La Memoria dell’acqua

Informazioni Evento

Luogo
ISOLA BISENTINA
Isola Bisentina, Isola Bisentina, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
28/06/2025
Biglietti

Il costo del biglietto non include il servizio di trasporto all’Isola Bisentina. Sarà necessario acquistare un biglietto separato ai due moli di partenza: Bolsena e Capodimonte. Le tariffe per i battelli si trovano sul sito www.isolabisentina.org

Il costo della visita all’isola è il seguente:

– Adulti – €25

– Bambini e ragazzi dai 6 ai 15 anni – €15

– Disabili – €6

– Bambini dai 0 ai 6 anni – Gratuito

– Gruppi (da 25 adulti) – € 22

Uffici stampa
CLARART
Generi
arte contemporanea, collettiva

Apre all’Isola Bisentina la mostra La memoria dell’acqua, un progetto espositivo che vede protagonisti tre artisti contemporanei ispirati dal Lago di Bolsena come antico luogo di culto e pellegrinaggio.

Comunicato stampa

Il 28 giugno apre all’Isola Bisentina la mostra La memoria dell’acqua, un progetto espositivo che vede protagonisti tre artisti contemporanei – Lisa Dalfino, Namsal Siedlecki e Alex Cecchetti – ispirati dal Lago di Bolsena come antico luogo di culto e pellegrinaggio.

La mostra prende spunto dalle più recenti esplorazioni subacquee condotte dal Servizio di Archeologia Subacquea della Soprintendenza di Viterbo, avviate negli anni Cinquanta da Alessandro Fioravanti. Queste indagini aprono oggi a suggestive ipotesi sulla vita quotidiana, le pratiche rituali e le offerte votive delle antiche popolazioni che abitarono il Lago di Bolsena, rivelandone il profondo e ancestrale legame con l’acqua.

Distribuita in luoghi simbolici dell’Isola Bisentina, l’esposizione presenta interventi site-specific pensati per l’apertura della nuova stagione culturale. La Malta dei Papi – ipogeo scavato nel Monte Tabor, probabilmente destinato a funzioni rituali già in epoca etrusca – accoglie i delicati frammenti in vetro di Lisa Dalfino (1987), che richiamano la forma e il senso degli antichi ex-voto. L’Oratorio del Monte Calvario e la darsena in stile liberty, recentemente restaurata oggi punto d’approdo dell’isola, ospitano le sculture alchemiche di Namsal Siedlecki (1986), evocative di gesti propiziatori e pratiche votive. Infine, nella Chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo trovano spazio i lavori su carta di Alex Cecchetti (1973), che restituiscono la suggestione di un fondale lacustre e invitano il pubblico a farsi testimone di una memoria custodita dall’azione conservatrice dell’acqua.

I tre artisti si sono confrontati con le recenti scoperte di insediamenti protostorici ora sommersi, i cui reperti, perfettamente conservati proprio grazie all’immersione nell’acqua del lago, testimoniano gli oggetti d’uso quotidiano e rituale delle antiche comunità locali, rivelandone la spiritualità e il rapporto con l’ambiente lacustre.

Al centro della mostra è l’acqua: forza naturale che distrugge e insieme conserva, elemento di continuità tra passato e presente, tra memoria e vita.

L’Isola Bisentina è un incontaminato microcosmo all’interno del lago di origine vulcanica più esteso d’Europa, fatto di alberi secolari e flora autoctona con integrazione di specie d’importazione, luogo di testimonianze, passaggi e insediamenti dell’uomo dai tempi antichi a quelli a noi più vicini. Dal 2022 l’isola – prima chiusa al pubblico – si offre ai visitatori in un percorso fra antiche costruzioni architettoniche e opere contemporanee site specific che si integrano con il territorio, rispecchiandone l’aspetto più importante: la sua sacralità.

L’isola è un’opera d’arte unica, realizzata secondo un progetto mistico e artistico nato nel Rinascimento per volontà di papa Pio II e della famiglia Farnese, proseguito da papa Paolo III e portato a termine dal cardinale Alessandro Farnese Junior. Il progetto è quello di creare una Via Crucis sull’isola, con l’edificazione di sette cappelle ed una chiesa grande. La chiesa, dedicata ai Santi Giacomo e Cristoforo, dopo un importante restauro voluto dalla famiglia Rovati, proprietaria dell’isola dal 2017, è di nuovo accessibile dal 2024. Fu originariamente costruita e dedicata a San Giovanni Battista da Ranuccio Farnese il Vecchio, ma sarà il Cardinale Alessandro Farnese il Giovane a costruire sopra questo preesistente edificio l’imponente monumento che oggi vediamo, la cui edificazione ha inizio nel 1588 su disegno di Giovanni Antonio Garzoni da Viggiù, e termina all’epoca di Odoardo Farnese tra il 1602-1603.

Immersi nella maestosità della flora locale sono ubicate sette cappelle edificate fra XV e XVI secolo sui sentieri perimetrali in un percorso devozionale, che fu meta di pellegrinaggio religioso prossimo alla Via Francigena: fra queste la cappella a pianta ottagonale di Santa Caterina attribuita ad Antonio da Sangallo il Giovane e posta su uno sperone di roccia alto 22 metri, e la cappella del Crocefisso o del Monte Calvario, che conserva preziosi affreschi attribuiti alla mano di Benozzo Gozzoli.

Dopo il declino dei Farnese l’isola continuò a destare l’interesse di tanti, che si avvicendarono nel frequentarla, abitarla ed animarla. Tra vescovi, industriali, principi, poeti, scrittori e duchi, furono in tanti, uomini e donne, ad amarla e a viverla, lasciando dietro di sé frammenti inconfondibili di un passato pieno di fascino.