La Macchina Smontabile, l’ecologia attraverso l’arte

Informazioni Evento

Luogo
STUDIO O2
via Mantova 33, Cremona, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
12/10/2018

ore 18,30

Curatori
Emanuele Tira
Generi
arte contemporanea

L’Associazione culturale CAMPO è lieta di annunciare l’inaugurazione della mostra “La macchina smontabile” a cura di Emanuele Tira.

Comunicato stampa

LA MACCHINA SMONTABILE
S.Boccalini, B. Buttarelli, V. Di Sabato, E. Favini, O. Fiameni, D. Gorla, S. Pellegrini, M.Tadić, L. Vitone, D. Zanotto

A cura di Emanuele Tira
Associazione Culturale CAMPO

12-28 ottobre 2018

L’Associazione culturale CAMPO è lieta di annunciare l’inaugurazione della mostra “La macchina smontabile” a cura di Emanuele Tira che si terrà alle ore 18:30 di venerdì 12 ottobre presso la Galleria Studio02 di Cremona.
Esporranno artisti locali e internazionali: Stefano Boccalini, Brunivo Buttarelli, Valeria Di Sabato, Ettore Favini, Ottavia Fiameni, Daniela Gorla, Simone Pellegrini, Marko Tadić, Luca Vitone, Dania Zanotto.

“[…] Un’enorme, complicatissima Macchina Smontabile, con l’optional del Grande Ingegnere” scrive Guido Casa definendo l’Universo. Ispirandosi a questa visione contemporanea del mondo, Emanuele Tira ha realizzato una mostra che mira a sensibilizzare lo spettatore in merito alle tematiche ecologiche attraverso il mezzo artistico e a ri-formare il sistema di comunicazione attraverso l’arte.

Le opere creano un nuovo dialogo, che è punto di partenza – catartico - per meditare sull’epoca geologica attuale: Antropocene.
Questa è l’era del dominio delle attività umane sulla Terra, in cui si ravvede il motore principe delle modifiche climatiche, territoriali e strutturali.

I pannelli introduttivi alla mostra ripercorrono con spirito cronistico gli avvenimenti di maggior rilievo per la storia umana dalla Rivoluzione Industriale (XVIII secolo) ai giorni nostri, per poi dare spazio ai punti di vista degli artisti presentati in mostra.

Una riflessione che impone la dichiarazione di presa visione del nesso tra l’incrementata frequenza, a partire dagli anni Cinquanta, di quelli che vengono definiti disastri naturali e la colpa dell’uomo: l’incuria per l’ecosistema e l’inconsistenza della soluzione proposta, mantra superficiale di salvifica ecologia.
Vandana Shiva dichiara che “Nel momento in cui ignoriamo, e ci concentriamo solo sul profitto, distruggiamo le condizioni sociali che alimentano la diversità intellettuale.”

Le sensibilità degli artisti in mostra hanno saputo cogliere questa distonia e, attraverso percorsi diversi, le loro opere pongono all’attenzione di tutti la volontà di tornare al concetto espresso da M. Merleau-Ponty: “La natura è il primordiale, cioè il non-costruito, il non-istituito; da qui l’idea di un’eternità della natura, di una solidità”.

Sulla base di queste idee e dell’auspicio ad una nuova considerazione della natura e dell’ecologia all’interno dei vari ambiti nei quali devono convivere con l’inevitabile progresso tecnologico trasversale a tutti i settori, compreso quello dell’arte, gli artisti che partecipano all’evento sono invitati a proporre opere che stimolino il pubblico a una riflessione sul ruolo primario dell’arte e di come essa sia capace di farsi produttrice di luoghi nuovi e alternativi a quelli conosciuti e di ri-attivare pratiche interconnesse tra ricerca e sperimentazione culturale e analisi sociale.