su un’epoca pionieristica compresa fra gli anni Settanta dell’Ottocento e i primi anni del secolo successivo: le opere che si susseguono in parete suggeriscono molte possibili letture da quella storica che coglie avvenimenti straordinari come la costruzione nel 1893 del più alto osservatorio del mondo posto sul Monte Bianco a quella più propriamente fotografica dove le esigenze dell’estetica di accordavano con quelle dell’indagine scientifica sul territorio. L’autore italiano che più si avvicina a tutto ciò è il biellese Vittorio Sella, uno dei primi ad avventurarsi in Alaska, Asia, Africa e ad esporre non solo nella famosa 1ª Esposizione Italiana di Fotografia del 1887 ma anche in California nella sede del celebre Sierra Club dove Ansel Adams ebbe modo di apprezzarne lo stile e la qualità delle stampe ottenute con la tecnica del “viraggio a doppio tono”. E’ interessante metterle a confronto con quelle realizzate da Joseph Tairraz, guida alpine e titolare di uno studio fotografico dove avrebbero lavorato figli e nipoti il cui limite è stato forse quello di non aver operato al di là del suo territorio. Nel panorama variegato di questa mostra accanto alle opere firmate – si passa dalle visioni dell’italiano Vittorio Basso a quelle dell’inglese Francis Frith – ci si imbatte con una certa frequenza in quelle anonime probabilmente realizzate da non professionisti dotati però di una pregevole capacità. La diffusione della fotografia porta con sé una semplificazione dei procedimenti così nei primi anni del nuovo secolo anche in montagna di cominciano ad usare piccole fotocamere portatili a pellicola che consentono di ottenere inquadrature fino ad allora impensabili. L’audace ripresa dal basso realizzata dal trentino Giovanni Pedrotti di un alpinista impegnato in un difficile passaggio sintetizza efficacemente l’inizio di un nuovo, dinamico, modo di vedere. Che, tuttavia, nulla toglie al desiderio di osservare ancora una volta nel mirino l’incanto della montagna.

Roberto Mutti