La montagna dell’Angelo
Venti gli artisti partecipanti, italiani e spagnoli, che hanno affrontato il tema degli “Angeli” con ricchezza di modalità espressive e novità di approccio iconografico.
Comunicato stampa
Sarà inaugurata sabato 16 luglio 2011 alle ore 19,30 presso l'atrio superiore della Basilica di San Michele Arcangelo a Monte Sant'Angelo (FG) la mostra "La montagna dell'Angelo" curata da Matteo Accarrino e M. Carmela Claps e organizzata da "Casa Museo" (Sant'Alberto, Ravenna).
Nell'occasione, presenti il sindaco di Monte Sant'Angelo, Andrea Ciliberti, l'Assessore alla cultura, Giovanni Granatiero, il Rettore della Basilica, Padre Ladislao Suchy e i curatori, sarà presentato, nella sala convegni della Basilica, il catalogo della Mostra, che contiene anche scritti di Giuseppe Piemontese ,Gaetano Cristino, Matteo Accarrino ed Herbert Accarrino.
Venti gli artisti partecipanti, italiani e spagnoli, che hanno affrontato il tema degli "Angeli" con ricchezza di modalità espressive e novità di approccio iconografico: Matteo Accarrino, Paola Babini, Giuseppe Bazzocchi, Mauro Bellagamba, Mauro Bendandi, Rosetta Berardi, Onorio Bravi, Roberto Carreca, Michele Chiapperino, Maria Jesus Cueto, Giovanni di Capua, Graziella Fraschini, Nando Granito, Mino Gravina, Immaculada Jimenez Huertas, Nieves Larroy, Matteo Manduzio, Valentino Montanari, Roberto Pagnani, Guido Pensato.
Nata da un'idea di Matteo Accarrino, sollecitata dai ricordi che hanno accompagnato la sua esistenza e la sua attività artistica fin da quando ha lasciato il suo paese natio, Monte Sant'Angelo, la mostra ha trovato immediato sostegno da parte di Padre Suchy, Rettore del più prestigioso santuario micaelico dell'Occidente. "L'arte visiva - ha scritto il religioso a proposito della raffigurazione degli angeli - riesce, per una sorta di ispirazione che non esito a definire divina, a valicare l’invalicabile, presentandone ai nostri occhi mortali l’immagine (per quanto può la nostra limitatezza) più verosimile possibile. L’artista è un contemplativo che riesce a giungere dove gli altri non possono, dove anche la tecnologia e la perfezione non potranno mai approdare e di lì riportare nel reale non un dato oggettivo, ma una sensazione reale che il suo talento è riuscito a cogliere grazie ad una specialissima disposizione donatagli dal Creatore, senza la quale non gli sarebbe stato mai possibile realizzare ciò che poi offre". Sotto questo punto di vista, sostiene a sua volta Gaetano Cristino, "anche i materiali tradizionalmente non artistici possono rivelare bellezza, possono essere "nuova" epifania di ciò che è invisibile. La "nuova" immagine, col suo attraente mistero, può essere catalizzatrice e rivelatrice di senso più di tante altre immagini esplicite", e in tal senso può contribuire a saldare la frattura tra arte sacra ed arte contemporanea così come auspicato da Giovanni Paolo II nella sua famosa Lettera agli Artisti. Il catalogo contiene anche una breve storia, scritta da Giuseppe Piemontese, della trasformazione, a volte anche radicale, della iconologia e iconografia della figura dell’Angelo, nell’arco dei secoli.